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Quattro chiacchiere con lo chef Marco Lomanto. Dalla Sicilia alla Danimarca sulla via dei sapori e profumi dell’Isola del Sole.

Marco Lomanto

Di dove sei?

Vengo da Siracusa, ho 48 anni e vivo in Danimarca da ben 23 anni.

Quando nasce la tua passione per la cucina?

La mia passione per la cucina mi è stata imposta da mia madre (consigliata dal consiglio di classe) che decise lei per me il mio futuro.

Decise l’Alberghiero perché ho sempre aiutato a casa ed assaggiavo e soprattutto mangiavo tanto tanto. La passione è nata dopo grazie ai vari professori e colleghi, grazie alla varietà infinita di cose da imparare dai grandi cuochi, Dal fatto che non si smette mai di sbalordire i clienti con piccoli accorgimenti e trucchi del mestiere.

Quali sono state le tue esperienze professionali?

A Siracusa con la scuola andavamo a fare diversi rappresentazioni e degustazioni, aiutavamo e guardavamo come si organizzava un evento di grandi dimensioni. Ho lavorato in diversi ristoranti della mia città, ma anche pasticcerie e gelaterie, cercando di apprendere il più possibile ed ho avuto la fortuna di avere maestri vicino a me che facilitavano la mia crescita. 

Ma è in Danimarca che mi sono aperto un po’ di più, dove ho iniziato a fare davvero il cuoco.

Qui ho lavorato per locali italiani molto conosciuti di cui alcuni stellati. Ho imparato l’arte della pizza e della gelateria, l’arte della cucina passando da vari locali solo per la voglia di lavorare con quel cuoco o l’altro, dando poca importanza alla mensilità o orari poco consoni.

Ho imparato le lingue per potermi esprimere al meglio nel mio lavoro ed ho aperto la mia ditta di catering nel lontano 2004 (Lomanto catering). Tra le mie tante esperienze, ho avuto anche un bar gelateria all’italiana e per me è stato un vero piacere vedere gente che veniva al bancone solo per farsi una chiacchierata o per prender del gelato percorrendo anche 100 km. E poi con me portavo sempre le carte siciliane -dice ridendo- e ci scappava sempre una giocata.

Come mai proprio la Danimarca?

Quando si dice il destino… Nell’unica sera libera ho conosciuto la mia attuale moglie alla marina di Siracusa, lei mi invitò a Copenaghen per 4 giorni e mi sono bastati per capire che c’era di più. Quindi per amore sono andato via ed ho messo su famiglia, ho 2 belle ragazze di 15 e 18 anni (Elisa e Sofia) che sono la mia gioia quotidiana. Ma ho speso un capitale per farle attaccare alla madre Sicilia, sono così legate adesso con la mia famiglia che vogliono andare sempre giù dai nonni e parlano danese, inglese, italiano e ovviamente siciliano.

Quali sapori hai portato della tua terra?

Sicuramente quelli semplici come la freschezza e la genuinità, il basilico fresco, o le melanzane sott’olio , una marmellata di arance con finocchietto, peperoncino e cipolla rossa da abbinare ai formaggi e tanti altri sapori che non si possono avere, ma per questo andiamo sempre giù. La cucina siciliana qui piace molto. Sono stato due volte in una trasmissione televisiva danese dove si cucinava, dovevo portare piatti tipici siciliani e ho iniziato a a preparare in diretta peperonata e parmigiana per tutto lo staff. Che dire? Non è bastato.

La mia ricetta del cuore sono sicuramente i cannoli. Mi piace molto stendere la pasta con cura, formare i cerchi da metter sulle canne e guardare la cottura aspettando le bollicine della cialda. Sono molto classico e quindi una buona crema di ricotta con pezzettini di cioccolato e candidi e fanno la loro bella figura tra i mie clienti.

Cosa è per te la cucina?

La cucina per me adesso dopo cosi tanti anni è diventata la mia migliore amica, la ami e la odi perché non potrai mai finire di conoscerla ma ogni giorno non vedi l’ora di accendere le luci e provarci, divertendoti, come se facessi una scommessa con te stesso. La cucina è passione e poi abbiamo il grande piacere di avere a che fare con madre natura tutti i santi giorni.

L’odore delle verdure fresche o del parmigiano appena spaccato, del balsamico appena sfumato o l’odore in un risotto ai carciofi e gamberetti. Lavoriamo su antipasti, piatti caldi dolci, insalate, pesce ed è sempre una festa di colori ed emozioni.

Cosa ti manca della tua terra?

Beh come posso risponderti? Mi emoziono solo a pensarci, mi manca la sicilianità, il nostro modo di essere, l’odore del mare e la vista degli scogli. Mi manca la battuta pronta del commesso. Mi manca la famiglia e soprattutto i nipoti, mi manca il mercato e la verdura nostrana mi manca anche quello che mi manda a quel paese perché io rispetto la segnaletica. Mi manca tutto anche se il lavoro e la realizzazione professionale mi hanno portato qui.

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