La storica azienda del monrealese conclude la raccolta 2025 con uve di alto profilo qualitativo, esito di un andamento climatico – nel complesso – equilibrato. Una vendemmia dal “sapore nuovo” per Feudo Disisa, in quanto la prima certificata in regime di agricoltura biologica.
Palermo, 29 settembre 2025 – Si è da poco conclusa la raccolta 2025 di Feudo Disisa, storica realtà della DOC Monreale che quest’anno raggiunge un traguardo di grande rilievo: la conversione dell’intera produzione in regime biologico. Un’annata che segna, dunque, l’avvio di un nuovo corso produttivo improntato sul rispetto integrale dell’ambiente e sull’utilizzo di pratiche colturali sostenibili, nonchè su una più coerente valorizzazione del patrimonio ampelografico e paesaggistico del territorio.
Dopo anni caratterizzati da stagioni anomale, il 2025 si è distinto per una distribuzione regolare delle precipitazioni e un ciclo vegeto-produttivo omogeno, condizioni che hanno favorito una maturazione lineare delle uve e la definizione di elevati profili qualitativi. Nello specifico, le piogge invernali e primaverili hanno garantito preziose riserve idriche, mentre l’estate calda – priva di eccessi termici – ha consentito alle piante di crescere senza stress significativi. Un inverno mite ha, inoltre, favorito una maturazione leggermente anticipata, controllata attraverso interventi mirati così da assicurare un’evoluzione costante e armonica dei grappoli.
La raccolta ha preso il via il 4 di agosto con lo Chardonnay destinato alle basi spumante, per proseguire con Fiano, Grillo e infine Catarratto. A settembre è stata la volta delle varietà a bacca nera: il Syrah ha aperto le “danze”, seguito da Merlot e Nero d’Avola, per concludersi con le uve di Perricone e Cabernet Sauvignon, raccolte con circa una settimana di anticipo rispetto alle annate precedenti.
“La nostra sfida – spiega Mario Di Lorenzo, alla guida dell’azienda insieme al padre Renato – è dare vita a vini che coniughino intensità e finezza, mantenendo equilibrio ed eleganza. Con la vendemmia 2025, la prima interamente certificata in biologico, vogliamo consolidare un percorso che unisce qualità enologica e sostenibilità: una viticoltura rispettosa dell’ambiente e quanto mai proiettata al futuro”.
Grande è l’attesa per le nuove espressioni in bottiglia di alcuni tra i vini più rappresentativi come Chara, blend diCatarratto e Inzolia, Grillo e Granmassenti Perricone, che interpreteranno al meglio le caratteristiche di questa vendemmia. A suggellare questo nuovo capitolo anche due prestigiosi riconoscimenti attribuiti al Lu Bancu 2024: il faccino 2026 di Doctor Wine (96 punti) e il titolo di “Miglior Catarratto”. Un’ulteriore conferma del ruolo centrale di questa storica varietà nella filosofia produttiva di Feudo Disisa. “Il Catarratto non rappresenta soltanto il nostro passato, ma simboleggia il fulcro della nostra identità; in esso riconosciamo sia un valore enologico sia storico-culturale che intendiamo valorizzare con rigore e sensibilità produttiva. Questa varietà – conclude Mario Di Lorenzo – costituisce, insieme al Perricone, il pilastro su cui intendiamo costruire il nostro futuro integrando tipicità territoriale ed eleganza stilistica”.
In questa prospettiva si inserisce anche il Progetto Arca (Associazione Regionale Catarratto Autentico), un’iniziativa che mira a coniugare ricerca scientifica e identità territoriale. Al centro del progetto, il Catarratto come elemento di “coesione”: un vitigno che, attraverso la sua straordinaria resilienza e versatilità enologica, si propone come modello di continuità tra tradizione produttiva e innovazione sostenibile.
Elèna Vitrano – lenavitrano@gmail.com – 346 4765433




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