Pittore, musicista, artista, scenografo, cantastorie e, soprattutto, custode e genio del papiro. Il maestro Michele Patanè, di Fiumefreddo di Sicilia in provincia di Catania, è tutto questo e tanto più. Un vulcano di idee, energie e passione che, in circa 35 anni di devozione verso questa pianta e verso le tecniche di lavorazione, ha creato una vera e propria tradizione del papiro di Fiumefreddo.
Le sue opere, le sue tecniche e le sue storie saranno tra i protagonisti, dal 29 al 31 maggio, della tre giorni di Lavica quale rappresentante dell’arte “vulcanica”. Sì perché Michele Patanè, creativo e artista a tutto tondo, è di sicuro un grande rappresentante della passione e della fantasia made in Sicily e soprattutto figlia dell’Etna.
Artista e appassionato ritrattista si da giovanissimo, Michele Patanè, classe 1957, non ha potuto seguire subito la sua vocazione per l’arte e per la musica (suona chitarra e pianoforte) e, dopo il diploma di geometra, ha cominciato a lavorare nel campo edile prima e commerciale dopo, ma sempre con un’attrazione particolare verso ciò che era arte e creatività. Passioni che ha coltivato, dapprima nel tempo libero, e che hanno preso via via il sopravvento rendendo il maestro Patanè quello che è oggi: un artista, pittore, cantastorie e copista di opere d’arte e soprattutto grande professionista e artigiano del papiro.
Michele Patanè, infatti, è ideatore e realizzatore della carta papiro, Papyrus “FIUMEFREDDO”, ricavata a partire dal 1988 dall’omonima pianta che coltiva personalmente nel suo terreno ma i cui bulbi vengono dalle piante originarie della riserva naturale orientata di Fiumefreddo da ancor prima che fosse istituita la riserva.
“Alla fine degli anni ’70 – racconta – insieme ad altri soci del Wwf ero impegnato per il riconoscimento della riserva naturale orientata del Fiumefreddo. La scoperta fortuita del papiro nei luoghi che sarebbero poi diventati riserva naturale mi ha cambiato la vita. La pianta del papiro cresceva rigogliosa e durante le pulizie e la sistemazione dell’area del Fiumefreddo, mentre tutti gli altri si interessavano delle specie animali e di altre piante, per me cominciava l’avventura con il papiro. Ebbi subito un’intuizione e capii che sarebbe stato bello legare il nome di Fiumefreddo alla carta dal papiro fiumefreddese. Decisi, quindi, di prendere alcuni bulbi abbandonati dagli operai durante i lavori di manutenzione e piantarli in un terreno privato”. Oggi, in realtà, le piante di papiro di Michele Patanè crescono anche in alcuni siti comunali e sono disponibili perché il maestro fiumefreddese possa creare le sue opere d’arte e proporre laboratori dimostrativi per turisti e famiglie nel suo laboratorio o nelle scuole e dove viene chiamato a portare la sua manualità e creatività.
È cominciata così, tra sperimentazione, studio e scoperta, l’attività di custodia e promozione del papiro che lo hanno reso un vero e proprio ambasciatore di questa pianta e delle tradizioni siciliane in Italia e nel mondo. Un’avventura da cui è nato anche un museo del papiro in piena regola nella sua bottega-atelier in Via Diana, 59. “Non è stato facile – confessa – arrivare a creare i primi fogli di papiro e utilizzarli per dipinti e stampe, ma ho fatto tanti tentativi e ho studiato tanto, sbagliando e ritentando, raggiungendo risultati ottimi che mi hanno permesso di superare ogni più rosea aspettativa”. Non a caso, Patanè ha rappresentato la sua Fiumefreddo di Sicilia all’Expo di Milano 2015, portando con sé ed esponendo un papiro da record, lungo ben 7 metri e mezzo che rappresenta da una parte la sua città e dall’altra la sua Sicilia. Michele Patanè, infatti, da ormai 35 anni, coniuga la lavorazione alla pittura e alla musica che ama da sempre, tanto che il suo Museo del Papiro è ormai meta imperdibile per turisti e appassionati che vogliono immergersi in un’atmosfera siciliana tra arte, artigianato, racconti in musica popolare e passione istrionica. Un’immersione che Michele Patanè proporrà a Lavica attraverso tre diverse attività: il laboratorio del papiro, l’esposizione dei suoi dipinti e una performance da canta e cuntastorie.
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