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Spopola sui social con il suo celebre «UAU», scopriamo insieme chi è l’estroso chef Carmelo Ferreri

Carmelo Ferreri

Carmelo Ferreri è un vero vulcano di idee, un concentrato di energia e genuina eccentricità che ha fatto dei suoi baffi e tatuaggi i tratti distintivi. Con il celeberrimo «UAU» è divenuto protagonista sui social, facendosi portavoce di un modo di fare cucina mosso sempre da stupore, gioia e passione, oltre che testimonial di una Sicilia bella e accogliente, capace di attirare turisti da tutto il mondo. Dietro questo aspetto così estroso di Carmelo si cela un uomo legato ai valori della famiglia e della sua terra d’origine, che in nome di ciò in cui crede si dedica da anni ad un profondo studio della materia prima. Il suo instancabile lavoro gli ha permesso anche di rivoluzionare e apporre la propria firma nella cucina del “Corallo”, da quasi sessant’anni un’istituzione a Marina di Modica.

Nato in una famiglia di ristoratori, già il nonno, dopo aver fondato i primi bar negli anni ‘60, creò un ristorante che ancora oggi a Modica è gestito dai cugini di Carmelo. Non solo quindi è venuto alla luce tra i fornelli, ma già dall’epoca degli studi presso l’istituto alberghiero ha iniziato le prime esperienze lavorative in Sicilia per poi, successivamente, vivere una parentesi in Germania e in giro per villaggi turistici e ristoranti italiani. Nel 2017 torna in Sicilia, a Scoglitti, e qui il suo approccio alla cucina muta, entra a stretto contatto con pescatori di lunga esperienza e inizia a lavorare unicamente il pesce.

Un animo così estroverso e gioviale, innamorato della Sicilia, non poteva che trovare espressione attraverso i social dove, con il suo popolarissimo «UAU», è davvero molto apprezzato per il racconto quotidiano con le sue ricette, le immagini del pescato del giorno, del lavoro che si cela dietro ad ogni piatto e delle bellezze dell’isola. Missione di Carmelo, come un vero influencer, è quella di coinvolgere e far conoscere la Sicilia, non andando in giro per il mondo ma arrivandovi e attirandolo sull’isola, restando a Modica.

Dal 2020 Carmelo è approdato alla cucina del “Corallo”, dove ha firmato un menu che si basa esclusivamente sul mare ed è divenuto l’anima del ristorante, punto di riferimento culinario, raccontando storie di mare, tradizione e innovazione attraverso i piatti. L’inizio, appena un mese prima dell’introduzione delle misure più restrittive a causa del primo lockdown, è stato abbastanza turbolento. Oggi però si può dire che la sfida di Carmelo di servire le quasi trecento persone che d’estate si arrivano a contare al “Corallo”, con un menu a base di pesce, è certamente vinta. La sua è una cucina di altissimo livello che continua però a conservare l’autenticità e la spontaneità del bambino nato quarant’anni fa a Modica, dove è tornato a vivere a pochi passi dal mare e da dove non desidera allontanarsi. La filosofia di Carmelo si basa infatti non sul denaro ma sulla migliore qualità della vita da offrire alla moglie Grazia e al loro piccolo Giuseppe. Crede nella sua terra e per questo vuole valorizzarla. Nella stessa maniera crede al progetto di Mariangela Corallo e Federico Minicuccio, che ha sposato quattro anni fa. Non solo grande riconoscenza nei confronti della direzione del ristorante la sua, ma anche la consapevolezza del potenziale di un luogo dove vivere un’esperienza culinaria indimenticabile.

Tanti i traguardi raggiunti da Carmelo, eppure il suo è un lavoro che non si ferma mai e anzi è votato alla crescita. Già da qualche tempo è infatti uno dei pochi chef in Italia, e dei pochissimi in Sicilia, terra ancora benedetta dall’ottimo pescato, ad occuparsi della frollatura del pesce. Una delle preparazioni di cui va più fiero, frutto di anni di studio e sperimentazioni, è infatti il suo tagliere di salumi di mare: porchetta e speck di ricciola, bresaola e mortadella di tonno, salame di cernia solo per citare alcuni esempi. Gusto e sostenibilità dunque i tratti distintivi di questo suo progetto votato al recupero di quelli che fino a non molto tempo fa erano considerati scarti. La previsione di Carmelo è che questa pratica nel giro di dieci anni si diffonderà nettamente ma al momento, con grande umiltà, può dire di essere stato lungimirante nel cogliere il potenziale di questo tipo di lavorazione del pesce.

Risultati così soddisfacenti non si raggiungono da soli, la visione di Carmelo sulla brigata di cucina come di una squadra di calcio, sport che ama, mostra il valore dell’unità e della collaborazione per il successo collettivo. Un ambiente familiare dove crescere insieme perché come dice Carmelo: «Da soli non si va da nessuna parte, UAU».

Foto Credits: Diego Cicero

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