“Finalmente!”… È cosi che ha esordito Laurent de la Gatinais, presidente di Assovini Sicilia, salutando i giornalisti alla conferenza stampa per la presentazione dell’edizione 2022 di “Sicilia en primeur”, svoltasi nella sede centrale di Unicredit Palermo, main sponsor della manifestazione dal 2017.
Dopo due anni di stop per l’emergenza sanitaria, l’anteprima dei vini siciliani promossa ed organizzata dal 2004 da Assovini Sicilia, ritorna in grande stile dal 27 aprile al 1maggio. Saranno oltre 50 i giornalisti italiani e stranieri che parteciperanno alla kermesse itinerante, che vede protagonisti i produttori e soci di “Assovini Sicilia”, a cui si aggiunge la presenza di influencer internazionali, Master of Wine, consulenti appartenenti alle associazioni di esperti di vino che guideranno i seminari tecnici in programma. Emblematica la scelta del luogo, il borgo medievale di Erice, in provincia di Trapani, la provincia più vitata d’Italia, con epicentro il Centro Culturale scientifico dedicato a “Ettore Majorana”.
“La scelta di Erice è consapevole, perché ha un significato profondo legato al suo profilo e alla sua storia: centro culturale e scientifico di fama internazionale, laboratorio di idee – ha detto Laurent de la Gatinais. – La città medievale diventa quindi città del futuro, forte sostenitrice di valori in linea con la sostenibilità, come il rispetto dell’ambiente, la scienza, il genius loci, le tradizioni, la continuità con il patrimonio passato e l’idea di un futuro sostenibile, low impact”.
“Back to the roots. La Sicilia che vive il futuro”, il tema dell’edizione di quest’anno, che lega tradizioni, scienza e conoscenza dei produttori di quel composito “continente” vitivinicolo che è la Sicilia. “Vogliamo condividere e sottolineare il messaggio che la Sicilia vitivinicola è pronta alle sfide del domani facendo tesoro delle sue preziose pratiche del passato – ha aggiunto il numero uno di Assovini Sicilia, la realtà associativa dell’Isola con oltre 90 aziende giovani e storiche – molte delle quali si sono mantenute intatte negli anni, compatibilmente con l’innovazione tecnologica, consentendo una evoluzione enologica nel rispetto dell’ambiente e dell’uomo. L’Isola, grazie alla sua posizione e alle sue caratteristiche climatiche mediterranee, dimostra grande elasticità ai cambiamenti climatici rispetto ad altri luoghi. Elasticità non solo del territorio ma anche dei produttori, da sempre “Back to the roots. La Sicilia che vive il futuro”, abituati a gestire le criticità legate alle particolari condizioni climatiche delle annate e a trasformarle in abilità – ha continuato il presidente. – Questa sua condizione di Isola dalla naturale vocazione sostenibile, le consente di governare le sfide legate ai cambiamenti climatici in maniera più naturale e sostenibile, senza contraccolpi traumatici per l’agricoltura, la vitivinicoltura e il paesaggio.”
Assovini Sicilia s’interroga sul futuro, per affrontarlo. “C’è grande attesa per questa edizione di Sicilia en primeur – ha dichiarato ai nostri microfoni Lilly Fazio, vicepresidente di Assovini Sicilia – abbiamo voluto dare risalto al convegno con esperti del settore, perché possiamo monitorare dal nostro osservatorio quali saranno le ripercussioni sui cambiamenti climatici e quali colture e pratiche viticole da adottare perché sia custodito il valore dell’identità del vino siciliano. Questo è sicuramente l’anno della ripartenza per tutti – ha detto convinta – ecco perché abbiamo voluto dare ampio spazio all’incontro con i produttori”.
Fondamentale è fare squadra, condividendo le informazioni per compiere le scelte e le strategie giuste, per conquistare o rafforzare nuovi mercati e intercettare la domanda dei consumatori. Uno strumento utile in tal senso, il report di Unicredit-Nomisma su “Competitività e scenari evolutivi per il vino italiano e siciliano secondo l’Agri4Index Nomisma-UniCredit”, presentato in conferenza stampa. Numeri che “fotografano” lo stato di salute del vino siciliano sul piano nazionale e transnazionale. La Sicilia registra il 15% degli ettari vitati e l’8% della produzione di vino rispetto all’Italia, è uno dei dati positivi che emergono dallo studio insieme alla conferma sul fronte della qualità nell’anno 2021: l’incidenza dei vini DOP è sostanzialmente in linea con la media nazionale (40% Sicilia; 43 % Italia), l’incidenza dei vini IGP è più alta in Sicilia rispetto al dato nazionale (34% Sicilia; 26% Italia). Secondo i dati del report, l’export regionale nel 2021 ha registrato un forte rimbalzo (+16,8%) rispetto al crollo del 2020 e registra un aumento del 20,7% rispetto al 2016. I principali mercati di riferimento dell’export del vino siciliano sono: gli Stati Uniti (21%); la Germania (12,7%); il Regno Unito (8,7%), il Canada (7%). Rispetto ai dati del 2016 il maggiore incremento si è registrato con il Canada (93,1%) , la Corea del Sud (64,3%), la Svezia (52,9%) e gli Stati Uniti (40,3%). Nell’export i rossi DOP Sicilia registrano un incremento del 2% rispetto al 2019 e i bianchi DOP Sicilia hanno avuto un incremento del 32% rispetto al 2019. Per ciò che riguarda il trend nelle vendite di vini della GDO in Italia, nel 2021 rispetto al dato del 2019, i vini fermi siciliani sono cresciuti complessivamente dell’8,7% nei valori e del 2,5% nei volumi; buone le performance per i vini Dop siciliani le cui vendite sono aumentate del 21,5% nei valori e del 15,8% nei volumi. “Lo studio Nomisma – ha sottolineato Salvatore Malandrino, Responsabile Regione Sicilia di UniCredit Italia – conferma l’immagine del settore vitivinicolo della Sicilia come un comparto d’eccellenza del made in Sicily non solo per l’economia regionale, ma anche in ambito nazionale. Un settore quello del vino nell’Isola che non solo ha mostrato maggiore resilienza nell’affrontare la crisi ma anche maggiori capacità di riproporsi. Basta vedere alcuni dati forniti dal report dove la Sicilia nel 2020-2021 ha registrato una crescita nell’esportazione del 20% in più rispetto al 2016.Ed ancora, da quanto emerge dallo studio, la Sicilia è subito dopo il Veneto, la regione con la più ampia superficie vitata d”Italia con 98mila ettari ed è, dopo il Veneto, l’Emilia Romagna e la Puglia, la quarta per produzione con circa 4milioni di ettolitri di vino di cui il 75% di Dop e Igp- continua Malandrino- UniCredit è fortemente impegnata nell’offrire alle aziende vitivinicole siciliane soluzioni reali per rispondere ad ogni esigenza lungo tutta la filiera produttiva e per sostenerle nel loro percorso di crescita ed innovazione. L’iniziativa di oggi rientra nel più ampio impegno di UniCredit per il mondo del vino italiano: la banca ha infatti avviato un progetto che si concretizzerà in un evento finale il prossimo 10 aprile al Vinitaly, manifestazione a cui UniCredit ha confermato il proprio sostegno”.
Si guarda al futuro con fiducia. “Il 2021 ha segnato un incremento sostanziale dell’imbottigliamento della Doc Sicilia – ha sottolineato Antonio Rallo, presidente del Consorzio Vini DOC Sicilia – per un totale di oltre 95 milioni di bottiglie prodotte, predisponendo uno scenario ottimista anche per il futuro, grazie alla qualità dei prodotti della vendemmia 2021 che ci accompagneranno nei mercati nei prossimi anni ed alla forte capacità attrattiva del brand Sicilia”.
La Sicilia, inoltre, ha un primato da valorizzare: è il primo vigneto bio d’Italia, secondo i dati dello studio di Unicredit- Nomisma. Nell’ Isola la superficie di vigne a coltivazione biologica è pari a 26.241 ettari (il dato nazionale è pari a 117.378 ettari), pari al 27% della superficie di vigne in Sicilia. Ed è in crescita la domanda di vini green da parte dei consumatori. “La Sicilia ha il dovere d’intercettare questa domanda ed ha tutte le carte in regola per farlo- ha dichiarato Giuseppe Bursi, vicepresidente della Fondazione SOStain Sicilia- Anticipando i tempi, Assovini Sicilia ed il Consorzo della Doc Sicilia hanno messo al centro la sfida ambientale individuando un percorso per la salvaguardia a tutto tondo, attraverso rigorosi indicatori, dal divieto assoluto dell’uso di diserbanti chimici alla misurazione della water footprint al controllo del peso della bottiglia, alla conservazione della biodiversità per ridurre l’impatto sull’ecosistema”. Temi che saranno al centro del primo simposio dedicato alla sostenibilità del vino che si terrà il 2 maggio al teatro Santa Cecilia a Palermo, organizzato dalla Fondazione SoStain presieduta da Alberto Tasca.
Si scaldano, infine, i motori per il Vinitaly 2022, ormai alle porte e la Sicilia è sempre più protagonista. A sottolinearlo, Toni Scilla, assessore regionale all’Agricoltura, intervenuto alla conferenza stampa. “La Regione è impegnata con una serie di misure a valorizzare i prodotti agroalimentari per vincere la concorrenza sul mercato. Il brand Sicilia è sempre più vincente e noi dobbiamo essere capaci insieme, unendo tradizione ad innovazione, a perseguire la strada già tracciata. Ma occorre anche – ha sottolineato l’assessore Scilla- dare maggiore valore all’uva siciliana e quindi ai viticoltori”.
Intanto la Sicilia, che è tra le prime sei destinazioni prescelte dai wine lovers, è in attesa di una legge regionale sull’enoturismo già emanata dal governo nazionale a marzo del 2019, che regola uno degli asset fondamentali delle aziende vitivinicole con importanti ricadute sul tessuto socio-economico ed occupazionale dell’ Isola. Non solo degustazione, perché l’enoturismo mette insieme territorio, vino, natura, cibo, relax e convivialità. A quando?
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