In un angolo speciale di Caltanissetta, un progetto unico ha già spiccato il volo, dimostrando che l’inclusione è una forza inarrestabile. N’Arancina Speciale, progetto nato circa dieci mesi fa e promosso dalla Cooperativa Sociale Etnos della città nissena, coinvolge persone con disabilità e giovani ex minori stranieri non accompagnati, offrendo loro un’opportunità di impiego e di scoperta di sé attraverso la realizzazione e la vendita di arancine, autentiche delizie e simbolo culinario della tradizione siciliana.
Nel laboratorio di via Michele Amari 13 a Caltanissetta, i ragazzi coinvolti si occupano della produzione e della vendita di ventuno varietà di arancine, realizzate esclusivamente con prodotti tipici del territorio a marchio Coldiretti Campagna Amica o provenienti da Presìdi Slow Food.
“Il filo conduttore di N’arancina Speciale è la Sicilia e la promozione del territorio. Il progetto vede coinvolti cinque ragazzi che sono stati già formati e che svolgono un’attività continua all’interno del nostro punto vendita. Altri venti, invece, stanno frequentando una scuola di autonomia e accompagnamento al lavoro e alla vita indipendente. Questo progetto si chiama Raggi d’Isole e accompagna i ragazzi pian piano a riconoscersi nelle varie abilità che posseggono e pian piano li inseriremo nella vendita, nella produzione o nel nuovo percorso di filiera agricola che inizieremo a breve” racconta Fabio Ruvolo, Presidente della Cooperativa Sociale Etnos.
L’arancina, ereditata dalla dominazione araba in Sicilia, è da sempre uno dei piatti simbolo della
gastronomia regionale nel mondo e racchiude un’esplosione di sapori e tradizioni che affondano le
radici in un passato ricco di storia. L’arancina, infatti, nasce da un’antica pietanza a base di riso, che
veniva disposta al centro del tavolo accompagnata da carne a tocchetti, zafferano profumato e verdure. Furono i cuochi arabi alla corte di Federico II che inventarono l’attuale forma sferica dell’arancina, prima impanata e poi fritta. N’arancina Speciale riprende volutamente, nel suo nome, le origini arabe di questa pietanza, come riporta la ricetta della Nāranjīya (arancia), una polpetta di carne di montone immersa nell’uovo sbattuto e fritta in modo da farla assomigliare a un’arancia, citata nel libro di cucina di Muhammad al-Baghdadi, scritto nel 1226.
L’arancina è però anche un simbolo di amicizia e solidarietà. Da pochi giorni è stata presentata l’Arancina Sicilia Romagna, in favore delle persone e delle comunità dell’Emilia Romagna, colpite dall’alluvione e dalle frane delle scorse settimane, realizzata con un mix di ingredienti siciliani e romagnoli: mortadella, grana padano, tuma siciliana, pomodori secchi e besciamella.
L’Arancina Sicilia Romagna
“L’arancina Sicilia Romagna nasce con l’idea di essere un simbolo di amicizia nei confronti delle
popolazioni colpite dall’alluvione. I proventi della vendita saranno interamente devoluti all’associazione Il Tortellante di Modena che gestirà le somme che raccoglieremo e che si attiverà sul territorio regionale. Ci siamo mossi tempestivamente all’interno di una rete nazionale con cui interloquiamo costantemente, così come hanno fatto anche gli amici di PizzAut di Milano che hanno realizzato la pizza Ricostruzione preparata con prodotti emiliani” dice Ruvolo.
Il progetto delle arancine speciali si è trasformato in un esempio di buone pratiche, ispirando altre
comunità a seguire la stessa strada. Non si tratta solo di un’attività commerciale, ma di un’opportunità per costruire ponti tra le persone e creare una società più inclusiva. Attraverso il cibo e la condivisione di una tradizione culinaria, il progetto si propone di abbattere le barriere culturali, promuovere la comprensione reciproca, ottenere un risultato tangibile.
“Abbiamo portato le nostre arancine a Montecitorio, alla Camera dei Deputati, all’Assemblea Regionale Siciliana e partecipato a diverse fiere, raccontando sempre la nostra storia attraverso i fatti rappresentando le diverse abilità che ognuno di noi sa meglio esprimere: vogliamo essere concreti” continua Fabio Ruvolo, Presidente della Cooperativa Sociale Etnos. “Adesso le nostre arancine sono arrivate a Milano. In questo percorso di crescita commerciale ci sta accompagnando la Focacceria San Francesco al fine di estendere la nostra produzione non più solo nell’ambito territoriale di Caltanissetta ma facendo entrare le nostre arancine all’interno dei loro punti vendita. L’idea è quella di creare sinergie e siamo alla ricerca di partner con i quali iniziare delle collaborazioni in altri territori”.
Questo cibo, tanto semplice quanto buono, diventa un messaggio di speranza e un invito a superare
le differenze, a costruire un mondo in cui tutti possano trovare il proprio posto e contribuire con le
proprie abilità. Le arancine speciali continuano a diffondere il loro profumo di inclusione, ispirando
le persone a guardare oltre le apparenze e a credere nel potere trasformativo della collaborazione. E
così, un intero progetto riesce a cambiare il destino di molte vite e a rompere le barriere dell’isolamento, ancora oggi troppo spesso celate.
“Il prossimo 22 luglio saremo al parco della Kolymbethra di Agrigento con gli amici della birra T21 per una serata dedicata al gusto i cui ingredienti principali saranno proprio le arancine e la birra. Poi, ancora, a Marianopoli per un contest di valorizzazione dei prodotti enogastronomici del territorio e al Sarduzza Fest di Castelvetrano, e ovunque ci sarà data la possibilità di creare modelli relazionali finalizzati a creare indotti di testimonianza. Vogliamo dire al territorio e alle famiglie che si occupano di soggetti disabili di vivere questa condizione con uno spirito diverso e più propositivo. Ancora oggi, molto spesso la disabilità è vissuta con pregiudizio, con una chiusura all’interno delle mura di casa, perché si temiamo il giudizio delle persone mentre noi vogliamo portare un messaggio di pace, di speranza ma soprattutto di operatività”.
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