Si parla tanto di rilancio della nostra Isola attraverso il turismo. Un esempio concreto, se si vuole comprendere che cosa significhi realmente la parola “accoglienza”, è rappresentato dalla cittadina iblea di Scicli. Gli aggettivi si sprecano per descrivere una simile gemma del barocco siciliano. Il sogno è pronto a sbocciare dietro ogni angolo. La cultura ha messo radici qui da secoli e l’architettura è ormai una cosa sola con la natura, con le colline che custodiscono simili tesori e con il mare, distante pochi chilometri da questo scrigno isolano.
È qui che si è svolto nei giorni scorsi il press tour dedicato a “Cannolia”, nuovo format, tutto moderno e, al contempo, antico nell’amore per la tradizione, di degustare il cannolo… caldo! Sì, proprio così! Il cannolo, simbolo unico della tradizione dolciaria siciliana, degustato caldo, preparato al momento ai clienti che lo richiedono e realizzato in tanti gusti nel laboratorio a vista.
Il format è stato presentato durante il tour a Palazzo Bonelli Patané, introdotto dagli interventi istituzionali del vicesindaco e assessore alla Cultura di Scicli, Caterina Riccotti, e dell’assessore allo Sviluppo economico, Emilia Rabito. I protagonisti della storia sono tanti, ma è stato in particolare il trentenne Davide Roccasalva a dare vita a questo progetto, stimolato da un vecchio ricettario della nonna, abituata a friggere il cannolo e, ancora caldo, a riempirlo di ricotta e darlo al nipote.
Anche Sicilia da Gustare ha avuto il privilegio di poter degustare quanto raccontato e così, nella sede di Cannolia, tra decorazioni moderne e farfalle delicate, simbolo di leggerezza, nate dalla fantasia dell’artista Sasha Vinci, abbiamo provato la delicatezza e la poesia dei cannoli caldi in sette varianti: classico ricotta vaccina, ricotta di capra biologica, crema bianca al limone, al cioccolato fondente, al pistacchio, ricotta di capra, arachidi salati tostati all’interno di una cialda al carrubo. Tutto è ecosostenibile, è stato ribadito più volte, senza additivi né conservanti.
La materia prima è costituita dai grani antichi, la cialda è quella ragusana, chiara, non biscottata. A differenza della ricetta della nonna, il cannolo non viene impastato e poi fritto nello strutto, ma Davide per l’impasto utilizza burro e, in alcuni casi, olio extravergine d’oliva per i vegani. “La cialda calda con il contrasto della ricotta o della crema fresca – spiega il titolare – va ad accentuare il sapore del dolce. Così mi sono chiesto il perché non farla provare a tutti in qualsiasi momento. L’olio che utilizziamo per la frittura è olio di girasole ad alto oleico arricchito di vitamine e antiossidanti. I cannoli vengono fritti a 175 gradi. È importante che l’olio venga cambiato spesso”. Sette le varianti di cremePer il trasporto il prodotto viene consegnato al cliente in un kit con all’interno le cialde appena fritte e un sac à poche con la crema scelta.
Il giorno prima di deliziare i nostri palati, siamo stati coccolati dai componenti della Cooperativa Agire, che ci hanno condotto nei siti più affascinanti della cittadina: dal set del commissario Montalbano alle preziose chiese, come quella di San Bartolomeo, dall’Antica Farmacia ultracentenaria ai Palazzi storici. Ed ancora, è stato il gusto a tornare sempre alla ribalta, con la degustazione di prodotti del luogo, tra cui il Fagiolo cosaruciaru di Scicli, Presidio Slow Food, e l’Olio evo Millinché delle Sorelle Fidone. Dicevamo dell’accoglienza: certamente il progetto ha avuto un supporto importante dal Comune di Scicli e dall’Albergo Diffuso, che ha ospitato i giornalisti e che rientra tra i progetti di Sicilia Ospitalità Diffusa realizzati dall’imprenditore Ezio Occhipinti. La stessa ospitalità che abbiamo trovato l’indomani, con un pranzo vista mare al Pata Pata di Sampieri, altro scenario meraviglioso ed altro set utilizzato per la fiction di Rai1 sul commissario Montalbano. Insomma, benvenuti in Sicilia, terra di arte, cultura, cinema e… Cannolia!
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