Lo sciabordio delle onde avvolge come un mantra il “Molo di Sant’Erasmo”, il nuovo concept di ristorazione di Saverio Borgia. Evoca già nel nome i profumi ed i sapori del Mediterraneo in quel luogo, il porticciolo di Sant’Erasmo, toponimo di una borgata di pescatori e marinai cara alla memoria collettiva dei palermitani, che oggi hanno ricominciato a passeggiare in quel tratto di costa tra Romagnolo e il Foro Italico, di fronte a Villa Giulia.
“Il Molo di Sant’Erasmo è una doppia rinascita per Palermo – sottolinea Saverio, 34 anni che insieme al fratello Vittorio ha ideato il brand di successo Bioesserì che dal capoluogo siciliano ha conquistato Milano – perché abbiamo restituito una parte di mare ai palermitani e, nel contempo, abbiamo investito in un periodo non semplice per la ristorazione”.
Il waterfront di Sant’Erasmo, voluto dall’autorità del Sistema portuale del Mare di Sicilia occidentale, è protagonista in un mix armonico di luci e profumi. Dal design con le ampie vetrate che allargano lo sguardo sull’orizzonte alla corda dei pescatori usata per alcuni dettagli del bancone, dagli ombrelloni alle sdraio da lido insieme ai tavolini bassi sull’accogliente ponte esterno alle fughe di ceramica bicromatica bianca e blu restituiscono l’ atmosfera rilassante, di una Panormus che ritrova, anche nei colori e negli spazi, le radici della sua identità nel mare che la circonda, al gusto, “ di una cucina sincera, senza orpelli, ma gustosa – spiega Saverio – Molo Sant’Erasmo è una trattoria di mare con al centro la qualità e il rispetto degli ingredienti, dove la materia prima è protagonista di intriganti interpretazioni che guardano saldamente alla tradizione andando dritti all’essenziale”.
Un modo nuovo di guardare e gustare il mare. Nel menu di Alessio Marchese, il giovane chef del team di Bioesserì, trovano spazio tacos di gambero rosso, crostoni al guacamole, tartare e fish & chips, ma anche il più classico sautè di cozze, il tonnarello alle vongole, la parmigiana di melanzane, le polpette di pesce azzurro, la caponata di pesce spada, l’arancina al ragù di pesce. Centocinquanta posti in totale distribuiti, con un sapiente gioco anche di pareti, tra gli spazi interni e quelli esterni con una terrazza sospesa tra la città e il mare. Al centro, all’interno un grande tavolo di ceramica realizzato artigianalmente di Santo Stefano di Camastra, rinnova, in tempi così difficili, il piacere della convivialità. C’è anche un angolo relax con cuscini al cui centro svetta una palma, che ricorda l’atmosfera tipica dei cortili arabi. Il progetto, curato dallo studio di architettura Balla/Calvagna, crea una sapiente osmosi tra il “Molo di Sant’Erasmo” e la banchina con i pescatori, a sottolineare il legame recuperato tra ieri ed oggi, di un futuro che ha radici nel suo passato.Aperto tutti i giorni, sia a pranzo che a cena, con un menù anche per vegetariani e vegani ed alcune proposte di piatti a base di carne, “il Molo di San’Erasmo – dice Saverio – è una scommessa, soprattutto in questo periodo. Ma noi siamo imprenditori e dobbiamo avere fiducia. Non possiamo fermarci di fronte alle difficoltà”.
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