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Il futuro è “rosa” per  i panificatori dell’Isola: al vertice, Enza Scala

enza scala

Appena nominato il nuovo presidente dei panificatori da Confartigianato Sicilia: è Vincenza Scala del panificio “Ai sapori di un tempo” di Pioppo. 

Già da tempo con Enza e le sue sorelle, che insieme a lei gestiscono l’attività di famiglia, il pane profuma di “fimmina”, e adesso lo fa più che mai. Tanti progetti per il futuro e un forte legame con la tradizione che la lega saldamente alle radici saranno l’essenza ambivalente di questo suo mandato, dopo aver già rivestito il ruolo di presidente dei panificatori a Confartigianato Palermo.

«Il mandato da provinciale adesso è divenuto regionale, estendendo il raggio d’azione in maniera esponenziale. Mi si arroga il diritto e il dovere di dare voce a questa categoria che sta vivendo un momento cruciale della sua essenza, perché se da una parte il pane è artigianalità allo stato puro, dall’altra ci sono grandi movimenti che ci immettono in contesti che artigianali non sono – spiega Vincenza Scala – La verità è che noi lavoriamo troppo e ci occupiamo molto meno dei nostri diritti e delle possibilità che abbiamo di garantire la naturale esistenza della nostra figura, concentrandoci unicamente sul lavorare bene e tramandare ciò che facciamo. Ci si impegna ore ed ore in laboratorio fino a non poterne più uscire, trascurando l’aspetto rappresentativo e associativo che è invece essenziale.»

Ed Enza Scala crede fortemente nell’infinità di possibilità che il mondo delle associazioni offre. Per questa ragione ha sposato la causa di Confartigianato con cui è nata una preziosa unione di intenti che condurrà a risultati concreti. Eletta dal direttivo della categoria per rappresentare a pieno titolo le necessità del settore, la Scala è carica di soddisfazione e al contempo responsabilità perché molteplici sono le istanze da portare avanti: «Penso che procedendo con tranquillità, senso del dovere e responsabilità, nulla sia impossibile. L’importante è che si lavori sempre in maniera sincera» – chiosa la presidente.

Un programma carico di punti da sviluppare quello previsto dalla Scala, frutto di una lunghissima esperienza nel settore, per tutelare e promuovere il lavoro artigianale nonostante le sfide che il mondo politico, sociale e burocrate impongano. Il primo passo sarà certamente quello di confrontarsi con tutti i territori per conoscere le principali criticità su cui lavorare: incrementare l’associazionismo e il dialogo tra i membri della categoria che oggi, grazie alle moderne tecnologie, è più facile e fa sì che nessuno debba più sentirsi da solo. «Tutti siamo quando c’è ognuno, se non c’è ognuno non ci può essere il tutti» – questo lo spirito di Enza che, con il suo background da pioppese, spera di diffondere l’importanza del di ogni paese da intendersi come ricchezza, e che il pane stesso con tutte le sue varianti di luogo in luogo può simboleggiare. Obiettivo fondamentale è sbloccare l’ambiente formativo regionale della panificazione per dare le competenze necessarie a chi vuole intraprendere un’attività nel settore e immettervi nuova forza lavoro. Sostenere le imprese, lavorare per la riduzione del costo delle bollette e spingere per snellire le lungaggini burocratiche sono solo alcune delle azioni necessarie per la neo eletta Vincenza Scala. Una sfida ad ampio raggio che si riassume in tre parole chiave: tutela, sviluppo e formazione.

Proiettata verso la crescita futura della categoria che rappresenta, Enza Scala non vuole regalare il sistema produttivo paneario all’industria senza nemmeno aver provato ad agire per la sua salvaguardia, che passa attraverso un processo analogo a quello delle altre figure artigianali. «Esistere per resistere e resistere per esistere nel lavoro» – questo il suo motto. 

Enfasi, passione, slancio incessante verso ciò che fa sono gli elementi che tratteggiano la personalità di Enza. Due lauree e uno sconfinato amore per la letteratura italiana, il suo progetto di vita doveva essere un altro, eppure la sua è diventata una storia sorprendentemente meravigliosa nella quale ha messo a servizio della sua famiglia la sua primogenia. È stata la lungimiranza dei suoi genitori che l’hanno sempre lasciata libera di scegliere forse la vera chiave. Proprio questo l’ha ricondotta alle sue origini pur avendo coltivato i suoi interessi, ritrovandosi poi «come atto di riconoscenza involontario – così come lo definisce lei stessa – a non aver mai abbandonato l’attività di famiglia». Una scelta rivelatasi naturale, perché Enza del resto in quel mondo è cresciuta, senza mai avvertire la differenza di genere di un mestiere generalmente declinato al maschile: «Sento di stare facendo la cosa cui sono stata naturalmente chiamata a fare» – riassume Vincenza Scala con questa massima che, insieme, racchiude la sua persona e il nuovo ruolo che è chiamata a ricoprire e per il quale non si può che augurarle di riuscire ad attuare gli ambiziosi progetti che ha pianificato.

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