È stato un Vinitaly estremamente concreto. Il 90% dei contatti è stato estero e proficuo, almeno per la mia cantina. Importatori da USA, Canada, Francia, Giappone e molto Nord Europa, che per me non è una novità in quanto lì sono già molto presente. E poi, gli Stati Uniti rimangono i nostri principali interlocutori a livello internazionale.
Così l’imprenditrice messinese Enza La Fauci, proprietaria della Tenuta vinicola omonima a Mezzana (via Piano Forno SS 113 km 18,800) sul fronte tirrenico e con vista su Punta Faro, commenta la sua partecipazione alla Fiera mondiale di Verona, conclusa ieri e quest’anno tornata con un’affluenza nuovamente numerosa e attenta. La “Lady del Faro Doc”, così è nota, per essersi spesa e battuta per anni per farlo conoscere sul piano internazionale, ha portato alla manifestazione le nuove annate per ogni varietà: la punta di diamante e pluripremiato “Faro Doc Oblì“, che ha confermato la sua notorietà, il suo intenso invecchiamento (un anno di barrique e 6-9 mesi di bottiglia) con l’annata 2017; presentati anche il Grecanico “Incanto“, prodotto nelle vigne dell’Etna, con l’annata 2020 in quanto i vini bianchi di La Fauci fanno un lungo affinamento in bottiglia, e lo Zibibbo messinese secco “Case Bianche” Igt Terre Siciliane (un arcobaleno aromatico, minerale e fruttato ma anche sapido e dotato di freschezza e persistente), sempre 2020. I vini di Mezzana sono coltivati tutti a 330 metri di altitudine s.l.m., tranne l’Oblì (350 m.).
“Non si può non ricordare il nostro meraviglioso Nocera in purezza, il ‘Maestro”‘ – afferma La Fauci -. Si parte dall’idea del ‘Faro scomposto’, cioè ho proposto i vitigni esclusivi e tipici del Faro Doc in forma separata: il Nerello Mascalese 100% creando il ‘Vignadorata’ Igt Terre Siciliane Rosso, che affina in vetro e il Nocera 100% Igt Terre Siciliane, appunto ‘Maestro’. Entrambi del 2018, invecchiano in barriques di terzo/quarto passaggio. La prima volta che sono apparsi è stata nel 2016”.
Le sue etichette sono a tuttotondo, allargandosi anche ai vini dolci e ai distillati: ci sono 2 bianchi, 4 rossi (tra questi anche “Terra di Vento” con 60% Nerello Mascalese – 15% Nocera – 15% Nerello Cappuccio – 10% Nero d’Avola), un rosato, il “Petalo”, da Nocera in purezza, un passito “Duci” (affinato in acciaio, elegante, morbido con aromi incredibili, note sapide, di arancia candita e spezie), due grappe di cui una bianca fatta con le vinacce dello Zibibbo (quella di Case Bianche) e poi quella di Oblì con l’Oblì Faro (distillate entrambe in alambicco in rame, la seconda invecchia 18 mesi in piccole botti di rovere). Poi, altri liquori con la Distilleria Giovi (nata dalla passione del fratello di Enza, Giovanni, nel 1986 e dall’acronimo Giovanni e Vincenza), che ha un’ampia rosa di scelte. Da qui, si estraggono grappe, il gin dalle botaniche dell’Etna e la vodka.
Il progetto è di continuare sui sentieri della qualità. “Il nostro è un territorio importante, che sono fermamente convinta possa darci enormi soddisfazioni – sottolinea Enza -. È un percorso che ho sempre tracciato in 20 anni di produzione di vini, per proseguire in un settore di qualità accompagnato dalle caratteristiche del clima e dagli elementi della natura”.
Le proprietà sull’Etna si trovano a Maletto, in Contrada Nave, da circa 12 anni, sul versante nord-orientale del vulcano, sopra Randazzo. Le uve arrivano alla Cantina di Mezzana per essere poi lavorate. La storia di Mezzana è un po’ più lunga, perché in questa sede Enza ha realizzato gli impianti dei vigneti nel 2003 e sistemando le varietà del Faro Doc (Nerello Mascalese, Nocera, Nerello Cappuccio e Nero d’Avola). Lavora strettamente con suo fratello e coi nipoti Rocco, 28 anni, e Giuseppe, che l’hanno supportata anche al Vinitaly e gestiscono, con il padre, la struttura di distillati a Fondachello Valdina, sulla costa tirrenica messinese. Inoltre, sull’Etna (in Contrada Caldarera) l’Azienda accoglie gli ospiti dal 2014 sotto la stella di “Casa Giovi”, dove si produce anche un Etna Rosso. Ad ogni latitudine, dal terreno vulcanico a quello che riceve la brezza del Tirreno, si lavora dunque, insieme e senza distinzioni gerarchiche. Le vinacce per i distillati derivano dalla Tenuta Enza La Fauci, ma anche da altri conferitori: “Perché – specifica l’imprenditrice – garantiamo anche la parte per conto terzi per cui lavoriamo e per cui realizziamo le grappe, abbiamo clienti anche in Toscana e in Piemonte che ci trasferiscono le loro vinacce”.
Come tutte le aziende, si è stati sottoposti a variazioni in questi anni, tra misure sanitarie e clima ormai imprevedibile. I vini rossi e bianchi vengono ricavati più o meno in egual percentuale. Dopo due anni di fermo, la certezza è che l’Azienda ha voglia di sponsorizzarsi, relazionarsi con consumatori ed esperti e partecipare a tutti gli eventi in programma. Intanto, tutto i fine settimana la Tenuta Enza La Fauci organizza degustazioni in cantina, con tanto di giro in vigna e sano relax in mezzo a profumi e sapori di un contesto bucolico. Il prossimo 14 maggio ci sarà un evento della Fivi, la Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti, di cui Enza fa parte da 10 anni e che si svolgerà nel suo sito vinicolo. L’imprenditrice aderisce da anni anche all’Associazione nazionale “Le Donne del Vino” con una ricca delegazione in Sicilia e con iniziative sempre di rilievo.
La passione per il vino della promotrice del Faro Doc si illumina più o meno da fanciulla, ma non ha a che fare con il tramandarsi il mestiere di generazione in generazione. La famiglia La Fauci era un’icona della fabbrica del mattone a Messina: ma Enza ha continuato a credere sempre, in maniera tenace, al suo sogno di essere imprenditrice tra le vigne ed oggi quel sogno è realtà e sta contribuendo a portare avanti il nome di Messina e della Sicilia in Italia e nel mondo.
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