Non è mai troppo tardi per innamorarsi anche di…Bacco. E succede che spesso l’incontro, consapevole e responsabile, con il nettare degli dei cambi la vita, schiudendo nuove prospettive professionali. Alessandra Surdo, 48 anni, palermitana, al giro di boa dei suoi “primi” 40, decide di frequentare la prestigiosa Scuola Alma Ais a Colorno, in provincia di Parma diplomandosi “sommelier”.
“Mio padre- racconta Alessandra- aveva dei vigneti nell’agro di Salemi che coltivava con passione ed il vino faceva parte della nostra quotidianità”. Ma l’interesse per Alessandra che fino a quel momento si rifiutava di berlo, nasce alla scomparsa del padre.
“Avevo 21 anni- ricorda- e il vino diventa il fil rouge che mi lega a lui, aiutandomi a recuperare quel rapporto che in vita era stato difficile, come spesso succede tra genitori e figli”. Dopo diverse esperienze di lavoro, Alessandra inizia a lavorare in un’enoteca dove il mondo del vino comincia ad intrigarla. Ma non basta. ” Poco alla volta sento fl’esigenza di volerne sapere di più, di approfondire e soprattutto- spiega- inizio a visitare le cantine, a conoscere i territori, i produttori ed i diversi metodi di produzione. Una mia amica enologa mi porta con lei in Toscana e qui, di fronte a realtà vitivinicole importanti, mi sembra di vivere nel paese dei balocchi”.
Alessandra spinge l’acceleratore sulla conoscenza. Ha capito che non le basta più un approccio superficiale ma esige da se stessa maggiore competenza e professionalità in un settore dinamico, in continua crescita che accoglie solo chi sa trasformare la passione in impegno serio. E così a 40 anni Alessandra decide di scommettere su se stessa frequentando l’Alma Ais, il corso di Alta formazione in Comunicazione, Gestione& Marketing del vino per una full immersion nel mondo del beverage, con esperienze in sala, stage nelle aziende. Si trasferisce a Colorno per circa 1 anno, apre un ristorante in Umbria con suo fratello che è costretta a chiudere per la pandemia. Ritornata in Sicilia Alessandra non smette di studiare e oggi è sommelier dell’Azienda Coppola1971, specializzata nella produzione di bollicine da soli vitigni autoctoni siciliani.
Vino senza barriere
“Sono molto soddisfatta- dice Alessandra- perché il vino è convivialità, gioia, connette persone e culture diverse, mi piace fare formazione e poterlo raccontare“. Senza se e senza ma. Il suo è un racconto del vino senza barriere. All inclusive anche per le persone ipovedenti o sorde. Tant’è che nell’ambito della Giornata Mondiale del Sordo che si è svolta a Palermo dal 21 al 23 settembre scorso, su input dell’Ens, l’Ente Nazionale Sordi, ha condotto delle degustazioni “speciali”. “Con me c’era una traduttrice della lingua Lis ed insieme abbiamo fatto degustare i vini di sei aziende siciliane – racconta con entusiasmo- E’ stato un successo perchè queste persone hanno sviluppato altri sensi che consentono di apprezzare al meglio le qualità del vino”. Una degustazione “etica” se vogliamo che ha anche ampi margini di business tanto che in Italia dal 2015 è stata creata la rete di “Cantine senza barriere” per un enoturismo accessibile. Alessandra si avvicina a questo mondo grazie alla sua migliore amica Monica, sorda fin dalla nascita. “Si- spiega- per me è normale andare con lei nei locali a bere e spiegarle cosa c’è nei calici. Da qui anche l’idea di sensibilizzare produttori, aziende ed anche l’Ens ad investire in quello che è non solo uno dei piaceri della vita, ma anche un’opportunità di lavoro”.
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