Certi vini hanno già “scritto” nel loro nome quello che riusciranno a dare e ad esprimere nel tempo. Una sorta di premonizione per il futuro, che il produttore tramite la propria lungimiranza riesce a vedere. È quello che si può dire per il Nozze d’Oro di Tasca d’Almerita, che fu pensato ed ideato dal conte Giuseppe al fine di celebrare i cinquant’anni di matrimonio con la moglie Franca. Un vino che è la rappresentazione di un’unione come fra due persone, lo è fra due vitigni, l’Inzolia ed il Sauvignon Blanc. Per il Sauvignon Blanc c’è da fare una precisazione, poiché in un primo tempo non si riusciva a capire che tipo di vitigno a bacca bianca fosse, poiché proveniente da una vigna del 1920. Dopo diversi studi ampeleografici, fu stabilito che il vitigno a bacca bianca era riconducibile al Sauvignon Blanc e che ormai si era adattato al terroir, fornendo una qualità con precise caratteristiche, al punto da essere chiamato “Sauvignon Tasca”. Come si può notare, nulla è stato lasciato al caso. Allo stesso tempo, giusto per dimostrare quanto detto prima, il Nozze d’Oro, dimostra la propria tenacia ad affrontare il tempo. Ricordiamoci sempre che si sta parlando di un vino bianco che viene prodotto in Sicilia, ma che riesce a smentire tutte le dicerie che i vini bianchi siciliani non possano essere vini da invecchiamento. All’evento Bianchi di Sicilia, organizzato da A. I. S. Catania, si è svolta una masterclass del Nozze d’Oro di cinque millesimi 2022, 2020, 2017, 2009 e… 1999! Un vino che riesce ad esprimere ed allo stesso tempo a raccontare una storia, al punto tale da diventare un emblema della cantina per i vini bianchi. I terreni dove si trovano le vigne di Inzolia (vigna Barbabietole Ha 8,40) e di Sauvignon Blanc (vigna Tramontana Ha 6,76) che variano da altitudini che iniziano dai m. 500 s. l. m., per arrivare a m. 550 s. l. m., il che significa altitudine collinare con escursioni termiche che donano profumi e forniscono la dovuta acidità alle uve al fine di poter ottenere un vino di buona longevità. Periodi della vendemmia differenti per i due vitigni, precoce per il Sauvignon Blanc – Tasca e medio – tardiva per l’Inzolia, lasciano capire come il Nozze d’Oro sia un vino che ha tutte le dovute accortezze per essere un vero e proprio caposaldo di Tasca d’Almerita. Un vino che prende una personalità bordolese, poiché le percentuali di Inzolia e di Sauvignon Blanc – Tasca variano da millesimo a millesimo, giusto per conservare una propria personalità e garantirne i suoi connotati. Ma alla fine è il calice che esprime tutto il meglio che c’è da raccontare, quindi ecco cosa hanno “detto” cinque millesimi di questo vino bianco elegante ed inebriante. Iniziando dall’annata più recente la 2022, per arrivare al millesimo 1999, vengono percorsi ben ventitre anni, trovando un filo conduttore fra un’annata e l’altra, ma allo stesso tempo avendo (come è giusto che sia) delle sfaccettature differenti (dovute alle annate, se calde, fresche, piovose, siccitose, etc.).

Il Nozze d’Oro 2022 D. O. C. Sicilia, avvicinando il calice prende il sopravvento il Sauvignon Blanc – Tasca, con sentori di bergamotto e cedro per poi dare spazio ad aromi tipici dell’Inzolia con la mandorla. Sorso slanciato e pieno con una bella freschezza che lo rende agile e scattante. Buona progressione e persistenza. Andando indietro di due anni, il Nozze d’Oro 2020 D. O. C. Sicilia si presenta con una maggiore complessità di bouquet, con i sentori e gli aromi dei due vitigni che si fondono. Iniziano a venire fuori i profumi di terziarizzazione e con accenni di mandorla. Sorso equilibrato con una verticalità “gentile” ed una beva sapido – succosa. La retronasale fa sentire la complessità. Finale sapido. Lungo. Continuando il percorso nel passato, si arriva al Nozze d’Oro 2017 D. O. C. Sicilia, che fa percepire all’esame aromatico la sua personalità ed il suo “calore”. I sentori sono di frutta tropicale (ananas disidratato), salvia, timo, lievi accenni di frutta sultanina. La corrispondenza gusto – olfattiva è veramente notevole. Alla beva è potente con una grande pienezza di sorso, ma allo stesso tempo con piacevolezza, equilibrata, piacevole e di soddisfazione. Lungo ed armonico. Il viaggio a ritroso fa fare un salto di otto anni per arrivare al Nozze d’Oro 2009. Il tempo ha fatto il suo lavoro ed il bouquet ha una grande complessità, con l’Inzolia che riesce a venire fuori prima del Sauvignon Blanc – Tasca. La nota di mandorla amara poi lascia spazio al Sauvignon Blanc – Tasca, il tutto viene arricchito da accenni di frutta come mela cotogna ed annurca. Di grande struttura alla beva, con una freschezza quasi fervida che gli da lunghezza e con una sensazione tattile in bocca. Persistenza ottima. Non va dimenticato che è un vino che ha ben quindici anni! Si arriva quasi agli inizi con il Nozze d’Oro 1999. Austero il bouquet con note di frutta secca ed esotica ed accenni di frutta candita. Un ingresso in bocca vellutato e “levigato” dal tempo (sono venticinque anni) che lo rende equilibrato e quasi da meditazione. Il suo punto di forza è la progressione. Chissà se quando fu iniziata la produzione il conte Giuseppe avesse aspettative di una longevità tale per questo vino.
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