Dopo le molteplici conferme sulla pasta e il boom della ristorazione, la farina siciliana, che da Caltanissetta attraversa mari e monti, compie adesso, per il secondo anno di fila, una “puntatina” a Sanremo, non come “divagazione dal mondo” ma per accendere i riflettori sull’universo pizza. L’Azienda “Molini Riggi” disegna e cura il suo concetto di arte nella composizione delle farine e dei suoi prodotti e ci tiene ad essere presente in un contenitore di specialità culinarie che acclama la Sicilia su scala globale. Uno degli amministratori della società, Marco Riggi, che abbiamo intervistato, ha notevoli programmi di espansione e le idee chiarissime su dove stare, in che periodo storico e con chi stabilire sinergie. A “Casa Sanremo” nell’Area Food che fa da cornice al Palafiori a fianco del Teatro Ariston, ancor prima dei giorni di gara (da oggi al 5 febbraio), l’Azienda Molini Riggi arriva carica di una tradizione risalente agli anni ‘50 da Calogero Riggi e poi Cataldo detto “Dino” – classe ‘47 (rispettivamente il nonno e il padre degli odierni titolari, Marco 39enne e Alessandro 34 anni). Se è vero che “squadra che vince non si cambia”, il management aziendale ha deciso di movimentare quel settore pizza che sta dando soddisfazioni e va ad impennarsi in tutta Italia, su cui ha voluto focalizzare il suo impegno, investendo anche in questo tipo di strategia mediatica e di visibilità e nutrendo una rosa di figure professionali che verticalizzano su obiettivi netti e significativi.
“La sponsorizzazione a Sanremo per il secondo round nasce grazie all’intervento del maestro pizzaiolo Enzo Piedimonte – commenta Marco Riggi – che ha un’amicizia con il padrone di casa, Vincenzo Russolillo. Piedimonte è il nostro Tecnico Capo dell’Area Pizza e ‘trait d’union’ con la città dei fiori, uno dei personaggi di spicco della pizza napoletana che oggi è un ritratto sano della Sicilia, visto che si spende da decenni per Messina e da 5 anni per il gruppo Riggi. Siamo contenti di questo spazio riservato da Sanremo e facciamo conoscere i nostri grani autoctoni lavorati con il metodo biologico e il convenzionale per una farina per pizza che assume connotati apprezzabili sia di profumo che di sapore. Il massimo che si possa ottenere da un connubio pizza napoletana e grani siciliani, perché la pizza viene alla luce tradizionalmente nel capoluogo campano mentre i migliori cereali sono in Sicilia completando l’eccezionale qualità. Nella manifestazione, abbiamo una decina di pizzaioli che sono nostri clienti e altri che non lo sono ma che valorizzeranno i nostri prodotti messi a disposizione”.
Ripercorrendo la progettualità che Riggi ci svela, l’affare più imminente, da perfezionare, interessa l’acquisizione dell’ex “Molino Sineri” di Assoro (Enna), avvenuta lo scorso dicembre e diventerà il primo stabilimento in Sicilia per la produzione di farine esclusive per pizza e lievitati (quali panettoni e colombe). “Saremo i primi a valorizzare una Filiera siciliana di Grano Tenero per prodotti da ricorrenza e non solo – esplicita Riggi -. Ricordiamo anche il cannolo che, pur essendo un dessert da ricorrenza, esiste tutto l’anno. Ci sono esemplari di mulino in provincia di Siracusa per farine industriali e a Pandittaino per la produzione di pane finalizzata alla Grande Distribuzione. Il nostro sarà unico per questo settore e inaugurerà il prossimo marzo”. L’Azienda ha aggiunto questo impianto all’altro Pastificio – il memorabile “Sorrentino” di Pompei, rilevato a giugno 2021. In questa penultima sede, in ordine cronologico, si è centrato il bersaglio di una produzione che sapesse apprendere dagli artigiani di Gragnano e accaparrarsi un mercato campano fatto di vantaggiose commistioni, inclusa la sensibilità verso un basso inquinamento ambientale (con il sostegno di impianti fotovoltaici). Dal nuovo stabilimento di Enna, ad uscire saranno le linee che hanno un loro brand: “Pizza Maestro” per la sezione salata e “Dolce Maestro” per quella dolce. Molini Riggi naturalmente realizza sia pasta fresca che secca e la prova lampante è il brand della ristorazione “Grani in Pasta”. Tre anni e mezzo fa, il 3 giugno del 2019, l’impresa di Caltanissetta ha messo ufficialmente in piedi questo grande ristorante (da un pastificio di fronte al Tribunale), dove le attrazioni gastronomiche sono i primi piatti cucinati nei modi più variopinti, insieme ad altre pietanze siciliane che stanno riscuotendo continui successi. Il format che conduce dalla preparazione della pasta fresca al piatto tipico funziona superbamente. Marco Riggi dice di questa location: “E’ una scatola che racchiude un po’ la nostra volontà di dettare il passo in cucina, attraverso l’uso delle nostre farine ricavate dai nostri mulini”. L’attività si affida ad un grande chef, Biagio Pernace, che sta portando in alto il nome di questo locale e allo store manager Alessandro Andolina, ma una nota di merito va fatta anche a Tommaso Mastrosimone, il pastaio, responsabile produzione per quel che riguarda pasta e pane. C’è già un progetto di ampliamento di questo marchio all’estero entro l’anno, a Barcellona e Ibiza, dove la famiglia Riggi commercializza le farine in un centro di sua proprietà. Gli assi nella manica non si esauriscono: nella propria compagine c’è anche l’Azienda “Terra e salute”, che “è la nostra parte di mercato on-line (e-Commerce) con cui distribuiamo i prodotti Riggi – spiega l’imprenditore primogenito – ma anche altre eccellenze siciliane e non. Questa allargherà la sua presenza in Spagna e negli Usa con un progetto su finanziamenti Simest e si concretizzerà entro quest’anno”.
Tre generazioni dei Riggi hanno così alimentato una spinta propulsiva di consensi perché poi si sa è la platea dei consumatori a sancire il vero successo. Ogni generazione con il suo sigillo di operatività e sagacia: dal creatore e fondatore Calogero, al supervisore Dino che si è consacrato allo stoccaggio del frumento, alla novità della molitura a pietra ed è stato un visionario, il primo a credere al biologico; fino ai due giovani fratelli, dediti alla ricerca e allo sviluppo delle materie prime e dei mercati internazionali con lo sguardo alle Fiere internazionali più stimolanti, da Bologna a Milano, da Parma a New York.
Gli standard di qualità vanno mantenuti, non basta raggiungerli. La dote più “miracolosa” sarà quella di non “annoiare” mai gli acquirenti (per esempio sui formati di pasta, sempre con trafilatura al bronzo) e di non tradirli, cercando materie prime che rispecchino il territorio nostrano e del Belpaese, la tradizione e le antiche ricette con i giusti tocchi di progresso.
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