Intervista a Venusia Grillo su Ruggeri Olii
Ruggeri Olii è una realtà di produzione d’olio di alta qualità nel messinese. Da quasi un secolo, per ben 4 generazioni, la famiglia Ruggeri è custode dei segreti di un olio buono, estratto nel pieno rispetto dell’oliva, del territorio e del gusto del consumatore. Ma è solo grazie alla dottoressa Venusia Grillo che, quello che prima era tramandato di padre in figlio, viene divulgato di bocca in bocca e che gli orizzonti di Ruggero Olii si sono estesi ben aldilà dello stretto di Messina, fino ad arrivare in Montana, negli USA.
Se qualcuno ancora avesse difficoltà a credere che il futuro è donna, si dovrebbe ricredere conoscendo un po’ meglio la dottoressa Grillo, che si è confidata alla nostra penna e che, purtroppo, non riuscirà del tutto a descriverla nella sua esuberanza di idee e progetti.
Quando è incominciata la sua avventura nel management di Ruggeri Olii?
Io sono sempre stata molto informata di quello che succedeva in azienda, perché mio marito è Pietro Ruggeri, che appartiene alla quarta generazione della famiglia Ruggeri, una realtà che da più di 100 anni è nel settore della produzione e commercializzazione dell’olio extravergine d’oliva di qualità. Io ho sempre vissuto, prima come spettatrice, il contesto di questa azienda a conduzione famigliare e che si impegna nella realizzazione di un prodotto di qualità superiore. Sono diventata attrice protagonista quando nel 2021 la famiglia ha capito che era arrivato il momento di disegnare nuove rotte, di imprimere una nuova marcia, di vestire di nuovo l’azienda. Quando mi hanno proposto di entrare nel quadro dell’azienda, ho subito accettato l’opportunità perché sono una sempre molta favorevole a cogliere nuove sfide e a farmi stuzzicare da stimoli esterni. Fin dall’inizio, la volontà di mio suocero era cambiare le dinamiche di impostazione aziendale, quindi abbiamo determinato insieme quali fossero sia gli obiettivi del futuro sia quale l’eredità del passato e della tradizione da non trascurare, che per noi sono fondanti della nostra identità, ma anche nel modo di concepire il progetto dell’azienda.
“Stiamo lanciando, infatti, nuovi ed importanti progetti in Olanda e Repubblica Dominicana, cercando di promuoverci in ambito internazionale”. Un anno fa circa, rilasciava queste dichiarazioni alle penne di Sicilia da Gustare. Adesso qual è lo stato e la prospettiva di questi soggetti?
Da quando ho accettato questa sfida, fin da subito ho fortemente voluto che ogni prodotto fosse il frutto di un progetto. Ovvero cercare di andare oltre la concezione del prodotto come risultato di un processo prettamente materiale, ma farlo diventare un veicolo di valori, simboli, personaggi e prospettive. Così per me promuovere l’olio significa promuovere la cultura, mediante attività ed eventi intimamente connessi con il settore, come expo alimentari, ma anche attraverso eventi di più ampio respiro.
In Olanda, nello specifico, abbiamo collaborato con la chef Gisella Vandoni, ambasciatrice del gusto, che collabora con l’accademia di cucina italiana ad Amsterdam e che, dopo essersi innamorata del Don Pietro, mi ha subito proposto la redazione di 10 ricette con protagonista il nostro olio. Attraverso questo video ricettario siamo così riusciti a far conoscere la nostra storia e Messina anche all’estero.
Se le connessioni con il mondo agroalimentare sono molte e immediate, ce ne sono altre che si possono fare tra cucina e altri ambiti. Penso in questo caso al teatro e alla danza, che sono accomunate all’arte del gusto per la loro costante ricerca della perfezione, la tensione alla qualità e alla cura del bello, e perché cercano di appagare bisogni fisici, ma anche spirituali.
Quindi noi continuiamo ad ‘andare in tour’ con il nostro prodotto, come nel caso dell’evento diplomatico in Montana o al Teatro Manzoni di Milano in occasione del premio Maria Antonietta Berlusconi, organizzato dall’associazione omonima, che è una manifestazione internazionale per premiare le eccellenze.
Da donna, quanto è stato difficile farsi spazio in questo settore?
Sarebbe inutile cercare di trovare una risposta incoraggiante. Le donne per riuscire a emergere, in tutti gli ambiti, devono fare più fatica degli uomini. E lo dico io che sono arrivata alla titolarità dell’azienda dopo 4 generazioni di uomini. Ma posso garantire che, una volta che dimostriamo le nostre capacità e riusciamo ad affermarci e a far capire agli uomini quanto valiamo, la strada non è in discesa ma almeno diventa pianeggiante. Io so di essere arrivata in cima grazie a mio marito, che mi ha dato fiducia e ha riconosciuto in me la capacità innovativa e ha convinto mio suocero a darmi l’opportunità e so che, ancora oggi su alcuni argomenti devo impormi molto, come la gestione della comunicazione digitale, ma ho comunque la libertà di essere propositiva, credo che la conquista più grande sia avere uno spazio di confronto in cui poter parlare d pari.
Il momento più difficile e quello più soddisfacente della sua esperienza?
Dopo il primo anno, ho vissuto il momento più difficile in assoluto. Noi al momento abbiamo avuto una strategia di comunicazione e di marketing product oriented. Questo vuol dire che noi, io personalmente sono andata in giro a fare assaggiare i nostri olii. Quindi c’è stato un grosso investimento economico pur di ottenere contatti nei vari eventi di settore. A un certo punto però, dopo avere ottenuto i contatti che desideravo, dopo aver capire che mi ero mossa bene, mi sono ritrovata con molti ordini e l’assenza del prodotto. Quindi capii che c’era bisogno di un ulteriore investimento nella produzione per entrare concretamente nel mercato. Bisognava correre un altro rischio e sono stata molto aiutata da mio marito. Le soddisfazioni sono arrivate, però dopo una scelta presa non a cuor leggero.
Il momento più bello invece non glielo saprei descrivere. Io sono la voce, il volto che dà vita a un prodotto, a un contenuto. Propendo sempre a guardare avanti in maniera propositiva e ad abbracciare sfide nuove senza amai adagiarmi.
Ad esempio, uno degli obiettivi dei prossimi mesi è quello di creare occasioni intime per far conoscere i nostri terreni al fine di incentivare il turismo gastronomico e aumentare la consapevolezza della qualità del prodotto e del ciclo produttivo: chi ci visiterà scoprirà non grande realtà industriale ma un posto dove respirare la tradizione. Inoltre, la valorizzazione del territorio passa anche attraverso la produzione di bottiglie ‘evento’, come è stata quella dell’olio Don Vincenzo, proveniente da Cultivar messinesi.
Tra gli obiettivi futuri l’azienda, anche se a piccoli passi, c’è anche l’intenzione di ampliare la gamma dei prodotti offerti e quest’anno siamo pronti.
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