Biodiversità e sostenibilità tra passato e presente della varietà Gioiello di Sicilia.
L’Etna che in questi giorni ci tiene con il fiato sospeso per la sua vulcanica esuberanza, è molto di più della mera didascalia di vulcano attivo più alto d’Europa. “A Montagna”, è madre. Custode di un immenso patrimonio di biodiversità vitivinicola che affonda le radici nel passato. E’ certo che già nel V secolo avanti Cristo qui si vinificava come testimoniano alcune monete ritrovate a Naxos sulle quali sono stati raffigurati dei grappoli d’uva. Chissà magari si trattava di “ Vispara Etna” da cui si produce un’uva molto zuccherina come la “Madama Nera”, dal grappolo più scuro o anche il “Terribile”, conosciuto con questo nome dai contadini dell’Etna per la sua tenacia a resistere a condizioni pedoclimatiche difficili.
Sono alcuni dei vitigni reliquia che i ricercatori del Dipartimento di Agricoltura, sezione di Arboricoltura e Genetica dell’Università di Catania hanno strappato all’oblio. Li hanno trovati qua e là disseminati sull’Etna e dopo averli analizzati li hanno reimpiantati nei campi sperimentali dell’ateneo per capire quali virtù preziose contenessero, tanto da essere conosciuti come i vitigni “gioiello” dell’Isola. Piante che potrebbero essere importanti per conferire ad altre varietà la resistenza a malattie e parassiti ma anche per essere usate, ed è un plusvalore, per fare un vino unico, particolare. Ed i vitigni reliquia e le loro preziose virtù, sono il focus dell’incontro promosso ed organizzato dall’Associazione Donne del Vino Sicilia, guidata da Roberta Urso, che si terrà on line martedì’ 16 marzo alle 15, in diretta Facebook dalla pagina nazionale dell’Associazione Nazionale Le Donne del Vino@noidonnedelvino e in simultanea anche sulla pagina della delegazione siciliana Le Donne del Vino Sicilia @ledonnedelvinosicilia.
L’appuntamento si inserisce nell’ambito delle attività in programma per “Donne, Vino e Ambiente 2021” organizzato
dall’ Associazione Nazionale Donne del Vino, presieduta da Donatella Cinelli Colombini che conta oltre 900 socie tra produttrici, sommelier, giornaliste ma anche avvocate, commercialiste, manager.
Biodiversità, sostenibilità, tutela del paesaggio, riscoperta delle tradizioni e adeguata risposta della viticoltura ai cambiamenti climatici: i vitigni reliquia sono l’anello di congiunzione tra storia e innovazione, un passaggio più che mai attuale che verrà commentato da tecnici e addetti ai lavori nell’evento digital “La rinascita dei vitigni reliquia”. L’apertura dei lavori partirà con i saluti istituzionali dell’Assessore Regionale all’Agricoltura, Sviluppo Rurale e Pesca Mediterranea della Regione Sicilia On. Toni Scilla che si unirà virtualmente al dibattito sul tema dei vitigni reliquia. Interverranno : Aurora Ursino, socia Donne del Vino Sicilia, dott.ssa Agronoma e Sommelier con competenze riguardo alle normative in materia di realizzazione progetti per accesso ai fondi europei; Elisabetta Nicolosi, prof.ssa ricercatrice dell’Università di Catania del Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente sezione di Arboricoltura e Genetica Agraria; Antonio Sparacio dell’IRVO Istituto Regionale Vite e Olio, dottore agronomo responsabile dell’Unità Operativa di Ricerca, Sperimentazione e trasferimento innovazione; dott. Maurizio Lunetta, direttore del Consorzio Etna doc; Alessandra Gentile, prof.ssa ordinaria del settore Agr 03 arboricoltura generale e coltivazioni arboree dell’Università di Catania; Salvo Foti, produttore etneo, che ha fatto rinascere l’associazione “Le Maestranze dei Vigneri, con i quali recuperare le antiche vigne etnee, la passione per l’alberello e le pratiche di coltura vitivinicola che qui si trasmettono da padre in figlio. L’incontro, moderato dalla giornalista, Valeria Lopis Rossi, anche lei socia della delegazione siciliana, ha il supporto tecnico per la regia in streaming di Dario Costanzo, digital partner con Winery Tasting Sicily: wine magazine online di viaggio nella Sicilia del vino e portale enoturistico per la prenotazione di visite e percorsi di degustazione nelle cantine siciliane.
“ Un appuntamento imperdibile-sottolinea Roberta Urso, delegata dell’associazione siciliana-– che permetterà ai curiosi, ai winelovers ed ai nostri follower di conoscere tutte le curiosita’ legate a questo progetto dall’altissimo profilo scientifico. Ma che soprattutto- chiosa- sottolinea l’impegno delle Donne del Vino della Sicilia ad essere promotrici della valorizzazione delle nostre tradizioni colturali e culturali su cui scommettere il futuro anche delle nuove generazioni”. Non c’è presente senza memoria.
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