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Le Contrade dell’Etna – Masterclass: i mille e più volti dei vini dell’Etna

contrade dell'etna

È arrivata alla terza edizione Le Contrade dell’Etna da quando Franchetti ha venduto il marchio e da quando c’è stato questo passaggio, chi organizza la manifestazione ha portato delle modifiche che ormai sono divenute parti integranti de Le Contrade dell’Etna. Una di queste innovazioni è lo svolgimento delle masterclass, che ogni anno variano con argomenti (ovviamente) inerenti i vini etnei. La prima masterclass dell’edizione 2024 de Le Contrade dell’Etna è stata sulla diversità che assumono i vini a seconda del versante dal quale provengono le uve. Se oltre i versanti, vengono aggiunte le diversità di annata, le colate laviche di ogni versante con epoche diverse (il che equivale a dire suoli diversi, anche se vulcanici) ed il tipo di vino (bianco, rosato, rosso), si ha un quadro molto vasto che dà una percezione chiara di come il territorio etneo riesca a dare tanti vini diversi. Quindici i vini degustati, sette bianchi (di cui cinque Etna Bianco D. O. C. e due Etna Bianco Superiore D. O. C.), tre rosati e cinque rossi, hanno dato la possibilità di valutare (e di percepire) le caratteristiche e le peculiarità che ogni versante possa dare al vino. Interessante il poter valutare il potenziale evolutivo, visto che non tutti i vini erano della stessa annata, anche questo è stato un valore aggiunto al fine di avere quanti più elementi possibili.

Iniziando con gli Etna Bianco e passando sull’Etna Bianco Superiore (esclusivo del territorio di Milo), in modo tale da far comprendere le sfumature e per certi versi le sottili diversità che vi sono, per andare sull’Etna Rosato, concludendo con l’Etna Rosso, è stato percorso il territorio etneo individuato dal disciplinare dell’Etna D. O. C. dove sono situate le vigne che forniscono uve per la produzione dei vini che possono essere denominati Etna D. O. C., da Castiglione di Sicilia (dove vi è il maggior numero di cantine) a Milo, per arrivare a Santa Maria di Licodia.

 Il primo Etna Bianco D. O. C. degustato è stato quello dell’Azienda Agricola Camuglia, Grottarinotto 2022 che si presenta con un bouquet composto da profumi di campagna, erba falciata, accenni floreali, frutta esotica e mela golden. Beva di carattere e con una bella freschezza, concludendo con una sapidità che dà un quid in più. Grande eleganza e personalità. Il territorio dal quale provengono le uve è Castiglione di Sicilia, Contrada Zottorinotto. 

Rimanendo nel territorio di Castiglione di Sicilia l’Etna Bianco D. O. C. di Tenute Bosco, millesimo 2022 ha fatto pervenire dal calice sentori di frutta tropicale che risaltavano sulla nota marina e sugli accenni di erba bagnata. Buona verticalità, ma allo stesso tempo riesce ad avere pienezza e lunghezza al sorso. I vigneti si trovano nella frazione di Solicchiata.

Di Tenuta Ferrata è stato il terzo vino, Etna Bianco D. O. C. Veni 2022. Il vino viene prodotto dalle uve provenienti dalla vigna di Contrada Moscamento sita in frazione di Rovittello a Castiglione di Sicilia. La nota muschiata ed accenni di felce e lievi sentori di pietra focaia caratterizzano il bouquet dell’Etna Bianco Cru di Tenuta Ferrata. Ottimo il bilanciamento con una freschezza che funge da asse portante, ma in maniera elegante e gentile.

Dopo tre Etna Bianco (tutti e tre del territorio di Castiglione di Sicilia, versante nord – nord est) si passa ad un Etna Bianco Superiore D. O. C., il Lavi 2022 di Iuppa. I sentori sono più intensi e diretti con note fruttate e floreali ben amalgamate, arricchite da un sentore di muschiato. Una freschezza ben marcata che gli dona lunghezza di sorso e personalità. L’azienda ha i vigneti a Milo in Contrada Salice. La differenza con gli Etna Bianco, è risultata inequivocabile, dando un’idea di come il versante possa contribuire alle caratteristiche del vino.

Con un millesimo diverso, il 2021 viene assaggiato Tenuta della Dainara Etna Bianco D. O. C. di Cantoneri. Si presenta con un bouquet di grande eleganza che fa sentire una nota gessosa, sorbo e lieve ricordo di frutta tropicale. Buona la corrispondenza gusto – olfattiva che fa apprezzare il vino con grande facilità e piacevolezza. Le uve provengono dal vigneto sito a Castiglione di Sicilia, nella frazione di Solicchiata.

Di Cantine La Contea, è stato degustato il Sommitale Etna Biancio D. O. C. 2021. L’azienda ha i vigneti nel territorio di Mascali (ci si sposta nel versante est). I sentori di floreale sono predominanti, per poi lasciare spazio ad accenni di frutta a polpa bianca, pera kaiser soprattutto. Al sorso ha una freschezza non aggressiva, deve trovare ancora un suo equilibrio.

Al fine di dare maggiore chiarezza sulle differenze e sfumature fra un Etna Bianco ed un Etna Bianco Superiore, si ritorna nel territorio di Milo, Contrada Caselle, dove ci sono le vigne che forniscono le uve per ottenere l’Etna Bianco Superiore D. O. C. Biancomilo di Caselle 2021 di Sive Natura. Grande eleganza del bouquet in cui si hanno i profumi di floreale e di frutta ben amalgamati ed allo stesso tempo vengono arricchiti da una leggera nota di terziarizzazione. La corrispondenza gusto – olfattiva è ottima, con una riconferma di quanto sentito a naso che si percepisce al palato. Beva piacevole e dinamica. Buona la persistenza.

Andando ai rosati, si ha una linea di passaggio dai bianchi, per poi arrivare ai rossi. Ovviamente il vitigno gioca un ruolo importante, visto che l’Etna Rosato D. O. C. è ottenuto principalmente da Nerello Mascalese. Sui rosati oltre ad avere la differenziazione fornita dal versante, si ha la variabile della tecnica di produzione (pressatura soffice/salasso) per avere un vino che si possa avvicinare ad un bianco o ad un rosso. Tre i vini degustati uno del territorio di Randazzo, uno di Santa Maria di Licodia ed uno di Castiglione di Sicilia, quindi una diversità di versanti, Randazzo per il versante nord, Santa Maria di Licodia per il versante sud ovest e Castiglione di Sicilia per il versante nord est. Se a questo si aggiunge la differenza di annate, si può avere un quadro completo.

Il Contrada San Lorenzo 2023 Etna Rosato D. O. C. di Camporè si presenta con sentori di frutta, fra di cui fragola e ciliegia acerba, per poi dare una lieve nota di erba tagliata. Fresco al sorso e con una struttura che lo rende duttile e per certi versi appagante. 100% Nerello Mascalese, le vigne si trovano per l’appunto in Contrada San Lorenzo, nel territorio di Randazzo.

Contrada Cavaliere Etna Rosato D. O. C. 2021 di Travaglianti fa sentire dal calice il suo bouquet complesso e che emerge dopo qualche minuto con profumi di rosa canina, nota fumé ed accenni di melograno. Sorso pieno e per certi versi potente. Fresco, con una scia sapida che lo caratterizza e gli dona lunghezza. Se il primo rosato si avvicinava ad un bianco, in questo caso si può dire che questo rosato si avvicina ad un rosso. Il versante gioca un ruolo importante, poiché ci si trova nel versante di sud ovest e l’irraggiamento solare è superiore rispetto a quello del versante nord e questa è una cosa che soprattutto l’uva a bacca rossa ne risente parecchio.

Vignazza Etna Rosato D. O. C. 2021 viene prodotto da Generazione Alessandro e le vigne si trovano a Castiglione di Sicilia, in Contrada Palmellata. Il bouquet è ricco e complesso con sentori di fragola e pietra focaia ed accenni fumé. Beva fluida e dinamica con una freschezza presente e con una piacevolezza che gli dona facilità di beva. Un 20% della massa fa affinamento in tonneau, questo fa si che gli aromi del vino non vengano “coperti” dal legno ed allo stesso tempo rendono il sorso più “rotondo”.

Ed infine i rossi. La stragrande maggioranza vengono prodotti nel versante nord, nord – est, ma probabilmente proprio sui rossi è possibile notare le differenze in maniera più evidente. Se per i vini del versante nord e nord – est la fase di affinamento e di maturazione è più lenta, per quelli dei versanti opposti (soprattutto per quelli di sud, sud – ovest) riescono ad avere una pronta beva in tempi più brevi, proprio per la maggiore quantità di irraggiamento solare. Un arco temporale di dieci anni (visto che sono stati assaggiati due millesimi 2022, uno del 2017 ed uno del 2012) ha potuto evidenziare come per gli Etna Rosso ci siano tutti i requisiti per l’invecchiamento.

Animantica Etna Rosso D. O. C. 2022 viene prodotto da Animaetnea in Contrada Santo Spirito (versante nord) nel territorio di Castiglione di Sicilia. Il bouquet è composto da liquirizia e pietra focaia, piccoli frutti di bosco. Alla beva ha una buona sapidità, tannini fini e freschezza, il tutto in maniera armonica, grazie alle componenti morbide (14,5% vol.) che controbilanciano in maniera ottimale le componenti dure. Lungo.

Dal versante nord, si passa al versante sud, nel territorio di Nicolosi dove Tenute Foti Randazzese produce Ninù 2022 Etna Rosso D. O. C.. Ancora contratto, ma con accenni di rosa canina e pietra focaia, sentori di humus. Trama tannica in evidenza e finale sapido.

Ritornando nel territorio di Castglione di Sicilia in Chiusa Spagnolo, che è una sottozona di contrada Zottorinotto, da dove provengono le uve per produrre il Munjebel CS 2020 di Framk Cornellissen. Bisogna fare alcune premesse su questo vino che non è classificato Etna Rosso D. O. C. e che viene prodotto in maniera “semplice”, facendo affinamento solo in vetroresina e bottiglia e che allo stesso tempo è un rosso che va capito, poiché è il consumatore che deve andare verso la personalità del vino e non il viceversa. L’approccio olfattivo non è dei più semplici, con il passare dei minuti inizia ad aprirsi con note che hanno del floreale e del fruttato. Se all’esame dei profumi è da capire e da decifrare, bevendolo riesce ad essere di più facile approccio, con tannini fini e lunghi ed una freschezza che funge da supporto. La progressione è notevole.

Koinè 2017 Etna Rosso Riserva D. O. C. di Antichi Vinai con i sui quasi sette anni, dimostra come l’Etna Rosso possa affrontare il tempo. Nota floreale in evidenza con sentori di geranio che evolvono verso la nota balsamica e muschiata. Le componenti dure si fanno sentire di più con tannini ben presenti e freschezza in risalto. Tramite la retrolfattiva si riesce ad avere un quadro più chiaro sulla complessità e sugli anni del vino. Buona progressione. I vigneti dell’azienda si trovano nel territorio di Castiglione di Sicilia ed il Koinè è ottenuto da Nerello Mascalese (85%) e Nerello Cappuccio (15%).

Etna Rosso Riserva D. O. C. 2012 di Patria porta con se un bagaglio di quasi dodici anni. Già il bouquet dimostra la complessità e gli anni. Confetto, nota speziata, humus e pietra focaia. Sorso rotondo ed appagante, con note terziarie che si evincono in maniera chiara tramite la retronasale. Tannini fini e lunghi. Progressione buona. L’azienda ha i vigneti a Castiglione di Sicilia ed è stata fra le prime a credere nelle potenzialità di invecchiamento e di longevità dell’Etna Rosso.        

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