Dopo il Macerato presentato allo scorso Vinitaly, l’azienda di Nicolosi ha impreziosito la linea di punta dell’ultima etichetta, nata da una selezione di varietà reliquie e uve Carricante coltivate nella vigna ad alberello a 900 metri d’altezza con una pendenza di oltre il 30%
L’azienda Serafica, giovanissima realtà vitivinicola di Nicolosi nel versante Sud dell’Etna, arricchisce la propria gamma di un nuovo gioiello enologico che racconta l’anima indiscussa di una terra antica: è l’Etna Bianco 2021, realizzato in una tiratura totale di 1.483 bottiglie dell’annata 2021. S’inserisce nella linea di punta Versante Sud accanto al Macerato 2021 presentato allo scorso Vinitaly. Un vino espressione e frutto del duro lavoro che caratterizza la viticoltura eroica, avvincente ed estremo racconto del terroir fatto di sudore, sacrificio e resistenza tra le scoscese pendici delle vigne ad alberello avvinghiate al suolo vulcanico di Monte Arso, imponente cratere spento da cui si gode uno spettacolare panorama: da un lato la vetta dell’Etna e dall’altro Catania e il Mar Jonio. Si tratta della prima vigna acquistata dal bisnonno Andrea Serafica al rientro dagli Stati Uniti nel 1950, quando l’agricoltura e la viticoltura erano le attività prevalenti nella zona. In questo tesoro ampelografico di famiglia la coltivazione è a “vite maritata”, non monovarietale, come si faceva una volta e tutta con vitigni indigeni a bacca bianca quali Carricante, Minnella, Inzolia, Corinto Greco, Catarratto, Bianchetta, Visparola e Coda di Volpe.
Dopo ogni eruzione ed esplosione il vulcano regala terreni diversi con caratteristiche differenti. Qui il suolo è sabbioso, molto drenante, di color rosso. A metà degli anni ’80 la vigna è stata reimpiantata dal nonno Nino e ha circa 45 anni d’età.
Versante Sud Etna Bianco 2021: l’assaggio in anteprima
L’Etna Bianco 2021 è un vino che nasce da un legame antico con la terra vulcanica in cui energia, passione e bellezza si mescolano e per incanto si susseguono tra paesaggi ricchi di biodiversità, profumi, tradizioni, arte e saperi antichi. Colpisce sentire parlare Giuseppe Borzì, responsabile commerciale, dell’Etna Bianco 2021. «Questo vino rappresenta tutta la nostra essenza – commenta – Crediamo molto in questo territorio e i nostri vini e oli sono frutto di una continua e appassionata ricerca del meglio del Versante Sud dell’Etna».
L’Etna Bianco 2021, presentato in anteprima presso Serafica, è in commercio da metà dicembre. Si fregia di un’etichetta dal design ricercato per catturare la forza e il fascino dell’Etna anticipando il racconto elegante e l’equilibrio del messaggio custodito in bottiglia. Vinificato e imbottigliato integralmente in azienda, si rivela sapido e attraversato da un’acidità vibrante che preannuncia una lunga strada davanti a sé. Giallo paglierino illuminato da sfumature dorate. Al naso stupisce con il bouquet complesso e carico di profumi floreali di ginestra, di frutta a polpa bianca matura, erbe aromatiche, toni agrumati e lievi nuance iodate. In bocca è morbido, denso, fresco, dinamico, goloso, di beva piacevole e dal finale persistente.
La storia della cantina Serafica
Serafica è una storia di famiglia, di ritorno alle radici, alla terra, di attenzione verso una viticoltura rispettosa dei principi della sostenibilità ambientale, in ogni sua sfaccettatura: dalla coltivazione dei vigneti agli uliveti appartenenti all’agro-biodiversità siciliana da cui nascono vino e olio dal carattere espressivo, identitario e originale unico. Nel 2008 si ha la creazione del brand per la commercializzazione dei prodotti con la nuova generazione alla guida dell’azienda, rappresentata da Maria Ausilia Borzì, che ha introdotto la didattica, dal fratello Giuseppe, dal cugino Nino e lo zio Andrea Serafica. I 17 ettari vitati si estendono dai 700 sino ai 900 metri d’altezza e godono dell’influenza marina e di grandi escursioni termiche indispensabili per un’ottimale maturazione dei frutti e garantire vini di qualità.
Oltre a investire le proprie energie su una produzione enoica di 60.000 bottiglie, Serafica racconta il territorio con 4 etichette di olio extravergine d’oliva ottenuto principalmente dalla cultivar autoctona Nocellara dell’Etna in purezza o in blend. Senza dubbio da segnalare la coltivazione della Segale Irmana in 6 ettari da cui si ottiene il “Pane Immanu”, gioiello alimentare della tradizione etnea. Un antico cereale, coltivato nel dopoguerra dai monaci benedettini e abbandonato nel corso del tempo, che grazie alla collaborazione con l’Università di Catania ha consentito a Serafica di divenirne artefice del recupero e sua custode.
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