Le Contrade dell’Etna ha avuto un cambio di passo e nell’edizione 2024 è stato possibile vedere le modifiche apportate. Oltre all’inserimento delle masterclass (come già riportato nell’articolo della masterclass – Le Contrade dell’Etna – Masterclass: i mille e più volti dei vini dell’Etna), anche nelle giornate inerenti i banchi d’assaggio è stato possibile denotare dei cambiamenti. Se nelle edizioni antecedenti i produttori portavano solo gli Etna Bianco, Rosato e Rosso e soprattutto vi erano i campioni di vasca, che sarebbero stati messi in commercio a breve tempo (possibilmente a settembre), in modo da dare un’idea a chi assaggiava come sarebbe stato il vino dell’annata, con le ultime edizioni alcune cose sono cambiate. Oltre ai vini Etna D. O. C., è stato possibile trovare i vini prodotti da uve internazionali e non, coltivate nel territorio dell’Etna. Già qualche modifica era stata introdotta nell’edizione del 2019, quando per la prima volta Le Contrade dell’Etna si svolse in due giorni, dove nel secondo giorno era possibile assaggiare annate più vecchie degli Etna D. O. C.. A prescindere da ciò Le Contrade dell’Etna è la manifestazione che dà la possibilità di poter avere un ampio parterre di produttori di tutto il territorio etneo al fine di capire e valutare le caratteristiche e le peculiarità dei vari vini prodotti con le uve dei versanti nord, nord – nord est, est, sud est e sud ovest. Numeri alla mano sono state circa novanta le cantine che hanno partecipato all’edizione del 2024, l’afflusso di visitatori è stato di circa settemila persone. La possibilità di poter degustare diversi vini (anche di aziende nuove), ha dato la possibilità di individuarne alcuni che hanno saputo dare un qualcosa in più. A seguire gli assaggi che sono stati ritenuti più interessanti.
Da una cantina che è una new entry nel panorama etneo viene assaggiato un I. G. T. Terre Siciliane 2023, Virgola Bianco, Vini di Luca. Irruento e di carattere, con una freschezza che funge da asse portante. Bouquet composto da lime e nota iodata, per poi virare sulla mela golden ed accenni di floreale. Fresco e con una buona lunghezza di beva. Ottenuto da uve Carricante del versante nord, l’azienda è da poco che produce vini nel territorio etneo e grazie alla passione di Luca Zumbo che nel 2023 riesce ad incrementare la superficie vitata e completare (almeno per il momento) la fase di avvio per inserirsi nel mercato.
Assaggiare un Etna Bianco D. O. C. del 2016 e poter dire che è integro, con uno stato evolutivo veramente notevole, è un risultato del quale si può vantare Margherita Platania, proprietaria di Feudo Cavaliere, che con il Millemetri Etna Bianco D. O. C. 2016 dimostra come anche i vini bianchi dell’Etna hanno la predisposizione all’invecchiamento. Il bouquet è complesso e fa sentire pietra focaia, nota iodata, erba secca, piccoli accenni di frutta secca e qualche accenno di nota terziaria, danno il quadro organolettico di grande complessità. Estrema eleganza alla beva con un sorso fluido e dinamico. Buona progressione. Il territorio di Santa Maria di Licodia (versante sud ovest) dove si trovano i vigneti dell’azienda Feudo Cavaliere (per l’appunto in Contrada Cavaliere) si dimostra di grande potenzialità sia per i vini bianchi, che per i vini rossi. I mille metri di altitudine che raggiunge la Contrada danno escursioni termiche che arricchiscono i vini con freschezza e profumi, i quali allo stesso tempo possono affrontare gli anni, arricchendosi con il passare del tempo di note terziarie.
Passando al versante est a Contrada Blandano, Terra Costantino produce Contrada Blandano Etna Bianco D. O. C. 2018. Nota evolutiva in grande evidenza, complesso, con corredo aromatico composto da erba e frutta secca, accenni di nocciola (fornito dal passaggio sapiente fatto in botte), per poi tornare su accenni di frutta esotica. Sorso ricco e polposo ed una freschezza ben sagomata. Lungo al sorso. L’altitudine collinare delle vigne e la vicinanza del mare (che si vede dalla vigne) fa sì che le caratteristiche organolettiche di questo Etna Bianco vengano arricchite dalla componente marina e dal clima mite che gli permette un’evoluzione cadenzata ed un poter affrontare gli anni in grande tranquillità. Se a tutto questo si aggiunge che le viti che forniscono le uve sono centenarie, si riesce a comprendere come a distanza di quasi sei anni il Contrada Blandano Etna Bianco si trovi in una fase di perfetta evoluzione.
Sempre per il versante est nel territorio di Trecastagni a Monte Gorna l’Azienda Agricola Contino produce il Barrus I. G. T. Terre Siciliane 2022. Anche se viene detto dal produttore che è stata un’annata di prova e per i prossimi millesimi ci saranno modifiche, il risultato per l’annata 2022 è più che buono. Ricco di profumi, con una sua personalità e con una beva verticale che è data dalla freschezza. Lungo al sorso. Il corredo aromatico è composto da frutta tropicale e da erba secca. A distanza di quasi due anni riesce ad avere una esuberanza che gli garantisce una buona longevità.
Passando agli spumanti, De Bartoli con il suo spumante Metodo Classico I. G. P. Terre Siciliane 2022, 100% Nerello Mascalese, mette in mostra un spumante che ha tanto da dire, a partire dai sentori che pervengono dal calice, con note di tabacco, frutta secca e candita. Fresco e verticale. Permane venti mesi sui lieviti. Grande piacevolezza di beva. DBE (De Bartoli Etna) ha i vigneti a Paassopisciaro e Solicchiata (frazioni di Castiglione di Sicilia) ed anche se le uve per produrre il DBE Metodo Classico Blanc de Noir Dosaggio Zero provengono da vigne fuori dell’areale della zona D. O. C., l’interpretazione e l’essenza di questo spumante sono etnee e vulcaniche.
Il Bollenere Etna D. O. C. Extra Brut 2019 ottenuto da Nerello Mascalese, Blanc de Noir è un altro spumante che conferma la duttilità del Nerello Mascalese anche per la spumantizzazione. Affina quarantotto mesi sui lieviti e si presenta con un bouquet ricco e complesso e con una bella verticalità data dalla freschezza. Note di tabacco, frutta secca e tufo di caffè. Sorseggiandolo pur concludendo con una nota sapida, che attenua la freschezza, riesce ad avere una buona lunghezza. L’azienda Antichi Vinai ha i vigneti nella zona di Randazzo e di Castiglione di Sicilia, tramite il Bollenere Etna D. O. C. (48 e 60 mesi) ha dato la giusta dimensione ed importanza alla spumantistica etnea, realizzando spumanti che non passano inosservati.
Il territorio di Milo oltre all’Etna Bianco Superiore, dimostra che anche per l’Etna Rosato D. O. C. può dire la sua. La cantina Maugeri produce Etna Rosato D. O. C. Contrada Volpare 2022 che esprime un corredo di profumi composti da melograno e da rosa canina che virano verso la mela cotogna. Sorso sapido e verticale, di carattere, grande piacevolezza e bevibilità. Un territorio (quello di Milo) non molto affine per i vini rossi, fa sì che i vini rosati riescano ad avere la bevibilità di un bianco ed allo stesso tempo la struttura e l’eleganza di un rosso. Un buon mix. Vino polivalente.
Per i vini rossi è la zona di Castiglione di Sicilia che fornisce il maggior numero di Etna Rosso D. O. C., oltre ad ulteriori vini che non rientrano nel Disciplinare. Di Tenuta Bastonaca, l’Etna Rosso D. O. C. 2021 Piano dei Daini, dimostra tutte le caratteristiche tipiche dell’Etna Rosso, con sentori di frutti di bosco, mora, terra bagnata e melograno. Trama tannica ben definita e spalla acida pronunciata. Sorso piacevole e con la giusta evoluzione. Si dovrà attendere ancora un po’ affinché raggiunga il giusto equilibrio e che allo stesso tempo si arricchisca con note evolutive.
Il Don Michele Etna Rosso D. O. C. 2020 di Tenuta Moganazzi, riesce ad essere un Etna Rosso di alto livello ed esprimere il suo carattere vulcanico. Bouquet vario e complesso, composto da sentori di cenere di camino, humus, piccoli frutti di bosco. Armonico alla beva, con una freschezza bilanciata dalla sapidità finale. Tannini fini e lunghi. Riesce ad avere una buona progressione ed una bella persistenza. Contrada Moganazzi, dove si trovano le vigne dell’azienda, grazie alla sua collocazione ed alla sua altitudine (m. 650 s. l. m.) riesce a fornire le condizioni ottimali per la produzione di Etna Rosso.
Altero Etna Rosso D. O. C. 2015 di Theresa Eccher, è la dimostrazione che in determinate situazioni, siano le viti che comandano. Ottenuto da uve di viti prephylloxera di oltre un secolo di vita, il vino inizia ad essere fatto in vigna. Il risultato è un corredo aromatico di tutto rispetto che comprende note fruttate, mora, liquirizia, carruba. Vino con grande eleganza di beva, grazie al buon bilanciamento fra le componenti morbide e dure. I tannini sono fini e lunghi. Buona la persistenza. Otto anni, danno già un vino che si beve con estrema piacevolezza, ma che andando più in là con gli anni evolverà ed arricchirà il suo bouquet con note terziarie che lo renderanno inebriante.
Di Wiegner Winery, è stato assaggiato In Amphora Etna Rosso D. O. C. 2022, vino affinato in anfora. L’affinamento svolto in anfora è per un periodo di quattordici mesi. Non è ancora in commercio, ma è già pronto per la vendita. Profumi di origano e di erbe officinali, arricchite da note di pietra focaia. Alla beva è fluido e dinamico con una grande piacevolezza. I tannini e la freschezza sono presenti, ma non in maniera invadente. Ottimo. Il voler produrre un Etna Rosso in anfora, apre delle nuove prospettive sui vini etnei ed assaggiando questo vino, sembra che siano molto interessanti. L’azienda si trova nel territorio di Castiglione di Sicilia e le vigne si trovano a Contrada Marchesa e Contrada Rampante.
Interessante il Feudo di Mezzo Etna Rosso D. O. C. 2020 di Massimo Lentsch che con le sue note di origano e sentori balsamici e di terra bagnata, riesce ad essere accattivante a naso e che con tannini fini e freschezza che accompagna ha una beva agile e scattante e per nulla stancante. Buona progressione. Questo risultato non è casuale, poiché anche in questo caso il vino inizia ad essere ottenuto in vigna con viti centenarie prephylloxera, da un appezzamento di poco più di un ettaro sito per l’appunto a Feudo di Mezzo, nel territorio di Castiglione di Sicilia.
Il Nawary 2020 I. G. T. Terre Siciliane di Duca di Salaparuta è un Pinot Noir prodotto con uve di vigneti sull’Etna (Castiglione di Sicilia). Pur non essendo in un territorio che fornisce le caratteristiche ideali per il vitigno (soprattutto la mancanza di calcare) viene ottenuto un Pinot Noir di carattere ed eleganza. Piccoli frutti di bosco, sentori di humus, liquirizia. Freschezza tipica del vitigno che gli dona lunghezza ed allo stesso tempo i tannini fini lo rendono di grande bevibilità e per nulla stancante. Buona progressione. Se inizialmente i primi Pinot Noir etnei lasciavano a desiderare, con il passare degli anni il vitigno internazionale e le dovute accortezze per vinificarlo hanno dato dei buoni risultati.
Infine gli assaggi di qualche campione di vasca, giusto per non snaturare l’idea con la quale è nata la manifestazione de Le Contrade dell’Etna. Due principalmente hanno dato una buona impressione e per i quali i presupposti di avere un prodotto che quando sarà pronto ed a sua volta messo in commercio sono incoraggianti. Di Cantoneri il Tenuta della Dainara Etna Rosso D. O. C. 2021 – campione di vasca. Il bouquet è corredato da timbro balsamico, sentori di eucalipto e di origano, humus. La trama tannica è ben definita ed assieme alla freschezza fungono da punto nodale di questo vino. Buona persistenza. Tenuto conto che è campione di vasca le prospettive sono più che buone. Altro campione di vasca è stato l’Etna Rosso D. O. C. di Travaglianti 2022, al sorso è potente ed inizia a far sentire eleganza (ancora non è in commercio) con tannini ben presenti e con un sorso ampio. Spezie, liquirizia, nota fruttata delineano il quadro organolettico. Il tempo giocherà sicuramente a suo favore, affinandolo e smussando la spalla acida.
Aggiungi un commento