Continua il viaggio tra le Contrade dell’Etna e la valigia si arricchisce di nuove conoscenze, di nuove storie e di nuovi volti.
Per chi volesse ripercorre il viaggio tutto di un sorso, ecco il link della prima parte.
TERRAFUSA
Sempre a Biancavilla in Contrada Vallone Rosso incontriamo Sophie e Dino. Lei francese lui siciliano, si sono conosciuti all’estero dove si sono innamorati da allora è iniziato un viaggio meraviglioso tra i filari dell’Etna. Dopo aver acquistato un vecchio vitigno a 870 m s.l.m. hanno iniziato a produrre i primi vini. La loro azienda Terrafusa è un richiamo al terreno vulcanico e alla natura imprevedibile del vulcano. Nel 2018 nasce il loro rosato “Storta” da uve di Nerello Mascalese, Nerello Cappuccio e Carricante. Un vino che vuole ricordare “un’annata storta” «Quell’anno – racconta Sophie – me lo ricordo bene. Dopo la grandine che colpì il vigneto la sera prima della vendemmia ci fu il terremoto. Ricordo che passammo la notte in macchina, così abbiamo deciso di chiamarlo Storta». Le etichette sono tutte disegnate a mano dal papà di Dino, un artista 90enne di Biancavilla. Se quell’annata fu storta, il loro Rosato ne racconta solo la parte migliore.
VITANOVA
Un vino che è un inno al cambiamento, alla rinascita e alla voglia di ricominciare. “Volevo allontanarmi dalla vita che facevo prima – racconta Marco – e così ho rilevato questo vecchio vitigno che apparteneva ai miei nonni ed ho iniziato questa nuovo capitolo della mia vita”. L’azienda nasce nel 2018, la vigna inizia dove finisce una colata lavica, così Marco scava quella terra dando vita a dei terrazzamenti dove pianta 1200 piante di Carricante. Solo due referenze un rosso Josè Maria da Nerello Mascalese in purezza vinificato in acciaio e in barrique per un anno prima del passaggio in bottiglia e un Bianco Maria Jose un Carricante in purezza. Entrambi portano il nome dei suoi genitori e nelle etichette Marco si è divertito a scrivere dei suoi pensieri che strappano un sorriso che si allarga al primo sorso di vino. Che sia una nuova vita e una nuova filosofia perché come ci insegna Marco, “ non è mai troppo tardi per seguire i nostri sogni”.
PENNISI
Questo è il primo anno per Stefano a Contrade, 30 anni da compiere e tanta voglia di fare e condividere la storia antichissima della sua famiglia. In contrada Verzella e Chiatte Macine producono circa 20mila bottiglie, la maggior parte di Etna Rosso. Basta ascoltarlo parlare dei suoi vini per toccare con mano la passione che lo lega all’Etna. Siamo nel versante Nord, nel comune di Castiglione di Sicilia, assaggiamo il Bianco 2022 vendemmiato a settembre, 90% Carriccante 10% Catarratto sentori floreali di gelsomino frutta a polpa bianca che vira dalla pesca alla sbergia con una nota di mineralità. I suoi occhi si illuminano quando ci racconta dei progetti futuri che vedono coinvolta la sua azienda e di cui presto vi racconteremo.
TURI ECCELLENZE
Ad accoglierci è Turi, sorridente vignaiolo nato e cresciuto sull’Etna. Nel 2018 decide di compiere il grande passo e con una laurea in scienze umanistiche alle spalle riprende in mano i vigneti di famiglia. Il primo vino prodotto arrivava a 1200 bottiglie, oggi ne produce 10mila divise in 5 etichette. Ognuna racconta una visione differente del territorio. Noi abbiamo assaggiato un Nerello Mascalese in purezza coltivato in bio, affina in Barrique per 12 mesi, e in acciaio per altri 12. Sentori di frutti di bosco, arancia sanguinella lasciano il passo a cenni floreali che gli donano un sorso rotondo e avvolgente. Per poter degustare il Bianco, Carricante, Grillo e Catarratto, invece dovremo aspettare la luna piena: “Lo imbottiglieremo quando ci sarà la luna piena, seguendo i dictat del biodinamico!.” Non ci resta che attendere e andarlo a trovare in vigna.
FOTI RANDAZZESE
Passando da un versante ad un altro arriviamo nel territorio di Nicolosi, quattro ettari vitati di cui quasi due nel territorio di Biancavilla. A raccontarci la storia dell’azienda è Giacomo un giovane vignaiolo che ha deciso di unire gli appezzamenti dei suoi nonni per dare vita a una storia che parla di continuità e di un sogno che piano piano diventa sempre più reale. Con il suo racconto ci porta per mano tra le vigne di Carricante che qui vivono a 900 m s.l.m. raccolte a mano nella prima decade di ottobre dopo una pigio diraspatura e una pressatura soffice nel torchio manuale affinano in Barrique per sei mesi e poi riposano un mese in bottiglia. Un bianco con sentori di miele e vaniglia e note di frutta a polpa bianca. «L’ho chiamato Me Gioiu, perché quando io e mio fratello eravamo piccoli la nonna ci chiamava così. Ho voluto dedicarle questo vino».
Ma Contrade è stato anche l’anno delle conferme, delle Aziende radicate nel territorio che qui si raccontano. Come Tenute Mannino di Plachi che con le nuove etichette segna il cambio generazionale che sta attraversando l’Etna. La firma di Giuseppe e Giorgio, l’una vicina all’altra sottolinea come questo passaggio sia quasi naturale. Un padre e un figlio che conducono insieme l’ azienda di famiglia e dove la tradizione abbraccia il futuro.
E ancora Benanti, Terra Costantino, Cantine Nicosia che continuano a segnare la linea attraverso la quale l’Etna cambia, si trasforma restando sempre una terra ricca di sfumature dove il passato si rinnova mantenendo ben salde le radici nel terreno e lasciando che il vento del cambiamento soffi leggero sulle vigne che dipingono un futuro.
Cover Credit: Photo by depositphotos
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