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“Liolà Ullarallà”, omaggio a Pirandello con l’Etna Rosso DOC di Al-Cantàra

Al-Cantàra, l'ultimo Etna Rosso Doc, Liolà Ullaralla, vino da collezione (999 bottiglie)

La Sicilia di Pirandello in un calice di Etna Rosso Doc. Il produttore Pucci Giuffrida dedica quest’anno la sua collezione al personaggio sensuale e fecondo di una celebre commedia del poeta e drammaturgo siciliano.

Liolà-Ullarallà® è, al contempo, protagonista di un’antica ma attuale triangolazione, espressione di eccessiva dinamicità sessuale, e trama di un vino che racconta la fecondità del territorio vulcanico.

 Liolà, nella vicenda pirandelliana, è un contadino che, non riuscendo a contenere le proprie pulsioni sessuali, rende gravide due donne nel giro di poco tempo.

Il motivo per cui Pucci Giuffrida crea il parallelismo tra la sua nuova produzione e la commedia pirandelliana si rintraccia nell’esclusività del Progetto.

“Soltanto 999 bottiglie per il debutto di Liolà Ullarallà®, Etna Rosso Doc della vendemmia 2017. Nello spirito della nostra cantina e delle nostre “poesie da bere”, ispirate alle opere di poeti e scrittori siciliani, lo abbiamo dedicato al drammaturgo, e premio Nobel, Luigi Pirandello. Ogni bottiglia di Liolà è infatti un’opera d’arte esattamente come ogni figlio, con un’etichetta originale e dettagli unici acquerellati a mano singolarmente da Annachiara Di Pietro”.

Nelle parole e nelle espressioni di Pucci Giuffrida c’è il phatos di chi conduce con grande passione un progetto ormai di vita e di amore, per i vini e per la poesia.

A tradurre i sentimentalismi in vini d’autore è il rigoroso lavoro dell’enologo di Al-Cantàra, Salvo Rizzuto. “Le uve – spiega – vengono da un appezzamento della contrada Feudo Sant’Anastasia, dove ricade l’azienda, ricco di minerali e da un vigneto allevato a controspalliera con potatura a doppio cordone speronato. Al termine della fermentazione alcolica, il vino ottenuto riposa in due tonneaux da 500 litri, uno in rovere francese e l’altro in castagno dell’Etna, per la fermentazione malolattica. Affinando sul feccino nobile per 14 mesi, si prosegue in acciaio per 12 mesi e i restanti mesi in bottiglia”. La degustazione restituisce al naso una prevalenza di sentori floreali con sfumature di frutti a polpa gialla come nespola e pesca, insieme al sentore, tipico del nerello, di ciliegia”.

La raffigurazione del senso congiunto tra vino ed arti è ancora una volta affidata ad Annachiara Di Pietro, artista catanese che da tempo affianca Al-Cantàra nella cura dell’immagine. “Nonostante gli spazi limitati – dice la pittrice e restauratrice – volevo renderla più narrativa. Al centro è il protagonista, Liolà, con la caratteristica coppola siciliana, abbracciato dalle due donne che portano in grembo i suoi figli, anche loro con la stessa coppola del padre, a sottolinearne le identità genetiche. Sullo sfondo, l’intreccio metaforico di tralci di vite riconduce la narrazione al tempo della vendemmia e ai canti della tradizione, come quel gioioso grido “Ullarallà”, riportato sul retro etichetta”.

“Liolà”, (vendemmia 2017), è stato prodotto da Al-Cantàra in 999 esemplari. Per info e acquisti https://www.al-cantara.it/

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