Il nostro viaggio tra i vignaioli continua, per una coppia che si innamora della Sicilia un’altra trova in terra straniera il luogo dove realizzare i propri sogni. Teruar è anche questo, la capacità di unire storie e territori, di andare oltre la geografia e i suoi confini, e presentarsi come un grande unico palcoscenico sul quale si raccontano uomini e donne con i loro sogni e la loro idea di un vino etico e sostenibile.
Giulio e Gaia si sono trasferiti in Spagna dall’Italia per motivi ed in periodi differenti, ma il destino aveva scritto per loro una storia diversa… e così in terra straniera si sono ritrovati a lavorare nella stessa azienda, nello stesso dipartimento e nello stesso ufficio ed alla fine si sono innamorati.
Giulio aveva già lavorato nel settore della vendita e della distribuzione del vino in Spagna ed aveva già un titolo di sommelier. Gaia invece si è appassionata a questo mondo dopo il suo incontro con Giulio ed ha iniziato il suo percorso di studi.
La pandemia e il lockdown hanno portato questa meravigliosa coppia ad interrogarsi sulla propria vita e sulle proprie scelte. Quel senso di inquietudine ha lasciato a poco a poco spazio al desiderio di dare vita a un progetto vitivinicolo proprio, che ha iniziato a prendere forma giorno dopo giorno, vendemmia dopo vendemmia, esperienza dopo esperienza in diverse cantine nel Penedes.
Il sogno era ed è ancora oggi quello di creare una piccola realtà vitivinicola che sia sostenibile da un punto di vista economico, ambientale ed etico. Già perché né Giulio né Gaia sono pronti a scendere a compromessi con i loro valori: la priorità è il rispetto massimo dell’ambiente e delle persone, in primis i loro collaboratori e dipendenti, aspetti ancora troppo spesso calpestati nel settore privato a favore del profitto e delle vendite come dicono loro.
Il Penedes li ha subito conquistati grazie alla sua antica tradizione vitivinicola, risalente al tempo dei romani, alla ricca varietà di vitigni autoctoni particolari ed interessanti come: la Garnacha, la Carinyena, il Sumoll, la Monastrell, il Macabeo, la Parellada, la Malvasia de Sitges e soprattutto il tanto amato Xarello.
Come avete capito che eravate nel posto giusto?
«Certe cose le avverti, le senti dentro – ci risponde Gaia –. Certo è stato anche un po’ merito del paesaggio mediterraneo, brullo e verde allo stesso tempo, immagina di vedere questo scrigno di terra, incastonato tra il mare e l’imponente montagna di Montserrat, abbiamo sentito che eravamo nel nostro posto. Poi la vicinanza a Barcellona ha giocato un ruolo importante nella nostra scelta».
«Entrambi abbiamo lavorato nel settore privato. Io sono laureato in economia e commercio e mi sono sempre dedicato al business development e alle vendite – Le fa eco Giulio – Gaia invece è laureata in lingue ed ha sempre lavorato nella procreazione medicalmente assistita. In futuro ci auguriamo di riuscire ad affermarci come vitivinicoltori e di poterci dedicare alla nostra vigna e ai nostri vini vivendo dei frutti della terra che coltiviamo senza dover svolgere altri lavori in parallelo».
“Speriamo di poterci comprare una cantina di proprietà dove vinificare perché attualmente siamo in una cooperativa assieme a tanti altri piccoli o medi produttori naturali e non” conclude Gaia.
Raccontateci qualcosa di questo posto che racconta di voi…
«Siamo nell’alto Penedes, qui in 4 ettari di vigne di cui 3 ad alberello e una di filari a Guyot doppio, coltiviamo Garnacha, Macabeo, Cabernet Sauvignon e Xarello, proprio quest’ultimo appartiene a una vigna centenaria. Abbiamo iniziato a produrre nel 2021 e quest’anno siamo arrivati già a 8.000 bottiglie e 10 etichette suddivise in tre differenti linee. Una più divertente, funky ed economica, una linea di gamma media dove ogni vino porta il titolo di una canzone e una gamma Top con vini mono varietali con un affinamento più lungo». Prendiamo in prestito le parole di Fabrizio Caramagna “L’uva scorre per vie segrete dal tralcio della vigna all’incantesimo del vino. A volte deve stagionare mesi o anni, ma il suo cammino si compie sempre. E quando apri una bottiglia senti che lì dentro c’è qualcosa che arriva da molto lontano, che viene dal sole e dalla profondità della terra” e noi aggiungiamo qualunque essa sia…
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