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Terre Sicane Wine Fest: celebrare un territorio attraverso il vino

Terre Sicane

Un vitigno, il Grillo,  per vini diversi, uno di terra e l’altro di mare,  due espressioni delle mille sfaccettature delle Terre Sicane, a cavallo tra la provincia di Palermo e quella di Agrigento.  È il  “Rahana Grillo 2020” della cantina De Gregorio,  sul mare  di Sciacca, di fronte alla “fantastica” Isola Ferdinandea, ad aggiudicarsi il podio per il “ Miglior Grillo delle Terre Sicane 2021” per il concorso enologico dedicato al vitigno a bacca bianca nell’ambito della  terza edizione di “Terre Sicane Wine Fest 2021”. La giuria di giornalisti e sommelier presieduta da Luigi Salvo, giornalista e docente, ha anche attribuito il “Premio Piacevolezza” ad “Helios Grillo 2019” della cantina Di Giovanna,  in territorio di Sambuca di Sicilia, vicino ad un bosco centenario di querce e lecci, tra  i 680 e gli 830 metri sul livello di mare. Complice il vino, la kermesse svoltasi dal 20 al 22 agosto nello splendido scenario dell’Abbazia Santa Maria del Bosco, incastonata nella Riserva Naturale Monte Genuoardo, è stata l’occasione per alzare il sipario su Contessa  Entellina, Hora e Kuntisës, il borgo  arbëreshë,  con rito greco-bizantino, a circa 80 chilometri da Palermo. 

“Ci stiamo preparando al meglio per fare turismo di qualità – ha spiegato Leonardo Spera, sindaco contessiota – per accogliere con ciò che di buono abbiamo. Il vino delle Terre Sicane è un elemento importantissimo per questa idea di sviluppo. L’evento Terre Sicane Wine Fest aspira ad essere unico nel settore per le particolarità che lo distinguono: prima fra tutte l’Abbazia Santa Maria del Bosco, lo straordinario plesso benedettino che ci ospita e poi per i valori di identità ed appartenenza al terroir espressi dal nostro vino che è sempre più apprezzato nel mondo”. 

Ed infatti  “Il vino come ambasciatore del territorio” è stato il leit motiv del convegno moderato dal giornalista Franco Nuccio con un ampio panel di relatori, tra cui che si sono intervallati ricostruendo una Sicilia del vino intensa, ricca di biodiversità, pronta ad esprimere il valore agroalimentare e umano dell’isola. “Attraverso il vino siamo stati capaci di creare connessioni e potenziare la nostra proposta d’accoglienza – racconta Gori Sparacino, Direttore storico della Strada del Vino delle Terre Sicane – sono molte le storie di rientro dei nostri giovani legate proprio al vino e questo ci fa pensare che rappresenta bene il nostro passato e contemporaneamente esso è anche il nostro futuro”. 

Il convegno ha dato impulso ad un gemellaggio tra Strade del Vino che sarà l’obiettivo  da raggiungere il prossimo anno. In questa edizione  sono stati presenti la Strada del Vino e dei Sapori Val di Mazara con il Presidente Mario Tumbiolo, il GAL Tirreno Eolie con il coordinatore Luigi Amato e da Parma il GAL del Ducato con il responsabile Giovanni Pattoneri.

Già pronte le date della prossima edizione: 29, 30 e 31 Luglio 2022 con il desiderio di poter accogliere il grande pubblico che in questa edizione ha potuto partecipare all’unico evento su prenotazione disponibile con posti limitati a cura di Slow Food – Comunità del Bio Distretto dei Borghi Sicani Condotta di Sciacca, che ha chiuso la prima giornata con la “Cena del Bio Distretto dei Borghi Sicani” ed un menù medievale, realizzato a quattro mani dagli chef Giovanni Lorenzo Montemaggiore, presidente dell’Associazione Disciple d’Auguste Escoffier Delegazione Sicilia ed Anthony Andaloro,  uno dei quattro  blind chef al mondo.  

Dalle bandiere blu di Lega Ambiente per le acque limpide di Menfi al silenzio dei chiostri dell’Abbazia Santa Maria del Bosco, le  Terre Sicane “raccontano” il fascino di un territorio ricco di storia, arte e cultura.  All’ Abbazia di Santa Maria del Bosco del 1300 si fa un viaggio nel tempo. Trasformata dai proprietari, la famiglia Inglese, in un relais di lusso per una vacanza di relax e natura nel pieno rispetto delle atmosfere del luogo che invita alla meditazione,  si possono ammirare i putti di scuola serpottiana, le grandi gallerie e gli intagli del maestro Giacomo Busacca. E, tra le curiosità più intriganti in cui  l’odore del vino arriva come una zaffata al naso a distanza di secoli, la visita all’antica cantina  dalle grandi botti usata dai monaci. Le Terre Sicane sono un museo en plein air di bellezza. Come Contessa Entellina, con le sue viuzze in pietra, le botteghe degli artigiani che lavorano l’argilla, di artisti che dànno vita a sculture, di giovani che si dedicano all’arte iconografica, sublimazione dello Spirito.  Sul territorio, caseifici, aziende vinicole di giovani under 35 che hanno scelto la sostenibilità, di proprietari di aziende agricole che aprono le  porte all’accoglienza autentica, facendo vivere e respirare le atmosfere della loro casa. Sono alcune delle  aziende che fanno parte  dell’ATS Bio distretto Borghi Sicani con il progetto BioShopSicilia misura 16.4 guidato da Antonella Murgia e diretto da Giuseppe Oddo, che hanno arricchito la tre giorni. Una comunità che ha nella capacità di fare squadra la sua più intrinseca identità. “Raccontateci per ciò che siamo, perché solo così riusciremo a fare davvero la differenza”, dice il sindaco di Contessa Entellina, Leonardo Spera. L’incipit di un altro articolo per conoscere le storie di chi ha il coraggio di restare ed i progetti di una comunità che, orgogliosa della sua lingua e quindi delle radici, costruisce il futuro  perché, come ha detto Mario Incudine all’inizio del suo concerto a Contessa Entellina, ricordando le parole di Ignazio Buttitta, “Un populo diventa poviru e servu quannu ci arrubbano a lingua addutata di patri: è persu pi sempre”.

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