C’è stato spazio anche per parlare di letteratura a Mediterraria, il Salone di enogastronomia del Mediterraneo organizzato da Amazing S.r.l., che nei giorni scorsi è andato in scena alle Ciminiere di Catania e dove la nostra redazione Sicilia da Gustare è stata impegnata in prima linea curando lo spazio adibito ai cooking show, arricchendolo con presenze prestigiose della ristorazione e della produzione agroalimentare siciliane. Tra i personaggi che abbiamo intercettato e intervistato, una in particolare ha colpito la nostra attenzione, per il fascino che ha emanato negli anni scorsi come penna raffinata e al contempo ironica del giornalismo anche culinario e che tutt’oggi emana in qualità di scrittrice. Parliamo di Roberta Corradin, che alle Ciminiere è arrivata con il marito, lo chef Antonio Cicero, del ristorante “Consiglio di Sicilia” di Scicli (RG). Mentre Antonio si preparava per il suo cooking show, con Roberta ci siamo intrattenuti in una piacevole conversazione, svelando aneddoti e ingredienti del suo ultimo romanzo: Piovono mandorle. La prima indagine della commissaria Gelata, (Piemme). Un’opera letteraria in cui l’enogastronomia c’entra, e molto anche, facente parte di quella bellezza che avvolge la cittadina ragusana e, per la verità, gran parte del territorio. A Scicli, infatti, come in numerose altre parti dell’isola, sarebbe impensabile il turismo separato dal cibo, dal vino, dalla natura, dai monumenti… un universo unico e maestoso, in grado di conquistare anche chi qui non è nato. Proprio come Roberta, figlia dell’alta Val di Susa (per intenderci, oggi terra dei No Tav!, ndr), poi trasferitasi in Veneto, a Roma, emigrata a Parigi e a New York ed infine conquistata dalla Sicilia sudorientale.
“Ho comprato una casa a Chiaramonte Gulfi e mi hanno dato in omaggio un marito – scherza Corradin, il sorriso ironico di chi l’esperienza professionale l’ha vissuta in giro per il mondo e che oggi ha trovato il proprio equilibrio in questo lembo di terra. – La gastronomia nel romanzo c’entra, perché non cancelli in un attimo 25 anni di attività giornalistica, soprattutto gastronomica, con pezzi firmati per D la Repubblica, l’Espresso, Gambero Rosso, Il Sole 24 Ore e testate Usa. La cucina, del resto, rappresenta ancora oggi una grossa parte della mia vita, anche se oggi faccio, non scrivo e ho abbandonato il giornalismo”.
Il primo libro di Roberta Corradin è del 1995 ed anche nella letteratura sembra avere raggiunta la giusta maturità. “Vivere in Sicilia – prosegue – significa sottoporsi ad una quotidiana overdose di bellezza e questa overdose è l’ingrediente del romanzo, un libro corale, con 34 personaggi: abbastanza, se si pensa che per un giallo bastano tre personaggi: l’assassino, il detective e l’assassinato. Con questo romanzo volevo trasferire su carta le mie sensazioni nel vivere a Scicli, una Scicli cosmopolita, con personaggi della intellighenzia internazionale che vivono qui”.
Naturalmente tutto il libro è pervaso dalla presenza positivamente ingombrante di Andrea Camilleri e del suo personaggio Salvo Montalbano, tanto che tra i numerosi personaggi che si alternano nelle vicende, durante le quali il morto ci scappa per davvero, addirittura sbagliano e, convocati dalla commissaria, invece di andare nella vera questura si recano nella stanza del sindaco che, come si sa, nella fiction Rai è proprio il commissariato di Montalbano. Un divertissement lo definisce Roberta, che infine dice della cucina e del suo ristorante: “È un altro di quegli ambienti che adoro, perché pirandelliano: è come un teatro della vita, è come tu lo vuoi”.

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