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Sicilia en primeur 2024: da 20 anni sorsi di cultura con Assovini Sicilia

Tasting Sicilia en Primeur

Formula vincente non si cambia. Edizione da record per la XX edizione di  “Sicilia en primeur”, la kermesse itinerante promossa ed organizzata da Assovini Sicilia,  che affianca  all’anteprima dei vini dell’ultima annata la visita delle cantine e dei territori. Inaugurata il 7 maggio con dieci  enotour, Sicilia en Primeur 2024 ha fatto tappa a Cefalù dal 9 all’11 Maggio, al Mangia’s resort di Pollina, dove si sono tenute le  cinque masterclass,  condotte dai past president (Alessio Planeta, Francesco Ferreri, Antonio Rallo) e da Pietro Russo, il neo Master of Wine siciliano per un viaggio ideale nella diversità dei terroir dell’ Isola. Immancabile il focus sull’ultima annata – il cui report è stato affidato a Mattia Filippi di Uva Sapiens, in cui la Sicilia vince per identità, territorio e qualità,  nonostante la riduzione della quantità, con un calo del 34,48% (totale della produzione Doc e Igt) rispetto allo scorso anno. 

A Sicilia en primeur 2024 , oltre 100 i  giornalisti  della stampa  specializzata nazionale ed internazionale, ma anche corrispondenti di testate  dedicate al turismo, allo stile di vita,  per  il “racconto” di una Sicilia plurale che non  smette di stupire.  Dai tramonti di Cefalù al fascino dell’entroterra di una Sicilia inedita, dalle terre d’occidente a quelle dell’assolato versante sud- est,  cinquantanove le aziende partecipanti ed oltre 300 le etichette in degustazione. Sorsi di cultura.

Aver creduto nel vino quale ambasciatore culturale del territorio prima che prodotto in termini economici, è  stata la rivoluzone di AssoviniCon  Sicilia en Primeur il vino diventa strumento di narrazione non solo del patrimonio vinicolo ma anche del patrimonio umano e storico della Sicilia. Lega le storie dei produttori a quelle dei territori, intreccia racconti, unisce tasselli di un mosaico unico dove la Sicilia è uno straordinario continente vitivinicolo». Ad affermarlo, Mariangela Cambria, presidente di Assovini, che  si è detta ”  orgogliosa di rappresentare un’associazione che ha sempre veicolato e promosso un’immagine contemporanea della Sicilia, legata alle tradizioni, dinamica, elegante.Grazie al coraggio di chi ha creduto nell’associazionismo sfidando ogni resistenza culturale e mettendosi in gioco senza protagonismi, credendo nel fare squadra, oggi la Sicilia nel mondo è un brand dal potente e profondo valore culturale e dall’appeal internazionale”. 

Un percorso lungo due decenni per Assovini Sicilia che quest’anno taglia il traguardo dei suoi primi 25 anni e che, fin dal suo esordio, ha coniugato  vision innovativa e identità radicata nel saper fare che si tramanda  nel Dna di famiglia.Cultivating the future, il claim scelto per questa edizione che tra, memoria e prospettive,  traccia il bilancio di Assovini, protagonista e testimone del  rinascimento vitivinicolo siciliano.

Era il 1998 quando Diego Planeta, Lucio Tasca d’Almerita e Giacomo Rallo, firmarono l’atto costitutivo di Assovini Sicilia. A sposare quella visione lungimirante, coraggiosa, rivoluzionaria, che ha creduto nell’associazionismo come strategia vincente per promuovere la Sicilia sono state soltanto otto aziende. Oggi, tra storiche e giovani, hanno raggiunto quota 100.

L’amarcord di questo primo quarto di secolo  è stato  il cuore del convegno Cultivating the Future, moderato da Gioacchino Bonsignore, giornalista di Mediaset, all’interno del complesso monumentale di San Domenico a Cefalù, a cui era  presente anche Matteo Zoppas, presidente dell’ICE, che ha elogiato i vini siciliani per la loro storia e unicità e per il loro potenziale di crescita nei mercati esteri. Il racconto si è snodato tra le immagini di un video  che ha declinato i molteplici temi, dall’evoluzione del vigneto al valore culturale del vino, dalla  percezione nel mercato americano all’’enoturismo alla Next Generation e le testimonianze di  chi in questi anni ha sostenuto la visione e il percorso dell’associazione. “Avere  una visione comune che fa stare uniti nonostante le proprie diversità- ha commentato Alessandro Regoli, direttore di Winenews- che ha ispirato i tre “tenori” del vino siciliano, Diego Planeta, Giacomo Rallo e Lucio Tasca, e che oggi ispira le cento cantine Assovini, è il vero miracolo».

Con Assovini Sicilia, l’Isola ha superato i confini approdando nei mercati di tutto il mondo, rappresentata dalla qualità del vino. A parlare di storia, territori e valori sono le etichette degli associati. Tutti puntano all’export: l’Europa si conferma il principale mercato di esportazione, per il 95.7% delle imprese, seguito dal Nord America.«Ho assistito in prima persona al rinascimento del vino siciliano in questi ultimi vent’anni e, scrivere dei vini della Sicilia mi ha regalato alcuni dei momenti professionali più gratificanti. Sono profondamente convinta che il brillante futuro del vino italiano inizia qui, in Sicilia, nel cuore del Mediterraneo»- afferma Monica Lerner, giornalista e wine critic statunitense per Robert Parker Wine Advocate.

Alessio Planeta, Antonio Rallo e Alberto Tasca,  hanno accolto il testimone, dando continuità all’input  del saper fare ” rete”  che ha gettato le basi del vincente “sistema vino” di Assovini Sicilia.“L’associazionismo incarna concretamente lo spirito di collaborazione dei produttori siciliani. Il nostro “fare squadra” ha orientato la vitivinicoltura siciliana all’eccellenza, contribuendo al suo successo» – commenta, Antonio Rallo, past president di Assovini e attuale presidente del Consorzio di Tutela Doc Sicilia. Alessio Planeta definisce l’arco temporale e storico del vigneto siciliano attraverso tre epoche emblematiche: l’incanto del passato, il fervore degli anni ’80 e la vitalità del nuovo millennio in cui «ogni fase racconta una storia, intessuta con numeri, tendenze e varietà che riflettono il nostro impegno per il futuro. Non è solo un esercizio di riflessione, ma un ponte verso il domani, plasmato dall’esperienza familiare e dall’innovazione. In un mondo in cui esportiamo in 75 mercati, operando in cinque regioni siciliane diverse, ci affidiamo alla saggezza dei nostri predecessori, come mio zio Diego Planeta, e alla nostra visione» – aggiunge Alessio Planeta, ceo e presidente di Planeta Winery e past president di Assovini Sicilia.

Innovazione, la chiave di volta per rinnovarsi ed essere competitivi sul mercato  abbracciando lo spirito del tempo come le nuove frontiere del green e contribuendo alla nascita della Fondazione SOStain Sicilia. « Nata nel 2020, l’ obiettivo  è accompagnare le cantine verso la misurazione dell’impatto che la loro azione ha sull’ecosistema. Alla Fondazione SOStain Sicilia ad oggi hanno aderito ben 43 cantine siciliane che, facendo rete, si confrontano su temi diversi utilizzando il contradditorio non più come presa di posizione ma come crescita reciproca» – aggiunge Alberto Tasca, presidente della Fondazione SOStain Sicilia.

Assovini Sicilia ha, tra i suoi asset fondamentali, anche l’enoturismo, come medium  di racconto del territorio e del patrimonio storico e vitivinicolo. Oggi, l’84.8 % delle imprese associate ha implementato all’interno delle proprie cantine una serie di servizi enoturistici che sono delle vere e proprie wine experience contribuendo ad evolvere l’offerta enoturistica, che da semplice degustazione è diventata una parte del turismo esperienziale.«In Sicilia, l’esperienza del vino è metafora di una terra che sta cambiando e che ha saputo esaltare un asset, quello vitivinicolo, capace di rappresentare al meglio la nostra Sicilia»- ha commentato Marcello Mangia, presidente e ceo di Mangia’s – Aeroviaggi e ospite del convegno di Sicilia en Primeur. Le aziende si preparano alla transizione generazionale: circa il 78% delle cantine associate ha già integrato una nuova generazione nella gestione aziendale. All’interno dell’associazione è nato il gruppo “Generazione Next” che rappresenta le nuove generazioni di Assovini Sicilia, giovani under 40 anni che, guidati dall’esempio di Assovini, si stanno impegnando a dar vita ad una squadra definendo strategie nei settori legati alla comunicazione, formazione e valorizzazione del  territorio. In Sicilia, il futuro del vino  è già qui.

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