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Quattro chiacchiere con Claudio di Maria miglior sommelier di Sicilia 2023

Claudio di Maria - MIGLIOR SOMMELIER SICILIA

Lo scorso sabato 24 febbraio nelle sale di Radicepura l’Horticultural Park di Giarre dove si è tenuta la Giornata del Sommelier di Ais Sicilia abbiamo incontrato Claudio Di Maria. Eletto lo scorso 16 ottobre Miglior Sommelier Sicilia 2023 è stata una bella chiacchierata che ha puntato i riflettori sulla Sicilia e sulla grande possibilità della nostra Isola di raccontarsi attraverso i nuovi volti della sommelierie.

Cosa si prova ad essere miglior sommelier della Sicilia?

È una bella sensazione, soprattutto perché l’anno scorso ho avuto modo di stare accanto a Federica, la mia compagna che reputo una grandissima professionista, mentre si preparava per il concorso.  Succedere a lei, sia da un punto di vista professionale che da uno privato, mi fa sentire emozionato e soddisfatto, Federica è sempre stata più brava tra i due.

Quanto può cambiare da un punto di vista professionale la tua carriera avendo vinto questo titolo?

Dal punto di vista professionale può essere una spinta in più. Lavoro nell’enoturismo con un’azienda che si fida di me e grazie alla quale ho vissuto delle esperienze che mi hanno fatto crescere credo che questo titolo possa dare credibilità non solo a me ma a tutti noi, professionisti del settore, divenendo uno strumento in più per promuovere la nostra Sicilia. Quindi sì, mi piace definirla come una vittoria del gruppo prima di tutto. Credo che, quando si lavora per organizzare un concorso come questo e lo vedi crescere nel tempo, significa che stai facendo le cose per bene. Quest’anno eravamo più di 20 partecipanti mentre gli iscritti alla scuola di concorso eravamo poco più di 35 persone. È una crescita globale che ci coinvolge tutti. Lo si vede anche da come evolvono le nostre singole storie, alcuni colleghi che erano arrivati l’anno scorso al terzo e quinto posto quest’anno hanno conquistato la finale. Questo significa che l’asticella si sta alzando e che ci sia stata una crescita professionale non solo mia ma da parte di tutti.

Hai completato il tuo percorso da sommelier, lavori con tante realtà del settore vinicolo, cosa ti ha spinto a partecipare e rimetterti in gioco?

La curiosità che in questo lavoro non deve mai mancare, la voglia di studiare e conoscere realtà sempre nuove e diverse, ma soprattutto la possibilità di fare gruppo, di poter diventare tutti ambasciatori della Sicilia. Viviamo in un territorio pazzesco, Etna a parte, la nostra terra è un piccolo scrigno di tesori che tanti ci invidiano e quindi conoscere sempre più nel dettaglio le particolarità della nostra Isola è fondamentale per raccontarla in toto.  E poi la voglia di rimettersi in discussione, come ho detto a caldo subito dopo la proclamazione, è più difficile presentarsi al concorso che vincere. La vera sfida è quella, perché sei sotto il giudizio degli altri e questo comporta tirare fuori tutta la tua determinazione, è un bell’allenamento.

Hai frequentato la scuola di concorso per prepararti, la consiglieresti?

Senza pensarci? Sì! La consiglierei sicuramente. È una scuola che ti dà tanto, ci sono approfondimenti sulla Sicilia ma non solo, ti permette di conoscere meglio anche tante realtà. In più hai la possibilità di conoscere coloro che hanno vinto il concorso nazionale che, e lo dico davvero, sono uno scrigno di nozioni importanti per tutti noi. La scuola non è obbligatoria puoi presentarti al concorso anche da esterno ma frequentarla ti dà la possibilità non solo di conoscere nuovi colleghi ma di imparare nozioni nuove e ripassare anche le basi, è un ottimo allenamento sicuramente.

Qual è la prova che ti ha reso più pensieroso?

Personalmente l’abbinamento vino- cibo. Ci hanno proposto un menù, un antipasto, un secondo e un dolce, a cui ogni finalista doveva abbinare un vino motivandone la scelta, questa è quella che mi ha non dico spaventato ma…

Avere Federica in giuria ti ha fatto sentire in imbarazzo?

No. Conosco Federica e la sua integrità. Non avevo dubbi sulla sua oggettività, beh in realtà non li aveva nessuno. Se avesse avuto il minimo dubbio su di me sono sicuro che non avrebbe avuto problemi a darmi mezzo voto in meno. La giuria si è consultata e per fugare ogni dubbio hanno deciso di conteggiare i voti escludendo il suo e poi confrontare il risultato includendo anche i suoi voti, e a conti fatti sia con che senza il risultato non sarebbe cambiato

Tu sei uno degli ideatori di VersanteEst con Alfonso Caltagirone insieme a voi nella squadra di questo progetto ci sono anche Federica Milazzo, Miglior Sommelier Sicilia 2022 e Salvatore Spampinato che l’anno scorso si è aggiudicato un meritatissimo 3 posto. Possiamo dire che VersanteEst porti bene?

Sicuramente VersanteEst porta fortuna! Ma preferirei dire che siamo una squadra che ama molto quello che fa e si vede nella passione che ci spinge a fare sempre meglio inoltre questo è un progetto che ci tiene costantemente in allenamento. Basta pensare che ognuno ha imparato a conoscere i vini degli altri come fossero suoi.

In tanti si chiedono quando ritornerà VersanteEst?

Penso di poter parlare a nome di tutta la squadra e dire che sicuramente saremo pronti per la primavera 2024. Il successo e la grande curiosità da parte del pubblico che ci ha seguito ci spinge a fare sempre meglio. Ci è sembrato naturale prenderci un po’ di tempo avendo avuto l’ultimo appuntamento a Marzo. Inoltre quest’anno abbiamo avuto tante nascite e buona parte del team si è ritrovato impegnato con una nuova avventura. Ma torneremo presto!

CLAUDIO DI MARIA

Miglior Sommelier Sicilia, brand Ambassador e responsabile dell’accoglienza per Murgo, VersanteEst che hai portato fuori dai confini della Sicilia con delle Masterclass e adesso neo papà. Quali altri obiettivi ti prefiggi per questo nuovo anno?

Sicuramente l’avventura più importante sarà quella di vivere la mia vita con Emma e Federica! Per il 2024 tra gli obiettivi che mi propongo in primis ci sarà vivere l’avventura di essere diventato papà, poi impegnarci con Federica per diventare nel nostro piccolo gli ambasciatori della Sicilia. Se tutto va secondo i piani il 13 maggio verrà istituito il primo concorso miglior sommelier dell’Etna, aperto a tutti i componenti di Ais Italia e sono sicuro che ci sarà un gran numero di iscrizioni.

Sei laureato in ingegneria come hai iniziato il tuo percorso nel mondo del vino?

È una lunga storia. Diciamo che sono cresciuto a vino e biberon, mio padre è da quando ho memoria un sommelier che ha saputo contagiarmi questa sua passione! Nel 2015 un mio amico lavorava da Gambino, io cercavo un lavoro per continuare gli studi e così ho iniziato a lavorare là facendo accoglienza ai tavoli. A poco a poco si è trasformato in un lavoro vero e nel 2018 è arrivata la proposta di Murgo. Sarebbe stato un salto di responsabilità così con Francesco Raciti ne abbiamo parlato e avevamo capito che era arrivato il momento per entrambi di cambiare. È rimasta a tutt’oggi una bellissima amicizia, come sottolinea anche il nostro progetto in comune VersanteEst. Sicuramente mi è pesato essermi laureato dopo, la laurea in ingegneria è arrivata un mese prima del covid e mi sono sentito liberato dal peso di portare a termine un percorso.

Quali sono i tre vini che non dovrebbero mai mancare nella tua cantina personale?

Al primo posto metterei sicuramente Il Vecchio Samperi di Marco de Bartoli. Il Marsala spesso non è capito ma nella sua versione secca è un vino geniale. Secondo posto, per una questione affettiva, Barbagalli di Pietradolce e dulcis in fundo il Barone Emanuele di Murgo, un vino che ho contribuito a creare.

Se ti dovessi descrivere che Vitigno saresti?

Mi piacerebbe poter dire un Nerello Mascalese, che amo moltissimo ma credo di essere più un Syrah!

Descrivici la tua giornata tipo

Coccolare mamma e figlia prima di andare al lavoro, prepararmi per gli incontri con i clienti, tornare a casa e bermi un negroni chiacchierando con Federica dopo aver trascorso un momento padre-figlia con Emma.

Cosa direbbe il Claudio bambino al Claudio di oggi?

Di iscriversi alla facoltà di Agraria, di seguire la carriera nel mondo del vino e della comunicazione.

E l’adulto che oggi sei diventato cosa direbbe a te bambino?

Bravo per quasi tutte le scelte che hai fatto! C’è voluto coraggio

Cosa consiglieresti a qualcuno che vorrebbe cambiare la propria vita?

Di seguire i propri desideri e il proprio istinto, di viaggiare e cercare di fare esperienze che qui non avresti mai fatto.

E chi crede di non essere portato per questo mestiere?

Mai abbattersi a poco a poco fai esperienza l’importante è lasciare da parte le paure e credere nelle proprie passioni.

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