Con l’avvento delle feste di fine anno, gli spumanti incrementano (nel caso ce ne fosse bisogno) la loro importanza. La briosità che si vede nel calice, con il perlage ed a sua volta si fa sentire all’assaggio, rende gli spumanti un vino di festività ed in molti casi a tutto pasto. Quelli più conosciuti sono Champagne, Franciacorta, Trento D. O. C., ma ultimamente stanno acquisendo visibilità altri spumanti, da quelli campani, a quelli siciliani, come i veneti e stanno riprendendo l’importanza che gli spetta gli Alta Langa (Piemonte). Tutto questo amplia la scelta da poter fare per acquistare uno e perché no, più di uno spumante, anche al fine di potersene fare un’idea e rinfrescarsi (qual’ora sia il caso) le idee. Se tutto viene fatto sapendo cosa si sta assaggiando, le considerazioni da poter fare vengono agevoli, cosa ben diversa è se l’assaggio viene fatto alla “cieca”. La spumantizzazione, fa si che il vitigno (o i vitigni) sia quasi irriconoscibile, poiché con la rifermentazione e la permanenza per periodi più o meno lunghi (per gli spumanti Metodo Classico) sui lieviti tende a coprire gli aromi primari, rendendone la riconoscibilità di gran lunga più difficile. A tal proposito l’A. I. S. Catania ha organizzato una degustazione alla cieca di ben dodici spumanti Metodo Classico. Spaziando lungo tutto il territorio italiano, con i suoi vitigni, è stata veramente una degustazione che ha fatto capire quanto sia complessa la spumantistica e quanto possa influire sui vitigni. Un Franciacorta D. O. C. G., un Trento D. O. C., un Lessini Durello D. O. C., un Metodo Classico (della Puglia), un Metodo Classico (della Campania), un Metodo Classico I. G. T. Terre Siciliane e ben sette Etna Brut D. O. C., hanno dato vita ad una masterclass di grande interesse. A seguire i tredici spumanti Metodo Classico, descritti, senza dire il produttore:

- Sentori di felce e di muschio, accompagnati da nota iodata. Appagante con un sorso ricco e vibrante. Verticale. Lungo.
- Timbro vulcanico con sentori fumé e scorza d’arancia caramellata. Buona corrispondenza gusto – olfattiva. Pienezza e lunghezza al sorso.
- Sentori burrosi e di nocciola, con accenni di humus, chiude con un finale citrico. Verticale con una buona struttura. Appagante.
- Verticalità che si percepisce con gli aromi intensi. In maniera tenue si percepisce il succo di pomodoro e di frutta esotica. Un sorso rotondo e pungente allo stesso tempo.
- Agrumi e nota iodata con ricordi di melograno. Ben equilibrato con una verticalità che viene smorzata da un finale sapido.
- Nota sulfurea, floreale e di frutta secca con accenni a frutti di bosco. Sorso equilibrato, con una freschezza ben sagomata che gli dona rotondità al sorso. Buona progressione.
- Nota di pasticceria con uva sultanina e pan di Spagna, frutto della passione. Al sorso è inebriante con grande verticalità e pienezza di sorso. Lungo.
- Frutta esotica e di erba tagliata e di fragola. Grande verticalità che pulisce la bocca e che gli dona persistenza.
- Fine e delicato, accenni di nota calcarea. Potente e di grande personalità. Verticale. Lungo e piacevole.
- Fresco con sentori di frutta, fragola, nota fumé. Pieno e con una buona verticalità. Buona persistenza.
- Note fumé, frutta secca, nota iodata. Verticale e chiude con un finale salmastro. Di grande personalità e progressione.
- Frutta candita, note speziate, tabacco. Strutturato alla beva, ma allo stesso tempo con un sorso agile ed un finale leggermente dolce. Lungo.
- Nota sulfurea ed in maniera delicata di vegetale, vengono arricchite da profumi di pasticceria (quasi impercettibile). Pienezza al sorso con una piacevole sapidità.
Una descrizione così sintetica lascia molto all’interpretazione, soprattutto quando alcuni spumanti sono ottenuti con diversi vitigni, “depistando” su quello che potrebbe sembrare ed anche quando si ha un Metodo Classico ottenuto da un solo vitigno, se questo vitigno proviene da una zona non sua, può assumere dei connotati differenti, portando facilmente a non indovinare. Di seguito vengono riportate le cantine che producono i Metodo Classico degustati durante la serata. L’elenco riporta lo stesso ordine di numerazione riportato prima.

- La Contea Etna Est! Bianco 2018 Etna Brut D. O. C., è una blanc de noir ottenuto da Nerello Mascalese che affina quaranta mesi sui lieviti. La sua freschezza è per certi versi una caratteristica dell’Etna Brut e lo rende identificabile come tale.
- Tonello ioAura 2018 Lessini Durello D. O. C. Riserva, un Metodo Classico che sosta sessanta mesi sui lieviti, grazie ad un vitigno come la Durella che grazie alla sua notevole acidità si presta alla spumantizzazione. Anche in questo caso sapendo che in uno degli assaggi ci sarebbe stato un Lessini Durello, alcune caratteristiche portavano nella giusta direzione.
- Firriato Gaudensius 2020 Etna Brut D. O. C., 100% Nerello Mascalese spumantizzato in bianco, sosta sui lieviti trentasei mesi. Pur essendo un Etna Brut, alcuni sentori che pervengono dal calice portano a pensare che possa essere un Metodo Classico non etneo.
- La Gelsomina Etna D. O. C. Rosé Brut 2021, in questo caso il Nerello Mascalese viene spumantizzato in rosato e permane sui lieviti per trenta mesi. Anche in questo caso si hanno dei profumi che danno un Etna Brut particolare, che è difficile da individuare.
- Moser Trento Moser Rosé 2019 Trento D. O. C., spumante ottenuto da Pinot Noir, fa un affinamento sui lieviti per un massimo di quaranta mesi, generalmente sono i Trento D. O. C. vinificati in bianco ad avere una maggiore riconoscibilità, anche se in grandi linee ha le caratteristiche per essere identificato come spumante trentino.
- Gambino Vini Maria Gambino Brut Metodo Classico 2018 Etna Brut D. O. C., è ottenuto da Nerello Mascalese ed è un blanc de noir, sosta sui lieviti per 55 mesi. Il suo corredo aromatico dà delle indicazioni sulla zona, anche se una permanenza sui lieviti per quasi cinque anni in parte può dare qualche dubbio.
- AM Vibes Etna Brut D. O. C., Metodo Classico ottenuto da Nerello Mascalese, blanc de noir. La verticalità è da spumante etneo, gli aromi ed i profumi fanno pensare anche ad altro tipo di spumante.
- Azienda Vitivinivola Monte Somma Vesuvio Català 36 Spumante Metodo Classico Millesimato 2019, è la Catalanesca il vitigno utilizzato per fare questo spumante. Il terreno vulcanico “imprime” alcune caratteristiche simili all’Etna Brut, pur avendo qualche nota che si differisce è facile avere più di una perplessità.
- Giovinco Metodo Classico Extra Brut 2020 Nerello Mascalese I. G. T., spumante ottenuto da Nerello Mascalese in purezza, ma nella zona di Sambuca di Sicilia, fa si che il vitigno modifichi le sue caratteristiche di aromaticità, in base al terroir. Si riesce a capire che non fosse un Etna Brut, ma allo stesso tempo poteva far pensare anche a qualche altra parte d’Italia.
- Cantine Nicosia Sosta Tre Santi Etna Brut Rose 2021 D. O. C., Nerello Mascalese spumantizzato in rosato, svolge una permanenza sui lieviti per un periodo di ventiquattro mesi. Come altri che pur non essendo Etna Brut, lo sembravano, questo spumante essendo un rosato riesce a dare delle note che lo possano far sembrare di un altro territorio.
- Barone Pizzini Rosé 2019 Franciacorta D. O. C. G., è un Franciacorta ottenuto da Pinot Noir in purezza che sosta trentuno mesi sui lieviti. In questo caso le caratteristiche ed essendo stato detto che fra i vari assaggi c’era un Franciacorta, portava a capire di cosa si trattasse.
- D’Araprì RN Metodo Classico 2019 I. G. P. Daunia Bombino Bianco. Dagli aromi, profumi e dall’assaggio si capisce che è un qualcosa di diverso da un Etna Brut e da altri Metodo Classico più conosciuti. Anche in questo caso sapendo che uno degli assaggi è della Puglia, può dare qualche indizio.
- Nicola Gumina Fìlici 2019 Etna Brut D. O. C., è un’anteprima tenuto conto che è il Metodo Classico che svolge una permanenza sui lieviti di 48 mesi, quello che è stato in commercio è stato quello che affina 36 mesi. Nerello Mascalese in purezza. Pur svolgendo quattro anni sui lieviti, le caratteristiche sono quelle di un Etna Brut.

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