A Macari, in provincia di Trapani, s’intrecciano gusto e cultura. Ma è una storia che parte da lontano, come tante altre e molto affascinanti nella nostra isola…
C’era un tempo in cui a Isulidda, un tratto di costa tra la Riserva Naturale di Monte Cofano e San Vito Lo Capo, i pesci saltavano sulla riva e c’era anche un antico porticciolo per il ricovero delle barche dei pescatori. Di quel tempo narrato dagli anziani di Macari (dal greco makarios, che significa “luogo di beatitudine”), è rimasta fortunatamente l’incontaminata bellezza delle sue spiagge, delle falesie rocciose di Monte Cofano che si gettano a picco sul mare blu. Tra le insenature di quella costa, che nel 2015 si meritò il titolo di “costa più bella d’Italia”, si snodano le vicende del giornalista Saverio Lamanna, nato dalla penna di Gaetano Savatteri, prolifico giornalista e scrittore di Racalmuto, noto al pubblico anche come volto del Tg5 di Mediaset. Lamanna sarà interpretato da Claudio Gioè nella fiction televisiva “Màkari” in onda su Rai Uno, il 15 ed il 16 marzo.
Editi da Sellerio, i gialli di Savatteri sono appunto ambientati a Macari, una frazione ad appena 3 km. da San Vito Lo Capo, “dove è possibile godersi la pace e la bellezza del mare e di paesaggi incontaminati – spiega l’Autore – lontani dalla pazza folla che in questi ultimi vent’anni si è riversata nella vicina San Vito”.
Autore di “Quattro indagini a Makari”, Savatteri se ne innamora tanti anni fa. Complice della scoperta, la sua amica Marilù Terrasi, la “signora del cous cous”, chef e patron del “Pocho”, l’hotel ristorante a Macari , a cui lo lega un’amicizia trentennale che risale ai tempi in cui lavorava al Giornale di Sicilia, dove si occupava della pagine culturali.
“Erano gli anni ’70 e a cortile Amato – racconta la signora Marilù, laureata in filosofia e ricercatrice presso l’Istituto di Tradizioni Popolari dell’ateneo palermitano – Savatteri venne a vedere gli spettacoli sperimentali della compagnia Gruppo Teatro5 con cui recitavo, perché il teatro e la gastronomia sono le mie più grandi passioni.”
Da teatrante girovaga, Marilù con la sua compagnia gira l’Italia finché non arriva a Macari e se ne innamora. Con il suo ex, acquista un rudere che poi trasforma in casa e lì, nelle sere d’estate, nel piccolo giardino nasce il club, il “Pochoclub” in omaggio al gatto siamese mascotte della compagnia, “un ritrovo per pochi amici- racconta– dove suonare e mangiare il cous cous”. Tra loro anche Gaetano Savatteri. “Macari stava lì sulla strada, prima di San Vito Lo Capo e manteneva intatta la sua dimensione tranquilla di paese- ricorda lo scrittore- a poco poco quello che per Marilù era diventato il suo luogo del cuore, lo fece scoprire anche a me”.
La cucina per Marilù da gioco si trasforma in qualcosa di più serio quando nel ’92 acquista il locale di cui erano rimaste solo le mura di una pizzeria ormai in decadimento.“Rimasi stregata dal panorama e c’innamorammo subito della magia di questo posto, da cui si gode uno dei tramonti più belli della Sicilia – continua – e così iniziò l’avventura del Pocho, a cui non cambiammo nome perché la mia anima da artista è scaramantica”.
Il “Pocho” è un luogo accogliente, colto, dove tra pupi siciliani e locandine teatrali ed oggetti di famiglia pulsa l’intensa vita artistica della sua proprietaria, che incoccia il cous cous davanti ai clienti, sulle note degli antichi “cunti” della tradizione siciliana. Da allora, Marilù è diventata l’indomita sentinella di Macari. Organizza “Cibo per la mente”, un ciclo di incontri a tema in cui i protagonisti sono i prodotti del territorio di cui Marilù con il suo stile inconfondibile, diventa ambasciatrice e gli scrittori qui presentano i loro libri.
“Una bellissima terrazza – dice Gaetano Savatteri – dove lo spettacolo della natura si fonde con la nostra cultura gastronomica, di cui il cous cous è espressione ”.
Nell’agosto del 2018, in occasione della presentazione dei suoi libri, Savatteri conia la frase “MaKari before San Vito” a sottolineare la felice casualità della frazione di trovarsi vicino ad uno dei posti più conosciuti nel mondo e di essere valorizzata. Inizia il tam tam e “I Love Makari” diventa più di uno slogan stampato sulle magliette. È la dichiarazione d’amore di quanti sono diventati, negli anni, custodi e promotori della bellezza del territorio. Fanno richieste nel segno dell’accoglienza, della pulizia dell’ambiente e della sua valorizzazione. “Chiediamo – dice Marilù Terrasi – che si presti una costante cura alle spiagge, che alla Riserva di Monte Cofano sia riservata la stessa attenzione che ha la Riserva dello Zingaro ed ancora che l’Amministrazione comunale sanvitese predisponga un bus navetta per i turisti per far conoscere le spiagge di Macari, di Castelluzzo. Perché la vera forza è il territorio”.
L’ultimo raggio di sole tinge il cielo di uno dei teatri naturali più suggestivi dell’Isola, che prima con il commissario Montalbano e adesso con “MaKari” offre la sua splendida scenografia.“Questo perché la Sicilia nella sua interezza – conclude Savatteri con orgoglio – è un luogo che emana emozioni vere, autentiche. Un grande contenitore di suggestioni”.
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