Il Carricante è il vitigno a bacca bianca per antonomasia del territorio etneo. Utilizzato soprattutto per la produzione di Etna Bianco D. O. C. in percentuali maggioritarie (almeno il 60%), molte cantine stanno puntando a fare Etna Bianco D. O. C. con Carricante in purezza. Nella zona di Milo il Carricante diventa il re incontrastato, poiché con le uve provenienti dal territorio di Milo è possibile ottenere Etna Bianco Superiore D. O. C. (con una percentuale minima di Carricante dell’80%), ma anche per quest’ultimo vi è la tendenza ad utilizzare Carricante al 100%. Tutto questo ha portato ad una maggiore richiesta di Carricante, facendolo diventare il vitigno che sta quasi scalzando (per importanza) il Nerello Mascalese. Ma il fatto che il Carricante stia avendo questa importanza non è da ritenersi solo una semplice casualità o un periodo di passaggio. Il Carricante è per certi versi un vitigno “neutro” e per gli aromi e per caratteristica principale di un’uva a bacca bianca, ovvero la buona acidità anche se non si attesta a livelli altissimi. Come si suol dire, né troppo, né troppo poco. Per il corredo aromatico, merita un discorso a parte, poiché i suoi aromi non sono particolarmente intensi, ma con il passare del tempo riesce ad evolversi per dare profumi con una buona complessità, che per certi versi lo avvicinano ad un Riesling.
Questo e tanto altro è stato l’ argomento principale di una serata F. I. S. A. R. – Catania durante l’ultima ViniMilo. Gli enologi Marco Nicolosi e Maria Carella, coadiuvati da Antonella Carbone delegata F. I. S. A. R. – Catania, hanno partecipato esplicitando tutte le caratteristiche del vitigno a bacca bianca etneo. Il Carricante oltre ad avere la virtù di essere nella media (per gli aromi e per la sua acidità), è un vitigno che risente della piovosità, ai fini poi di vinificazione e da questo punto, la zona di Milo, essendo la zona più piovosa in assoluto dell’Etna (si può arrivare anche a 1200 ml./m2, contro i 600 ml/m2 della zona del nord – est), riesce a fornire dei vini che si differenziano dagli altri. Riesce dare dei vini con una buona longevità che possono avere una maturazione in legno, anche se predilige una fermentazione ed un affinamento in acciaio, o in cemento. Vitigno abbastanza duttile, dal quale oltre al vino fermo si ottengono degli orange wine, spumanti Metodo Classico, o Charmat. Oltre a quanto detto, va aggiunto che come un po’ tutti i vitigni, il tipo di coltivazione ed il terreno, contribuiscono sulle caratteristiche dell’uva e sul vino.
Cinque sono stati i vini degustati nella serata, uno spumante, due Etna Bianco D. O. C., un Etna Bianco Superiore D. O. C. ed un I. G. T. Terre Siciliane sempre Carricante in purezza. Tutto questo per attestare che il Carricante è un vitigno poliedrico, che si presta per essere spumantizzato, risente dei climi e dei suoli in maniera tangibile ( infatti i due Etna Bianco D. O. C. della serata erano di versanti diversi) ed infine riesce ad adattarsi anche in territori al di fuori dell’areale etneo. In poche parole un vitigno con diverse sfaccettature. Si è dato inizio alla degustazione col Sosta Tre Santi – Carricante Brut – 2020 D. O. C. Sicilia di Cantine Nicosia. I suoi sentori sono di frutta a polpa bianca ed accenni di erbette di campagna, lieve ricordo di fieno. Buona freschezza che gli dona verticalità. Finale che vira sul salmastro. Buona persistenza. Affina sui lieviti per un periodo non inferiore ai ventiquattro mesi. Le uve provengono dal territorio di Trecastagni, nel versante est del vulcano. Anche se nello spumante le uve subiscono la rifermentazione e stanno a contatto con i lieviti per un periodo medio – lungo, quindi si riescono a denotare poco le peculiarità del vitigno che proviene dal versante est, conserva in pieno una delle sue peculiarità, ovvero l’acidità che permette di dare uno spumante con una buona freschezza. Proseguendo con Feudo Etna Bianco D. O. C. 2023 di Girolamo Russo. Ottenuto da uva Carricante del versante di nord – nord est ha un quadro aromatico composto da frutta tropicale (banana), accenni di erbaceo, frutta secca. Sorso quasi irruento che conferma il suo stato evolutivo. Verticale con una buona corrispondenza gusto – olfattiva. Persistenza buona. Per un vino ottenuto da Carricante del versante di nord – nord est è necessario un periodo di tempo di almeno due anni al fine di poter avere una fase evolutiva, in modo tale che si riescano ad avere gli aromi terziari che possono essere dati solo dal passare del tempo (altra sfaccettatura dell’uva a bacca bianca etnea). Rimanendo sempre su di un vino “fermo”, si passa al Contrada Villagrande 2021 Etna Bianco Superiore D. O. C. prodotto da Barone di Villagrande. La zona da dove provengono le uve è quella di Milo, poiché è conditio sine qua non per avere la menzione di Superiore. Come scritto prima la zona di Milo è quella più piovosa di tutta l’Etna e questo fa sì che i vini bianchi che si ottengano abbiano delle precise caratteristiche, che oltre dal clima, vengono date dalla composizione del suolo. Note mielate, sorbo, timo, accenni di frutta secca. Equilibrato con una verticalità piacevole che viene “smussata” dalla sapidità finale. Ben strutturato. La retrolfattiva fa sentire il passaggio in legno. Anche il passaggio in botte fa sì che l’acidità venga resa meno “spigolosa”, poiché per il Carricante di Milo è la caratteristica principale. Il versante di sud ovest è un versante che riesce a dare dei vini bianchi con precise caratteristiche e di personalità. Il territorio di Biancavilla che si trova proprio nella parte finale recensita nella D. O. C. Etna, riesce ad abbinare altitudini notevoli (infatti si va in deroga alle altitudini di Castiglione di Sicilia e degli altri territori, per arrivare anche a m. 1.000 s. l. m. per Biancavilla e Santa Maria di Licodia) ed un irraggiamento solare maggiore rispetto a quello degli altri versanti, il che significa uve che riescono ad avere la maturazione dovuta ed escursioni termiche che imprimono alle uve i profumi in maniera più decisa. Masseria Setteporte produce N’ettaro Etna Bianco D. O. C. 2023 (100% Carricante) che riesce a differenziarsi rispetto agli altri due Etna Bianco, sia a livello aromatico, sia assaggiandolo. Il corredo aromatico è composto da nota fruttata (mela, pera) e iodata con accenni di pietra focaia. Al sorso mostra la sua potenza e la sua personalità. Verticale e pieno allo stesso tempo. Lungo. L’avere una bella verticalità ed una pienezza di sorso, conferma che le altitudini riescono a fornire la dovuta freschezza e la pienezza è dovuta al maggiore irraggiamento solare che riescono ad avere le uve. Si conclude con l’”intruso”, il Fuorviante I. G. T. Terre Siciliane 2022 di Manenti. Intruso poiché l’azienda Manenti ha i vigneti nel territorio del vittoriese, per cui il Carricante risente del cambio di terroir e da questo si ha un vino con caratteristiche diverse rispetto a quelle degli Etna Bianco. Gli aromi che pervengono dal calice sono un valido riscontro, accenni di sorbo, mela annurca, frutta secca ed erba secca. Una verticalità che è progressiva, andando man mano a farsi sentire maggiormente. Piacevole e con una lunghezza di sorso discreta.
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