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La Sicilia vista con gli occhi di Casa Grazia. La storia di Elena Pasian e Nicolò Buscaglia

Vigna nella Riserva orientata Lago Biviere

A Casa Grazia, l’azienda vitivinicola di Maria Grazia Di Francesco Brunetti, si scaldano i motori in vista di tanti appuntamenti. Dal Vinitaly al Prowein, alla prima volta a Sicilia en primeur, la manifestazione itinerante dove si alternano degustazioni, press tour, masterclass, promossa ed organizzata da Assovini Sicilia insieme alla stampa nazionale ed internazionale ed ancora l’imminente inaugurazione della cantina. L’azienda ha arricchito il suo team con nuove risorse umane, giovani professionisti che con intelligenza e cuore stanno dando maggiore sprint ad un’azienda che ama anticipare i tempi, aprirsi a nuovi mercati e che, soprattutto, fa del vino un compagno piacevole di vita da condividere con i wine lovers.

“Mettersi insieme è un inizio, rimanere insieme un progresso, lavorare insieme un successo” è stato il mantra del grande Henry Ford, uno dei padri della famosa casa automobilistica americana ed abbiamo scoperto che a Casa Grazia il lavoro di squadra è il risultato di un’armonia che nasce dalla vision della proprietaria, che fa del rispetto e della valorizzazione di ciascuno il suo asso nella manica. Ma, a volte, capita che anche il caso ci metta lo zampino, rimescolando le carte, e succede che una veneta scelga di vivere e lavorare in Sicilia, per amore, e che un giovane talentuoso siciliano, seppur richiesto nelle aziende del Nord, decida per amore della sua terra di restare. 

Elena Pasian e Nicolò Buscaglia sono alcuni dei protagonisti di Casa Grazia che raccontiamo. “Ogni mattina sono contenta di arrivare in ufficio e di scoprire giorno per giorno quale sarà il mio lavoro improntato al dinamismo e alla varietà. È proprio il caso di dire che ogni giorno è un giorno nuovo”. Elena Pasian, 36 anni, di San Michele al Tagliamento, in provincia di Venezia, da circa un anno si occupa del marketing e della comunicazione di Casa Grazia, l’azienda vitivinicola di Maria Grazia Di Francesco Brunetti, a Gela. Qui, nello splendido scenario della Riserva Naturale del Lago Biviere, il più grande lago salato costiero della Sicilia, al confine tra la provincia nissena, famosa per i suoi castelli, e quella ragusana, terra dell’unica DOCG dell’Isola, il Cerasuolo di Vittoria, nascono i vini dell’azienda che ha nel suo essere donna il suo Dna. Si traducono in etichette, otto, di cui uno sparkling, eleganti al palato e nel packaging, dove la cura del dettaglio, dalla vigna alla cantina, con la regia dell’enologo pluripremiato Tonino Guzzo, è armonia. Ed Elena, che con la pandemia ha rivoluzionato la sua vita, emigrando al contrario, si è innamorata delle vigne di Casa Grazia, coltivate in bio,  di cui Maria Grazia ama definirsi semplicemente “la madre adottiva”. “Da brava veneta – racconta Elena – sono nata in mezzo al vino e andavo spesso in campagna da bambina. Ma poi da grande, dopo la laurea in Relazioni Pubbliche, ho viaggiato molto all’estero, anche per lunghi soggiorni, come a Copenaghen, dove ho fatto l’Erasmus e sono rimasta per circa 8 mesi, poi in Texas per 1 anno. Dal 2008 mi sono occupata di organizzare congressi ed eventi per grandi aziende, viaggiando spesso. Ma la pandemia ha spazzato di colpo la mia vita precedente – racconta. – Mi dovevo reiventare e mi fu offerta la possibilità di lavorare per una piccola azienda di vino in Toscana. Era l’ottobre del 2020”. 

Ma anche la vita privata subisce un cambiamento: il suo compagno per lavoro viene trasferito in Sicilia e per dieci mesi vivono a distanza. Finché Elena non decide che era arrivato il momento di fare i bagagli e di seguirlo in quella regione  dove non era mai stata, “neanche in vacanza”. Tenace e pragmatica,  non molla. E pazienza se sono in tanti che dalla Sicilia emigrano in cerca di occupazione, lei andrà controcorrente. “Mando il  curriculum a Casa Grazia – racconta – e mentre mi trovavo qui, casualmente, Riccardo Vella, responsabile amministrativo, mi fissa un appuntamento.  Conosco anche la signora Maria Grazia e m’innamoro del modo in cui parla delle sue vigne. E a maggio dello scorso anno inizio la mia collaborazione”. Per Elena Pasian è un turbillon di novità perché sono tante le cose da fare con l’inaugurazione, a breve, della cantina, la preparazione del prossimo Vinitaly e del Prowein e la partecipazione a “Sicilia en Primeur” con i giornalisti della stampa internazionale che in anteprima visiteranno la cantina. Sta anche lavorando alla programmazione di alcune serate a tema in  alcuni ristoranti  sia a Palermo che a Catania ed intanto  il 1° aprile i vini di Casa Grazia saranno ospiti dell’evento che la condotta Slow Food di Trapani sta organizzando per il lancio della guida “Osterie d’Italia”.

Nicolò Buscaglia
Nicolò Buscaglia

Elena è un fiume in piena d’entusiasmo ed il lavoro le ha anche cambiato il modo di vivere. “Hai bisogno di qualcosa? È la domanda più ricorrente che mi rivolgono sia i colleghi che i vicini di casa, ed è il segno della vostra accoglienza calorosa – dice sorridendo – Certo, in questo primo anno ho imparato ad accettare anche il vostro stile di vita, che ha dei tempi più dilatati rispetto a quelli  a cui ero abituata prima, ma mi ci sto abituando”. La Sicilia vista con i suoi occhi è quella di una terra “ricca di potenzialità – dice con una nota di dispiacere nella voce – che però non sa darsi il valore che merita. E il vino, che pure è ambasciatore di un territorio, da solo non basta”.  Nei fine settimana va alla scoperta dei posti più belli della Sicilia, ma il suo angolo del cuore sono le vigne di Casa Grazia dove si rifugia per ritrovarsi, magari in compagnia di un calice di vino. E coltiva un’idea. “Ho deciso di fare il corso di sommelier, di approfondire la mia conoscenza – dice contenta – penso che in qualsiasi modo andrà il mio domani, il vino occupa ormai un posto importante nella mia vita”.

Chi è che ormai del vino sa tutto o quasi, perché in realtà “è un mondo in continua evoluzione ed occorre sempre studiare se si vogliono conquistare nuovi mercati, riconoscere ed intercettare i gusti dei consumatori che sono diversi secondo il Paese che vai” è Nicolò Buscaglia, 32 anni di Menfi (Ag), export manager, new entry del team di Casa Grazia. Il mondo è il suo campo di lavoro dove i confini sono fatti per essere superati con l’orgoglio delle proprie radici, la professionalità di chi non ha smesso di studiare e l’umiltà di chi, voltandosi indietro, ringrazia chi gli ha insegnato “gli attrezzi” del mestiere. “Casa Grazia produce circa 60 mila bottiglie l’anno – spiega Nicolò Buscaglia – ed è presente soprattutto in Europa e negli USA. Il target di riferimento dei nostri vini è medio-alto ed abbiamo intenzione di rafforzare la presenza nei mercati internazionali conquistando in primis il monopolio canadese, per poi passare a quello svedese. Ma – anticipa – questo sarà il prossimo step, vogliamo innanzitutto consolidare la nostra presenza nel mercato europeo”. Bello per chi ama viaggiare, è una professione in cui non ci si annoia mai. “Occorre sicuramente una solida conoscenza della lingua inglese, unita a buoni basi di viticultura ed enologia – spiega – ma anche i gusti, l’età dei consumatori e soprattutto trovare di volta in volta la chiave per entrare in empatia”.

Sorride Nicolò. “Empatia” è una parola che ha imparato a conoscere negli anni della sua gavetta professionale accanto a quella che lui definisce la sua “maestra”, Roberta Urso, Responsabile P.R. e Comunicazione di Cantine Settesoli. Nel 2011, durante il suo percorso universitario in Economia Aziendale, Nicolò sceglie di fare lo stage in un’azienda dove invece di stare seduto dietro ad una scrivania a far quadrare i conti, vuole stare sul campo. “Scorrendo l’elenco delle aziende convenzionate con l’Università, scopro, praticamente a casa mia, la possibilità di svolgere lo stage in cantine Settesoli. Avevo deciso che non doveva essere solo un tirocinio ma un’esperienza lavorativa rilevante. Organizzavo gli eventi, partecipavo alle fiere, venivo coinvolto nelle visite aziendali e nelle degustazioni tecniche sempre a fianco della dottoressa Urso di cui carpivo i segreti del mestiere. L’arma del sorriso e del garbo unito ad una grande professionalità che coniuga gli aspetti tecnici del vino ma anche alla capacità di saperlo raccontare, di trasmettere la passione e l’entusiasmo per il proprio lavoro – ricorda Nicolò.

Ormai il vino è parte integrante della sua vita e, dopo il diploma AIS, Nicolò conquista anche la certificazione WSET che lo abilita all’uso dei termini tecnici del mondo enologico, in lingua inglese. Dopo una breve parentesi come responsabile marketing & sales in un’azienda del territorio, Nicolò viene chiamato da Cantine Settesoli a lavorare nel settore commerciale estero dove promuove non solo l’azienda ma soprattutto il territorio che lui conosce perfettamente. Ama le sfide, si vuole rimettere in gioco, finché non viene chiamato da Casa Grazia.  “Non ci è voluto molto ad innamorami di questi vini – dice con una luce di gioia nello sguardo – sono vini bio, che nascono nel rispetto della biodiversità di un territorio unico come il lago Biviere che restituisce nel bicchiere freschezza e sapidità. Vini di qualità che fanno conoscere un territorio sconosciuto come quello di Gela, ricco invece di storia, di testimonianze archeologiche.

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