Ricerca, innovazione, sostenibilità la scommessa di Assovini Sicilia che guida i cambiamenti, intercetta i nuovi trend di consumo con la riduzione di alcol, sfida il climate change, cercando di mantenere intatto e riconoscibile il patrimonio ampelografico del vitigno a bacca rossa ambasciatore della Sicilia nel mondo. In sinergia con l’ Università di Milano insieme e tecnici ed esperti del settore, tra cui il laboratorio di ricerca ISVEA, entrano in campo a gamba tesa, annunciando l’avvio di una ricerca pionieristica nella produzione del vino, con gli obiettivi di diversificare la produzione enologica, valutare la diversità del vitigno Nero d’Avola e ridurre il contenuto di alcol mantenendo la qualità sensoriale dei prodotti.

“I cambiamenti climatici e le legittime attese dei consumatori e delle autorità, stimolano le aziende di Assovini Sicilia ad approfondire le tecniche agronomiche e di produzione vinicola – ha affermato Lilly Fazio, vicepresidente di Assovini Sicilia, durante la conferenza stampa di presentazione del progetto- in particolare del Nero d’Avola, il vitigno a bacca rossa più diffuso dell’isola. Questo studio innovativo compiuto in partnership con l’Università di Milano, e sostenuto grazie all’indispensabile aiuto dell’Assessorato Regionale dell’Agricoltura, dello Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea, permette di comprendere il mondo, migliorare la qualità della vita, la sostenibilità produttiva e affrontare le sfide globali. Investire nella scienza significa credere nelle soluzioni che ancora non conosciamo, promuovendo una società più preparata per le generazioni a venire”.
Degustazioni di futuro con il progetto InnoNDA che, iniziato nel 2024, grazie anche al supporto di IRVO, si avvale della preziosa collaborazione di ben quattro aziende di Assovini Sicilia, Dimore di Giurfo (CT), Feudi del Pisciotto (CL), Tenute Lombardo (CL), Tenuta Rapitalà (PA), rappresentative della produzione di Nero D’Avola in quattro aree del “continente” Sicilia.
“Raccogliere le sfide moderne senza tradire la qualità e l’autenticità”, l’obiettivo del progetto finalizzato all’indagine delle tecniche agronomiche ed enologiche che permettono di ottenere vini con una gradazione alcolica più bassa, mantenendo al contempo l’intensità aromatica e il gusto distintivo che caratterizza la varietà Nero d’Avola. Non solo, il progetto InnoNDA include attività volte alla diversificazione della produzione mediante l’impiego di anfore di terracotta e alla valutazione delle diversità del vitigno Nero d’Avola nel territorio siciliano. “Il progetto InnoNDA intende apportare innovazione mediante approcci e strategie di vinificazione non applicate in precedenza per il Nero d’Avola –ha dichiarato la Prof. Daniela Fracassetti, dell’Università di Milano e responsabile scientifico del progetto – fornendo evidenze scientifiche atte a supportare i produttori per la crescita più consapevole del settore vitivinicolo”.

Tra i punti salienti dello studio e decisamente importante per uno dei settori vitali dell’economia , è la riduzione dell’ alcol a tenere desta l’attenzione sia dei viticoltori che dei consumatori. Non si parla di dealcolazione totale ma di ma di scendere sotto i 14 gradi fino ad un massimo di 9. “Il laboratorio ISVEA, coinvolto in numerosi progetti nazionali e internazionali come laboratorio accreditato – afferma l’enologo Leonardo La Corte, innovation broker – ha sposato con grande interesse un progetto sulla riduzione del grado alcolico e sulla diversificazione della produzione per dare una nuova identità ad un vitigno simbolo del Made in Sicily in tutto il mondo”.
La rivoluzione nel bicchiere, in Sicilia, è sulla cresta dell’onda per “governare” le sfide.
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