In un’epoca nella quale ci sentiamo troppo evoluti per festeggiare le classiche ricorrenze, in un’ottica di negazione di ciò che fu, etichettato come figlio del consumismo e commentato con sdegno, esaltando e accogliendo invece celebrazioni esterofile che ci fanno sentire cosmopoliti, vogliamo rivalutare il giorno del trionfo di cioccolatini, fiori, cene a lume di candele, parrucchieri, estetiste e chi più ne ha più ne metta!
E così il povero San Valentino, che tanto fece in vita per unire gli amanti celebrando, in ultimo, un matrimonio che gli costò la testa, continua il suo martirio con il fiato sul collo dell’eterno rivale San Faustino, osannato dai singles che guardano al martire come la causa dei loro tormenti!
Ma quanta bellezza c’era in quei tubi di cioccolatini di varie forme e dimensioni accompagnati da svariate aggiunte a seconda della nostra condizione economica -se ragazzini o già stipendiati- e che trionfalmente venivano portati all’appuntamento con il nostro Valentino o Valentina al grido di: “sarà per sempre!”.
Ma noi non ci arrendiamo e crediamo ancora nello scatto finale di questo San Valentino un po’ spossato che tenta la cavalcata finale per tagliare il traguardo davanti all’avversario.
In quest’ottica romantica-retrò proponiamo dunque tre possibili alternative per chi deciderà di festeggiare il 14 febbraio alla faccia di giudizi sommari e con cuore colmo di gioia; la nostra proposta va da Palermo alla provincia passando, eventualmente, per una cena casalinga.
Di Fetta in Fetta di Claudio Lo Voi, Piazza Europa 15 – Palermo.
Serata a tema “cibo ed eros” in una location piccola ma sofisticata e accogliente, tra bottiglie di grandi vini siciliani e nazionali, con la narrazione di Elisa Gatto, p.r., sommelier e responsabile della sala che ci porterà in un viaggio enogastronomico che parte dall’Antica Grecia e lega le vicende di Eros, Venere, Bacco e Cerere. Si inizia con un piatto degustazione a “sorpresa”; antipasto di ostriche, mela marinata e gelatina di champagne, crostino di pane con mousse di avocado, lime e gambero, carpaccio di polpo. Primo: paccheri al bergamotto su crema di patate e zenzero saltati al ragù bianco di scorfano e coriandolo fresco. Secondo: trancio di salmone selvatico con riduzione di vino e ananas. Dolce: Cuore caldo al cioccolato e cannella.
Vini in abbinamento: Altemasi rosé Trento doc, Riesling Mosella Hofstatter, Gewürztraminer Mosella Hofstatter, Marsala Pellegrino Rubino Dolce.
Chef Filippo Buccheri, vi consigliamo di prenotare.
Cortile Pepe, Via Nicola Botta, 15, Cefalù di Toti e Lidia Fiduccia
Ci trasferiamo a Cefalù con la sua splendida cornice medievale, in uno di quei vicoli tra cielo, arte e storia in un luogo senza tempo per scoprire la raffinata eleganza di questo ristorante che in estate ci offre anche un dehors molto accogliente. Ne amiamo il silenzio, la cucina a vista, la perfezione dell’impiattamento curato nei più piccoli particolari dallo chef Gioacchino Gaglio, per composizioni che sembrano quadri e al palato diventano viaggi sensoriali in continua evoluzione tra una portata e l’altra.
Antipasti: Crudo di pescato del giorno in “caponata”, sugo di olive, cipolla in agrodolce, capperi, limone salato. Broccolo al bbq, crema di pinoli tostati, capperi. Quaglia in “falso magro“; scampi arrosto e il loro fondo. Primi: Spaghetto “pastificio Mancini” con carciofo spinoso di Cerda e bottarga di tonno. Tortello di merluzzo, limone verde, brodo arrosto. Risotto “acquerello“: pecorino San Nicola, broccoletti, acciughe di Cefalù. Secondo: Pescato di lenza con bietolina in umido, salsa alla Mugnaia; pancia di Maialino da latte con composta di carote di “Ispica” in un fondo al “Marsala”. Triglia al latte di mandorla, tenerumi, limone candito, cavolo nero. Pre-dessert, torta al cioccolato, mandorle e nocciole, composta di zucca, gelato alla vaniglia. Piccola pasticceria.
Vini in abbinamento: Orange AV 01 di Rallo, consigliato a tutto pasto dal patron, Toti Fiduccia.
Asahi Zushi di Gian Maria Siviglia, Via Palermo 20 San Giuseppe Jato
Continuiamo il nostro tour eno-gastronomico nella provincia di Palermo e ci trasferiamo a San Giuseppe Jato per scoprire questo locale minimal-chic di circa trenta coperti con bancone a vista dove l’avvocato Siviglia, abbandonata la toga e abbracciata la cucina giapponese, prepara il sushi; luci soffuse, ambiente moderno ed elegante per questo locale che utilizza essenzialmente pescato mediterraneo fresco e di stagione per le sue preparazioni. Ovviamente che nessuno parli di “all you can eat” davanti a ostriche, ricci, ricciola e materie prime di altissima qualità. Ma vediamo nel dettaglio un possibile menù:
Nigiri di: triglia, sarda, sgombro, anguilla. Uramaki: Black sea con tonno, gambero rosso, ricci di mare. White: ostrica, caviale di salmone, salsa ponzu. Salicornia: tonno, salicornia, umeboshi. Ricciola: ricciola, bottarga di tonno e gelificazione di sedano, menta e zenzero.
Cucina giapponese: tonkotsu ramen (zuppa a base di carne di maiale); wok ramen (pasta giapponese di grano, saltata con verdure, salse e gambero); ravioli gyoza (tipici ravioli giapponese piastrati a base di carne di maiale e verdure).
Dolce: Tiramisù al te matcha.
Vini in abbinamento: Petit fumè – Pouilly fumè, riesling Falkenstein, Camilucci Anthologie blanc.
E considerato che qualcuno potrebbe scegliere una romantica cena casalinga abbiamo chiesto a Benedetto Citarda, sommelier, di suggerirci tre vini per dare un tocco di classe alla serata.
Entreé: Di Legami, millesimato metodo classico di uve siciliane perchè la bollicina ha sempre fascino ed eleganza! Cena: Perricone Terre di Gratia, il più antico vitigno siciliano che fa bene al cuore perché contiene resveratrolo e picennatolo, “vasodilatatori” di buon auspicio per il post-cena! Dolce: Donna Rosalia di Le sette Aje, unico passito siciliano di uve grillo con basso grado zuccherino, vino naturale con note morbide di miele, albicocca e vaniglia per una coccola pre e post cena.
E per i ragazzi, che ci piace ancora immaginare studenti squattrinati a godersi ciò che l’età permette, auguriamo di baciarsi sempre e ovunque, di festeggiare Amore con lo stupore che solo la giovinezza concede e a San Valentino di stare sereno, perché ci saremo sempre noi, inguaribili romantici, a festeggiarlo.
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