A Taormina e Radicepura la XIX edizione di Sicilia en primeur dal 9 al 13 maggio. Assovini, Laurent Bernard de la Gatinais: “La Sicilia ha tutte le carte in regola per diventare wine destination”. Unicredit: “La Sicilia si conferma una regione strategica nel settore vino”. L’Etna protagonista.
Ambasciatori e custodi di cultura e territori, il pay off della kermesse itinerante dedicata al vino made e born in Sicily più attesa dell’anno, promossa ed organizzata da Assovini Sicilia guidata da Laurent Bernard de La Gatinais che riunisce 100 aziende vitivinicole tra realtà storiche ed emergenti e che quest’anno festeggia i suoi “primi” 25 anni. L’enoturismo, il filo conduttore della manifestazione che da anni ha il supporto di Unicredit, main sponsor. Saranno oltre ottanta i giornalisti italiani e stranieri che parteciperanno alla manifestazione a cui si aggiunge la presenza di Master of Wine e professionisti del settore che guideranno i seminari tecnici in programma e 60 le aziende presenti. “La Sicilia ha tutte le carte in regola per diventare una wine destination di eccellenza-ha spiegatoLaurent Bernard de la Gatinais, durante la conferenza stampa di presentazione di Sicilia en Primeur – i soci di Assovini hanno il duplice merito di viaggiare nel mondo per far conoscere il brand Sicilia e promuovere il territorio e la cultura attraverso l’esperienza dell’ospitalità siciliana nelle loro aziende perchè- chiosa- dietro ogni vino c’è sempre una grande storia da scoprire e raccontare”.Il vino è ambasciatore delle bellezze paesaggistiche e culturali dell’Isola grazie “al radicamento delle cantine nel loro territorio ed alla capacità che hanno avuto di ampliare ed articolare l’offerta enoturistica- sottolinea il presidente di Assovini Sicilia- dalle degustazioni ai corsi di yoga nei vigneti alle scuole di cucina, dando così l’input al turista di conoscere non solo le proprie aziende ma anche di visitare quei luoghi di cui sono custodi, in un’ottica sempre più ampia di ricambio generazionale che lascia ben sperare sul futuro del vino in Sicilia”. Un visitatore soddisfatto diventa un autorevole brand Ambassador di prodotto e territorio. E la Sicilia si conferma una regione strategica nel settore vino. E’ uno dei dati che emergono dallo studio UniCredit-Nomisma “Gli asset che creano valore per la filiera vitivinicola italiana: mercati, territori, imprese” a cura di Denis Pantini, presentato oggi a Palermo, in via Magliocco, nella sede centrale dell’istituto bancario che supporta le aziende del settore con una gamma di finanziamenti dedicati a sostenerne la transizione in ottica green e attraverso programmi di formazione e azioni concrete lungo tutta la filiera per sostenerle nel loro percorso di crescita ed innovazione. “ Lo studio di Nomisma – ha sottolineato Salvatore Malandrino, Responsabile Regione Sicilia di UniCredit Italia- conferma l’immagine del settore vitivinicolo della Sicilia come un comparto d’eccellenza non solo per l’economia regionale, ma anche in ambito nazionale. E l’export rappresenta la strwtegia imprescindibile per le aziende italiane del vino. Con il nostro network internazionale siamo in grado di accompagnare le aziende vitivinicole all’estero – ha detto Malandrino- di aiutarle a rafforzare il proprio business e ad inserirsi in nuovi mercati emergenti con ricerca di controparti”. Ma diamo uno sguardo ai numeri. La ricerca di Unicredit- Nomisma ha evidenziato come il record “sfiorato” degli 8 miliardi di euro di export del 2022 sia il risultato di un riposizionamento qualitativo, con i volumi di vino sfuso diminuiti dal 31% del 2012 al 19% del 2022, e quelli di spumanti cresciuti dal 9% al 24%. Nel frattempo l’export del vino italiano è cresciuto di quasi l’80% (a valore) verso i mercati del Nord America e dell’Asia. Stesso vale in proporzione per la Sicilia: i 5 mercati più significativi sono infatti la Germania, gli Stati Uniti, la Svizzera, il Regno Unito e il Belgio. Da sottolineare in particolare la crescita tra il 2021 e il 2022 dell’export siciliano verso Stati Uniti (+28%) e Svizzera (+24%). Interessante il dato sul prezzo medio dell’export dei vini DOP italiani cresciuto nell’ultimo decennio del 22,8%, con un’ottima performance dei Bianchi siciliani con il +30,6%, grazie ad un focus importante sulla qualità (In Sicilia ad oggi sono state riconosciuti 24 vini DOP, di cui 1 DOCG e 23 DOC, e 7 vini a IGT), sulla segmentazione/ differenziazione dei prodotti, sullo sviluppo di strategie multicanale, su un maggiore presidio dei mercati. Pollice su per ciò che riguarda il bio dove la Sicilia è la terza regione d’Italia con riferimento all’incidenza della coltivazione di vino BIO sul totale superficie vitata regionale. Curiosità: se le regioni del centro-nord sono molto attive sui 4 canali social, (Fb, Instagram, Twitter e Linkedin), con la Toscana superstar (ben 37mila follower) la Sicilia ha un buon posizionamento, certamente migliorabile: ciascuna cantina ha in media 16,4 mila followers, coprendo ca. il 10,3% del totale nazionale. Ottima notizia sul fronte delle acquisizioni nel settore vitivinicolo: con riferimento alla denominazione target, l’Etna è grande protagonista, al 4° posto in Italia, al di sopra di denominazioni come il Chianti Classico, il Valpolicella e il Barbera d’Asti. La conferenza stampa di Sicilia en primeur 2023 è stata anche stavolta l’occasione per presentare i tanti progetti di uno dei comparti più coesi dell’agroalimentare nell’ Isola. Come il progetto “L’identità del vigneto Sicilia – Il vivaio Paulsen e la valorizzazione del germoplasma viticolo siciliano”, promosso dal Consorzio Doc Sicilia in partnership con il Dipartimento regionale dell’Agricoltura, l’Università degli Studi di Palermo e il Centro regionale per la conservazione della biodiversità viticola e agraria “F. Paulsen”, dedicato alla conservazione della biodiversità generata dai 3.000 anni di viticoltura nell’isola e le sue varietà autoctone. “Se da un lato- ha detto Antonio Rallo, presidente del Consorzio, durante la conferenza stampa di Sicilia en primeur-l’obiettivo del progetto è quello di tutelare l’enorme ricchezza ampelografica dell’ Isola, dall’altra diventa centrale per lo sviluppo dell’enologia siciliana- ha detto Rallo– coniugare tradizione e alta qualità in uno scenario in continua trasformazione e le aziende siciliane avranno a breve la possibilità di acquistare materiale certificato di varietà autoctone che rischiavano di scomparire presso i vivaisti locali”. Un settore sempre più green in cui la “sostenibilità- ha sottolineato Dario Cartabellotta, dirigente generale del Dipartimento Agricoltura della Regione Sicilia nel suo intervento- è il secondo Rinascimento enologico”. A confermarlo, Alessio Planeta, componente del direttivo della Fondazione SoStain intervenuto in conferenza stampa dove ha annunciato un importante risultato: l’uscita sul mercato a maggio delle prime bottiglie 100%Sicilia realizzate dal vetro riciclato interamente nell’ Isola. Una bottiglia leggera, in grado di abbattere le emissioni di CO2 e di realizzare un futuro più roseo, pardon, più verde.
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