Verdechiaro, come un germoglio appena sbocciato, una vita nuova che fiorisce e va custodita indipendentemente dal fiore che ne nascerà; un culto per la natura e il naturale che crea un rapporto simbiotico tra l‘essere umano e i colori che lo circondano, dove l’uomo non è l’artista, ma il mezzo che un artista superiore usa per trasformare la tela bianca in capolavoro.
Questa è l’immagine di Nello Occhipinti , stravagante all’apparenza con la sua barba verde, ma sagace nel continuo evolversi di uomo e chef. Un uomo che ha ben chiara l’idea di cibo, di ristorazione e di accoglienza che vuole proporre e la costruisce e reinventa ogni giorno trasmettendola, con toni pacati e gesti eleganti, agli ospiti chi si approcciano incuriositi al suo concetto di “mangiare bene e naturale” senza compromessi.
Il ristorante Verdechiaro è una spa dei sensi: il contrasto tra il verde che domina e il nero che lo esalta sono il tema del locale il cui simbolo è una sezione di carciofo, resiliente e duttile. L’ingresso del locale ricorda un bistrot parigino mentre l’interno è raffinatamente elegante; una concezione quasi Zen dell’ospitalità con luci soffuse e giardini vivi come quadri appesi alle pareti che aumentano il senso di calma che si respira.
La cucina di Nello, arricchita da proposte vegane, parte dalla visualizzazione di un colore a cui dare forma nel piatto finito, una cucina senza prodotti raffinati, solo grani siciliani, formaggi e salumi provenienti da ogni angolo dell’Isola come del resto tutti i prodotti impiegati in cucina ed esaltati da contaminazioni orientali, per regalare un appagamento complessivo dei sensi. Le carni provengono esclusivamente da allevamenti non intensivi e le varietà proposte sono soltanto due: cinisara e bufala ennese.
Ma andiamo alla pizza, con le nuove proposte del menù estivo. Anche queste seguono il concetto di “naturale” come ogni proposta di Nello, a partire dalle farine tutte siciliane, dal lievito madre ottenuto senza induzioni artificiali, dalla farina di polenta utilizzata per stendere la pizza e che le conferisce dolcezza e “rusticità”, ma vediamole nel dettaglio:
Montanarina: una piccola pizza fritta che rievoca la “sfincia”, più rigonfia rispetto ad una pizza normale; con un impasto di farine maiorca, madonita e perciasacchi viene guarnita con mortadella prodotta a Chiaramonte Gulfi, stracciatella siciliana, pistacchi di Raffadali trasformati in pesto da Nello e miele siculo
Margherita: anch’essa con impasto di farine maiorca, madonita e perciasacchi, condita con pomodoro “siccagno” di Valledolmo, pesto di basilico senza aglio, olio di Partinico e mozzarelline madonite.
Pizza bianca multicereali: la “prediletta” con impasto ai sei cereali, condita con capocollo di suino nero di Chiaramonte Gulfi, fior di latte madonita, zucchine grigliate, pecorino primintio madonita, spuma di pecorino e mentuccia fresca.
Pinsa cotta al vapore: la “friscanza”, con farine maiorca, farro spelta, mix di dieci cereali, semola rimacinata senatore cappelli, condita con pomodoro crudo a fette, provola madonita affumicata, patata cotto al forno con curcuma, fonduta di pecorino e pesto di basilico.
Padellino al vapore: la “regina”, ispirata alle tecniche di panificazione asiatiche con una cottura completa al vapore, condita con stracciatella di bufala ennese, capocollo di suino nero, spuma di pecorino, pomodorino giallo all‘acqua di mare e crema di mandorle tostate di Avola.
La scelta di fare una cucina esclusivamente orientata al rispetto della natura seguendone i cicli produttivi, la ricerca di materie prime tanto selezionate in un territorio come la Sicilia, dove i costi di produzione sono elevati e il trasporto non è agevole, sono elementi che porterebbero chiunque a desistere e cedere alle razionali logiche del mercato, ma questo per Nello significherebbe tradire la propria anima, a tinte tenui ma decise. Come la sua barba.
Aggiungi un commento