Sono ancora in piena produzione; devono ancora accogliere il magnifico “oro verde”, figlio e frutto di una terra unica; eppure sono già richiestissime, in parte già prenotate, e la loro attesa crea già entusiasmo.
Sono il simbolo della celebrazione di venti lunghi e appassionanti anni di collaborazione le bottiglie che l’azienda agricola Val Paradiso ha deciso di fare realizzare per contenere la preziosa produzione di olio evo Igp di quest’anno. Bottiglie in ceramica, vere e proprie creazioni artistiche uniche, per ricordare come nell’ormai lontano 2002 tutto ebbe inizio, con le prime potature sperimentali degli storici alberi di ulivo. Da lì in poi è stato un continuo crescendo di una vera e propria storia d’amore e di armonia tra questa azienda, fondata a Naro, nell’agro agrigentino, ed oggi tra le più rinomate a produrre in biologico, ed il Parco archeologico della Valle dei Templi di Agrigento.
“Un omaggio – spiega Massimo Carlino, portavoce della famiglia di produttori che hanno creato tutto questo – che vogliamo rendere non solo a questa preziosa collaborazione col Parco, ma anche alle nostre radici culturali, a quell’aria che respiriamo e di cui ci cibiamo da secoli immemori”.
Le bottiglie in ceramica, infatti, nelle loro fattezze richiamano visibilmente le antiche e preziose ceramiche greche e che oggi sono oggetto di culto e venerazione di studiosi, appassionati e turisti nei musei dell’Isola, come il “Pietro Griffo” della città pirandelliana.
“Le bottiglie – spiega ancora Carlino – saranno realizzate in due versioni: una prima cottura con terra rossa ed una seconda con ingobbio e di colore nero. Le scalanature, inoltre, saranno un’evidente allusione ai tratti caratteristici delle colonne doriche, le stesse che adornano i templi della Valle, pervasi appunto di arte dorica”.
Il progetto di Val Paradiso si incastona perfettamente nell’ambito dell’iniziativa “Diodoros”, che prende vita e forma proprio all’interno del Parco e nasce dalla collaborazione tra l’azienda agricola e gli archeologi del Parco stesso, assieme ai grafici di Atelier 790, guidati da Antonio Giancontieri, e con il supporto di Elisa Carlisi, responsabile comunicazione di Val Paradiso.
Mille in tutto le bottiglie prodotte, omaggio alla cultura attica e simbolo di una vera e propria amicizia, che ha mirato negli anni, con successo, a riportare all’interno del Parco le attività agricole, andando così ad arricchire quel già meraviglioso percorso di arte e cultura con le tradizioni contadine. A giovarne innanzitutto sono stati gli alberi secolari, a cui ne sono stati aggiunti di più recenti, custodi di un territorio in cui è cresciuta la cultura occidentale, quella Magna Grecia che era ancora più ambita della Grecia stessa.
“Una realtà e un progetto, quello di Diodoros – dichiara il portavoce di Val Paradiso – che non solo ha cullato e ristabilito armonia nelle famiglie di ulivi, tra alberi giovani e secolari, ma anche tra le coltivazioni di mandorli, pistacchi, vite da mosto. Tutte quelle produzioni uniche e autentiche che oggi costituiscono l’apprezzato e tanto ricercato brand Diodoros, che riflette nella propria immagine e nei propri prodotti l’identità visiva del Parco. Un messaggio – dice sorridendo Massimo Carlino – di una potenza straordinaria”.
Le bottiglie, dunque, già numerose e in parte prenotate da Coop Culture (che gestisce siti museali in Sicilia e nel resto d’Italia, ndr), verranno messe in commercio il prossimo ottobre. I prototipi realizzati finora hanno già ottenuto l’approvazione del Parco archeologico e sono state presentate ufficialmente in occasione del convegno svoltosi al Museo il 4 e 5 giugno, con gli interventi, tra gli altri, del direttore del Parco, Roberto Sciarratta.
Affascinante, infine, anche la composizione delle cultivar di olive utilizzate per le produzioni di Val Paradiso: in parte Pidicuggiara, frutto di alberi secolari; poi, Ogliarola e Biancolilla, da impianti più giovani. Circa 1.500 i litri di olio in produzione, che in parte andranno in questa nuova “anfora”, mentre gli altri andranno nelle bottiglie classiche.
“Noi abbiamo un sogno, – conclude Massimo Carlino – che questa bottiglia venga ospitata al Museo. Così, a distanza di migliaia di anni, ci sarebbe un vero e proprio simbolo del ponte culturale che esiste tra la Sicilia contemporanea e quella classica. Ma lo diciamo sottovoce, perché non vogliamo sembrare né sfacciati né ambiziosi. Solo sognatori! Perché non avere nei musei anche un segno dei tempi di oggi?”…
Il segno di un sogno, insomma, che avrebbe la firma di Val Paradiso!
Photo by @elisacarlisi per Val Paradiso/Diodoros
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