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Taormina VinExpò, buona la “prima” dell’ edizione “zero”. Al ristorante Kistè, la cucina ruba la scena con gli chef Accursio Craparo e Pietro D’Agostino. Degustazioni a cura del sommelier Fabio Cristaldi

È stata l’edizione “zero” della manifestazione Taormina WinExpò. Del Taormina WinExpò 2024 si possono dire migliaia di cose, dai vini dei vari produttori provenienti da diverse parti della Sicilia che erano presenti nei banchi d’assaggio in due piazze di Taormina, Piazza Duomo e Piazza IX Aprile, ai vari talk che si sono svolti in Piazza Duomo, aperti al pubblico e tanto altro ancora. Ma se c’è stata una cosa che può racchiudere e descrivere la manifestazione al meglio è la cena gourmet svoltasi presso il ristorante Kistè, curata dagli chef Accursio Craparo e Pietro D’Agostino. La cucina si è ripresa la scena, con la sua cultura, lo studio che viene dato alla ricerca di ingredienti e di pietanze che possano lasciare un ricordo ed un’emozione. Così nella magnifica cornice di Taormina e nel sobrio ed elegante ristorante Kistè, in un’incantevole serata che anche nel periodo autunnale la Sicilia sa regalare, gli chef Craparo e D’Agostino hanno dato ai commensali il finale più che degno ad una manifestazione fortemente voluta e realizzata dagli chef e dall’Amministrazione Comunale di Taormina.

Il menu della serata è stato pensato e realizzato in un crescendo di sapori, senza eccedere e dando piacevolezza nell’assaporare le varie portate. Si inizia con l’aperitivo, Pane ed olio, accompagnati da Acqua fresca. In un primo tempo potrà dare la sensazione del banale, ma non è così! Pane ed olio è la composizione di pane ottenuto con grani antichi condito con olio extra vergine d’oliva, arricchito con un’oliva fatta con una pastella fatta da erbe aromatiche (origano, rosmarino) ed amalgamate con dell’olio, accompagnato con un drink fatto con vodka, succo di pompelmo e di ananas, un pizzico di lime, un po’ di cetrangolo, il tutto aromatizzato ed arricchito con menta ed origano (giusto per richiamare i sapori dell’antipasto) che ha dato per certi versi la sensazione ed il ricordo del seltz acqua, limone e sale, riuscendo ad amalgamare i sapori ed allo stesso tempo riuscendo a pulire il palato. Oltre al pane, l’aperitivo era composto da un piccolo arancino fatto con un riso che viene coltivato in Sicilia, che necessita di poca acqua per essere coltivato e che allo stesso tempo riesce ad essere più delicato nei sapori. Anche con l’arancino è stata abbinata l’Acqua fresca, che ha funzionato, riuscendo a dare un terzo sapore dato dalla combinazione fra la pietanza ed il drink.

Dipinto di blu è il nome dell’antipasto che era composto da totanetti, ricotta di capra, alghe e zafferano. Piatto in cui i totanetti sono stati l’”attori principali” e gli altri ingredienti si sono integrati arricchendo il tutto. Da non trascurare la presentazione del piatto che sembrava un dipinto che fondeva i vari colori, a voler testimoniare di come la cucina sia un’arte.. L’abbinamento con l’antipasto è stato con un Alta Langa Extra Brut Riserva 2018 D. O. C. G. Riserva Coppo (Pinot Noir e Chardonnay), che affina sui lieviti per almeno trentasei mesi. Un accoppiamento che è stato molto convincente, funzionando in maniera egregia, senza che coprisse il sapore della pietanza ed allo stesso tempo richiamandolo con una buona freschezza ed un perlage finissimo e delicato.

Il primo piatto è stata La spremuta di Sicilia, ovvero pasta di grano duro con acciuga, bottarga di tonno e finocchietto. Che la mano dello chef Craparo sia delicata con questo piatto se ne ha una conferma, riuscendo ad “ ingentilire” ingredienti di una certa personalità. Molto elegante e piacevole, il risultato.

Il tocco finale viene dato da un pizzico di scorza d’arancia caramellata. Il Monteriolo 2021 Piemonte D. O. C. Chardonnay di Coppo è stato il vino in abbinamento. Un abbinamento che riesce fino ad un certo punto, perché il contrasto viene “vinto” dal piatto. Allo stesso tempo è stato provato l’abbinamento con l’Alta Langa Extra Brut Riserva 2018 D. O. C. G. Riserva Coppo che è stato più convincente.

Il secondo piatto, a base di pesce, ricciola arrostita con contorno di spinaci ed acqua pazza di mandorla, viene chiamato La metamorfosi del paesaggio. Anche per questo piatto la bravura dello chef riesce a far coesistere i vari ingredienti con la pietanza principale, donandogli sapore, personalità in maniera parsimoniosa. È sempre il Monteriolo 2021 Piemonte D. O. C. Chardonnay di Coppo ad accompagnare il piatto, ma anche in questo caso l’abbinamento stenta. Meglio il connubio con l’Alta Langa Extra Brut Riserva 2018 D. O. C. G. Riserva Coppo. Dopo La metamorfosi del paesaggio, viene servito il pre – dessert, un uovo alla coque ripieno con biancomangiare e frutta di stagione. Scelta azzeccata per dare uno “stacco” fra il secondo ed il dolce. Delicato, ma allo stesso tempo riesce a pulire la bocca ed a preparare il palato per il finale.

Mordere la cultura, è il nome del dessert, che è composto da melanzana, carruba speziata e Vecchio Samperi. Se in un primo tempo la melanzana può destare qualche perplessità, basta assaggiare il dessert per fugare ogni dubbio e poter assaggiare un qualcosa di diverso per la sua originalità e la sua sfiziosità. Al dessert viene abbinato un cocktail con il Vecchio Samperi. In questo caso è un accompagnamento che funziona, per assonanza.. Sei piatti che, come la tre giorni del Taormina WinExpò, hanno saputo donare varie sfaccettature della cultura enogastronomica, richiamando l’attenzione e l’interesse dei turisti ed appassionati che erano presenti nelle strade e piazze di Taormina. Sorsi e morsi d’autore per un’emozione da ricordare…

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