“ L’ho gridato il mio amore per la mia terra” . Lo dice tutto d’un fiato, Giuseppe Costa, 38 anni, chef stellato del “Bavaglino” di Terrasini e patron di “Dispensa” nel salotto di Palermo, alla presentazione del suo libro “Sicilia D’ A-mare”. Una dichiarazione di riconoscenza alla bellezza della Sicilia, crocevia di popoli e culture millenarie. Due lustri di storia in centoventotto pagine di ricette, di racconti, con 30 piatti di mare e di terra creati da Giuseppe che nella “sua” cucina” tra profumi e sapori, riannoda i fili della Storia. Dai greci ai saraceni, dai normanni agli spagnoli, “Sicilia d’A-mare” ripercorre con immagini e parole, la vis creativa di un giovane uomo del Sud che senza incertezze ha lasciato la sua terra, per fare esperienze e confrontarsi “altrove”. Ma come scrive lui stesso nel libro, in questo “altrove”, all’Italia o all’estero, “ c’era sempre almeno una materia prima di origini siciliana, c’era un piatto che ricordava le nostre tradizioni e mi sono chiesto che significato potesse avere cucinare laggiù i cibi di casa mia quando potevo farlo a casa, fisicamente”. E senza altrettanta incertezza decide di ritornare e di mettersi in gioco perchè sente la responsabilità di restituire alla sua terra, con il suo lavoro, tutta quella bellezza che fin da bambino lo ha incantato. A quel mare che, come scrive “ è dentro me, io lo vivo e lo guardo. Sento il suo profumo e sono felice. Se gli sono vicino non ci faccio caso, è la normalità, ma quando mene allontano mi manca” dedica il suo piatto cult che dà anche il titolo al libro “Foglie d’amare”. A quei piatti della memoria come il “Piccione dolce e amaro” che realizza con tecniche moderne e criteri d’avanguardia. “ Mi ricordo di quando- racconta Giuseppe- vivevo a Montelepre con la mia famiglia, un paesino vicino a Palermo e le signore anziane andavano nelle piccionaie che avevano in casa a prendere le uova”.
Giuseppe Costa ama giocare con i grandi classici della cucina italiana. Non lasciatevi ingannare dal nome, perchè la “ sua” amatriciana pesca in fondo al mare. Di tutte le denominazioni, ce n’è una a cui è particolarmente legato, ed è quella saracena perchè come scrive “nei mie piatti, prima si sente il profumo, poi il sapore. Le spezie non possono mai mancare, come le cotture lente dove anice stellato e cardamomo avvolgono
e inebriano”. Edito da Trenta Editore specializzato nella diffusione della cultura del cibo, con la prefazione di Oscar Farinetti, patron di Eataly, “Sicilia d’A-mare”, è un libro che emana luce, calore, passione. Già dalla dedica. Alla moglie Enzamaria ed alle figlie Clara ed Elena “ che amo immensamente e con cui mi sento sempre in debito di tempo, sperando che un giorno comprendano che ogni mia scelta è stata fatta solo pensando a loro”. Ha un rammarico Giuseppe Costa, lo chef stellato che con determinazione ha saputo costruire la sua carriera ma che dimostra che per essere grandi bisogna soprattutto saper restare umili. “Mi dispiace che nel libro non sono riuscito a mettere i volti di tutte quelle persone che hanno lavorato e lavorano con me- dice- perchè il locale è fatto soprattutto di quelle persone che ti stanno vicino, con cui quotidianamente ti adoperi affinchè il cliente possa vivere a tavola un’esperienza”. A sfogliarlo grazie alle fotografie di Antonio Crimi, di Alessandra Mannino e di Stefania Petrotta, viene l’acquolina in bocca. Ma “Sicilia d’A-mare” è anche un libro solidale:i proventi della vendita del libro, acquistabile nelle librerie ed anche su Amazon, andranno all’associazione A-.M.I.C.I. Onls, associazione nazionale di pazienti, che assiste le persone affette da Malattia di Crohn e Colite Ulcerosa ed i loro familiari con cui Giuseppe Costa collabora da tempo. E’ vero che” le stelle sono tante”, come recitava la canzoncina di una réclame del Carosello ma a volte c’è qualcuna che brilla più delle altre.
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