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Macerati o Orange? Date tempo al tempo-Le degustazioni a cura del sommelier Fabio Cristaldi

È probabilmente il tipo di vino più antico, visto che la Georgia, è stata sempre individuata come area dove ha avuto inizio il tutto. La Georgia, porta sempre a pensare ed avere una forma di connessione con i vini orange, che da fonti storiche probabilmente sono  fra i primi vini ottenuti dall’uomo. Ultimamente stanno avendo una notevole rivalutazione, nonché interesse  da parte degli appassionati, poiché riescono ad avere una buona  duttilità nell’abbinamento  con pietanze “difficili”. I vini orange si ottengono  dalla  macerazione con i vitigni a bacca bianca, preferibilmente con vitigni neutri (anche se con dei blend, si hanno dei vini pregevoli). Ma andando a fare una considerazione, quante volte viene detto vino macerato e/o vino orange? Sono la stessa cosa, oppure ci sono delle distinzioni da fare? 

Giusto per approfondire e puntualizzare l’argomento, si può dire che un orange può essere considerato un macerato, ma non può essere il viceversa. Per i vini macerati la sosta sulle bucce, è di ore, dalle due alle trenta ore e dipende  dalla zona e dal tipo di vitigno. Quindi per un vino macerato l’intervallo di permanenza è di ore. I tempi di macerazione per gli orange invece,  si calcolano in giorni, che vanno dai venti ai trenta giorni ed anche in questo caso sono determinanti vitigni e terroir. Questo fa capire come possano avere delle similitudini, ma che allo stesso tempo come gli orange possano avere una verve tannica, che con il tempo verrà ceduta, per arrivare ad una fase di equilibrio. Da quanto scritto, si può facilmente intuire come gli orange sono dei vini che possano durare nel tempo. Tutto questo è stato discusso e valutato con l’assaggio di undici vini (macerati ed orange) in una masterclass  organizzata dall’A. I. S. Catania presso Radicepura a Riposto (CT) per l’Open A. I. S. nella Giornata del sommelier

Il primo ad essere degustato è un orange, visto che il tempo di permanenza sulle bucce è di oltre trenta giorni ed è ottenuto da un vitigno neutro, la Minnella Bianca. Psicodramma 2023 – Vino Bianco prodotto da Stanza Terrena fa sentire il suo corredo aromatico con una nota agrumata che fa da apripista, poi si sente una leggera nota floreale (glicine) ed una nota gessosa. Fresco all’assaggio, con una struttura e con una buona lunghezza. Buona la progressione. L’azienda Stanza Terrena ha i sui vigneti a Castiglione di Sicilia (CT) ed il trovarsi ad un’altitudine di montagna con escursioni termiche, fa si che la macerazione delle uve riesca ad estrarre i profumi degli acini, fornendo un vino dal bouquet ampio. 

Il secondo è un macerato ottenuto da un vitigno aromatico, il Moscato Bianco. Cuè 2023 I. G. P. Terre Siciliane prodotto da Cantina Marilina. Il bouquet è composto da sentori floreali e di polvere da sparo, con leggere note speziate. Sorso dinamico e con una buona fluidità di beva, grazie ad una bella verticalità che non lo rende stancante. Buona persistenza. Il fatto che sia ottenuto solo da un uva aromatica come il Moscato Bianco, è stato un motivo per fare un macerato e non un orange, al fine di non renderlo particolarmente profumato e stancante. Il vigneto che fornisce le uve si trova a Noto (SR), Contrada San Lorenzo. Di Bosco Falconeria, viene degustato Falco Pellegrino 2022 I. G. T. Terre Siciliane, orange, il periodo di macerazione è di nove mesi. Il suo corredo si distingue dai precedenti, con sentori di sacco di juta, frutta a polpa bianca (pera kaiser e pesca bianca). Sorso pieno che lo avvicina ad un rosso (l’azienda lo descrive come il loro bianco per l’inverno), con un verticalità che lo rende scattante e con una buona ampiezza al sorso. Buona persistenza. Ottenuto da Catarratto in purezza, riesce ad avere una personalità ferma e decisa, che va compresa. Bosco Falconeria ha i suoi terreni (vigneto, frutteto, uliveto, etc.) a Partinico (PA) in Contrada Bosco Falconeria. Il quarto vino è Archi Bianco 2022 di Baglio Pileri ed è un orange, poiché fa una macerazione di sei mesi, anche se l’azienda lo classifica come Bianco Macerato non filtrato. È un blend di Catarratto ed Inzolia, si discosta dagli altri per la sua delicatezza degli aromi e dei profumi che sono fini ed eleganti. Avvicinando il calice si sentono frutta ed accenni di spezie dolci. Sorso che conferma la delicatezza di questo vino, con una freschezza non irruenta. Persistenza discreta. Terre di Gratia produce il Dama D’Oro 2022 I. G. T. Terre Siciliane, ottenuto da Catarratto in purezza ed è un macerato. Si distingue rispetto all’altro Catarratto (orange), avendo un bouquet complesso e che si apre pian piano. Note di tabacco, di frutta e di fiori, fanno capire la ricchezza di aromi che ha. Di grande eleganza anche al sorso. Persistenza discreta. La zona di produzione è quella del territorio di Camporeale (PA) con le vigne che variano da un’altitudine che va da m. 100 a m. 300 s. l. m. e che beneficiano di escursioni termiche fra giorno e notte.

Il territorio etneo è foriero di fornire uve e vini che anche per i Macerati e gli Orange, riescono a non passare inosservati. Di Serafica viene degustato Versante Sud Macerato 2021 I. G.T. Terre Siciliane, anche se in realtà è un Orange. Questo vino viene ottenuto da una moltitudine di vitigni (fra di cui alcuni reliquia), che donano un corredo aromatico ricco ed elegante. Nota agrumata, pietra focaia si evincono, per poi lasciare spazio alla nota floreale e fruttata. Grande eleganza al sorso, di piacevolezza e di grande armonia. Persistenza buona. L’altitudine della vigna (m. 900 s. l. m.), la pendenza e l’esposizione a sud, proprio nel territorio di Nicolosi (CT), nel versante sud, sono tanti tasselli che compongono questo Orange di pregio. Altro vino Macerato ottenuto da uva Catarratto è di Cantine Rallo, l’AV01 2022 I. G. P. Terre Siciliane. Un bouquet di notevole particolarità, con note di miele e sentori di nota iodata, poi si fa sentire la nota agrumata, con sentori di arancia. Una freschezza quasi irruenta che gli fornisce lunghezza di sorso, pur facendo affinamento in botte. Persistenza ottima. Ritornando nella zona etnea il Controcorrente Sulle bucce 2023 I. G. T. Terre Siciliane di Vini Calì è un blend composto da 40% Carricante, 40% Catarratto, 10% Grillo e 10% Trebbiano. Il suo bouquet è complesso e raffinato, con sentori agrumati e floreali che si fondono gli uni con gli altri. Grande piacevolezza ed armonia alla beva, con una verticalità presente, ma non invasiva, in cui il passaggio in botte da il suo contributo. I vitigni vengono vinificati separatamente. Rientra nella categoria dei macerati. Le vigne sono nel territorio di Linguaglossa (CT). Casa Comerci produce un Orange, Jancu 2022 I. G. P. Calabria, ottenuto da Greco Bianco. Dal calice pervengono mallo di noci, tabacco, nota floreale. Sorso brioso che riesce ad avere un buon equilibrio e regalando una bella fluidità di beva. Fine ed elegante. Persistenza buona. Vigne situate ad una quota collinare ed una produzione di 1333 bottiglie fa capire quanta attenzione viene data a questo vino. Zona di Castiglione di Sicilia (CT) Tenuta della Dainara Orange 2021 I. G. T. Terre Siciliane dell’azienda Cantoneri è un altro vino che si può catalogare come eccezione alla regola, ovvero oltre al Carricante ed al Catarratto, sono presenti vitigni aromatici quali il Gewurztraminer ed il Moscato Bianco, oltre ad altri vitigni (Minnella Bianca ed altri), per dare un Orange che dopo oltre tre anni dimostra come riesce ad affrontare il tempo e ad arricchirsi. Il suo bouquet è complesso e ricco. Pepe, note speziate, scorza d’arancia ed arancia disidratata. Sorso sapido – succoso con una verticalità elegante e con una buona struttura e pienezza di sorso. Buona persistenza. L’altitudine (m. 650 s. l. m.), l’affinamento in botte ed il successivo affinamento in bottiglia, danno i dovuti risultati. Infine il Cecile 2018 I. G. P. Terre Siciliane di Cantina Marilina. Se il primo vino della medesima cantina era un Macerato, questo è un Orange. Ottenuto da Moscato Bianco in purezza, svolge affinamento in botte. Si contraddistingue per i sentori di pietra focaia, carruba, liquirizia, con un finale di uva sultanina. Verticale e di personalità, ha lunghezza di sorso. Probabilmente (anche se sono già passati oltre sei anni), un altro po’ di tempo per affinarsi ed avere la massima godibilità.

Contrariamente a quello che si possa pensare, che la macerazione media (ore), o lunga (giorni) che sia, al fine di ottenere un Macerato, o un Orange, renda questi vini quasi tutti uguali, dopo aver degustato ben undici vini (macerati ed orange), si evince come ognuno di questi porti con se un proprio “bagaglio” di aromi e profumi, a seconda del vitigno, del terroir, del metodo di vinificazione. Il fatto che stiano trovando una propria “dimensione” ed uno spazio di mercato, creando anche una curiosità nel consumatore (appassionato, o neofita che possa essere), inizia ad essere una base di partenza per dei vini che in alcuni casi “vanno capiti” e che allo stesso tempo possono trovare ampio spazio nell’ambito degli abbinamenti con pietanze difficili da far coniugare con vini rossi o bianchi. Il tempo potrà portare una maggiore conoscenza ed a sua volta affinità con un tipo di vino, che è stato il precursore dell’enologia e che ultimamente, sta ritornando ad essere riconosciuto, capito ed apprezzato. 

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