Una distesa di colori si apre davanti agli occhi mentre, il vento leggero accarezza le foglie in un tempo scandito dal ronzio delle api che animano i campi sotto gli ulivi che, maestosi, si ergono al sole. Alle spalle degli Iblei, nelle campagne siracusane uno scrigno di biodiversità ci ricorda che siamo in Sicilia, luogo di storie e tradizioni.
A Canicattini Bagni, in contrada Bagni, Corrado La Pira, guida l’azienda di famiglia e ci accoglie con il sorriso e l’ospitalità di altri tempi. Racconta la sua storia, i sacrifici e i traguardi scolpiti nelle mani che lavorano la terra e negli occhi di chi non smette di sognare e credere.
Lo sguardo corre veloce su questo scorcio di Sicilia, si fa spazio tra quei sette ettari di uliveto dove si alternano piante secolari disposte a rotolaccio, per perdersi poco più in là, tra i filari dove mandorli, carrube e ulivi convivono in un gioco di colori e profumi, fino a riposarsi sui nuovi impianti dove la consociazione con i legumi favorisce il giusto nutrimento delle piante. Qui la natura segue i suoi ritmi e detta le stagioni.
«Queste terre appartengono alla mia famiglia dal 1908.Prima qui c’era un’unica distesa di viti, con l’arrivo della peronospera iniziarono ad estirparle per fare spazio a nuove culture- ci racconta Corrado – Il mio bisnonno iniziò a piantare alberi di ulivo tracciando inconsapevolmente la strada per la mia famiglia. Oggi produciamo due oli, mandorle, carrube da cui realizziamo uno sciroppo, grani antichi e legumi. Cerchiamo di offrire prodotti sani, legati al territorio e che raccontano una storia, come la cicerchia, oggi inserita nell’arca del gusto di Slow Food come un prodotto da tutelare. La maggior parte della nostra produzione si concentra sull’olio di oliva ma nell’economia di un ecosistema sano è necessario inserire anche altre colture per poter portare avanti delle buone pratiche agronomiche».
Un’antica varietà di ulivo, la Zaituna, risalente all’età ellenistica, è la cultivar da cui si produce l’Olio della Maestra Tina, un Olio Evo monocultivar IGP, che Corrado ha dedicato al ricordo della madre scomparsa. Molito a freddo e non filtrato al naso è particolarmente profumato, si distinguono la foglia di carciofo e un sentore di pomodoro per chiudere con un finale floreale. Fresco ed equilibrato gioca la sua struttura sull’amaro che cede sorprendentemente il passo a una nota piccante, leggera ma che dona una piacevole persistenza.
«Sono cresciuto in mezzo a queste terre con mia nonna e mia mamma, passavo intere giornate qui con loro ad ascoltare i segreti dell’antica arte contadina- ricorda Corrado – Ho un legame forte, viscerale, quasi materno, qui ritrovo il ricordo di mia mamma lo stesso che mi tiene compagnia la sera quando stanco torno dai campi, quando mi rimbocco le maniche nonostante la fatica, e quando assaporo le piccole vittorie. È quella stanchezza mista alla voglia di non mollare che mi fa sentire che anche se la strada a volte è impervia è quella giusta. Se sono qua credo che sia per quel filo invisibile che mi lega ancora a mia mamma, un legame che continua nel tempo, solo in un altro modo. Ho deciso di dedicarle il nostro olio perché è il mio modo di dirle grazie per avermi fatto innamorare di queste terre e di questo lavoro».
Un mosaico di antiche tradizioni, in quasi 30 ettari di terreno, in cui si alternano piante di ulivo secolari, che mescolano le loro fronde con i colori di mandorle e carrubi a distese di grani antichi come fosse una tela sulla quale madre natura ha deciso di disegnare i suoi dipinti.
«Anticamente gli ulivi venivano esposti a sud formando un rotolaccio, un anfiteatro naturale – ci spiega Corrado – tutto ruotava attorno all’agorà dove veniva piantato l’ulivo impollinatore, in questo caso la Moresca, e attorno si costruiva la platea dove gli alberi di Zaituna crescevano intorno. Ricordo ancora mia nonna che mi raccontava le antiche tecniche agronomiche. Nella nostra tenuta convivono piante millenarie con altre di almeno cento anni, con quelle più giovani impiantate dalle marze degli ulivi secolari. Vogliamo conservare la nostra biodiversità».
L’azienda di Corrado la Pira ha ricevuto diversi riconoscimenti.“La nostra produzione è per il 70% di Olio d’Oliva, grazie al quale nel 2020 abbiamo ricevuto due attestati di qualità dall’Orciolo d’oro di Milano e siamo stati inseriti nella guida degli oli 2020 di Slow Food, riconfermata nel 2022 e 2023, nello stesso anno abbiamo ricevuto una foglia verde di Gambero Rosso. Nel 2021 abbiamo ricevuto due foglie verdi di Gambero Rosso e siamo stati presenti nella Guida degli Oli d’Italia 2021. L’anno scorso il gambero rosso ci ha insignito delle due foglie rosse, riconfermate anche quest’anno, e abbiamo partecipato al concorso internazionale LODO di Milano durante il quale abbiamo preso tre Orcioli su tre e il nostro olio è stato definito lodevole. Sempre nel 2022 abbiamo ricevuto il premio regionale Morgantinon con menzione speciale Miglior Olio IGP di Sicilia e il premio bicchiere d’oro al MIOOA Milan International Olive Oil Award. Quest’anno invece abbiamo preso due Orcioli sempre al Lodo di Milano, con una menzione di eccellenza per il nostro olio. Credo che quando fai le cose con amore e perseveranza e soprattutto nel rispetto della natura i risultati arrivano sempre”.
E le soddisfazioni arrivano ..
Alla 55^ edizione del Vinitaly, appena concluso, l’humus di ceci pasta è stata scelto dal pastificio artigianale Vescera, a Corleone, per il cooking show al padiglione della Regione Sicilia per essere mantecato con le caserecce di Tumminia insieme all’humus e crema di maiorchino preparate da Salvo Terruso, conosciuto con il nome di Il Pastaio Matto.
Corrado La Pira fa anche attività didattica con le scuole ed oleoturismo. “ Facciamo vivere una intera giornata da olivicoltore, nei diversi periodi dell’anno-racconta- Potiamo gli alberi, raccogliamo le olive, le portiamo al frantoio è un’esperienza che ti fa toccare con mano questo lavoro. In futuro c’è l’idea di creare delle stanze nel pieno rispetto del territorio e della fauna che abita questi luoghi. Piano piano riusciremo a realizzare anche questo sogno”.
Cosa diresti al Corrado bambino oggi?
“Che quel modo di amare insegnato da mia Mamma è stata la strada giusta”
E cosa direbbe il Corrado bambino all’uomo che sei diventato oggi?
“Che quel sogno che hai fatto e quelli che farai sono la strada da percorrere, tracciata ed illuminata da chi ti ha insegnato ad amare”.
Un angolo di paradiso, dove la vista si perde lontano a tracciare l’infinito dei campi, avvolti dai raggi colorati di un sole che tramonta e ne colora le sfumature, lasciamo questo tempo sospeso ci concediamo da Corrado e nel salutarlo ancora una volta, guardando i suoi occhi sognanti e fieri ci viene in mente una frase di un noto scrittore che recita: “Bisognerebbe imparare dagli ulivi a lasciarsi modellare dal vento senza perdere il proprio carattere”
Corrado
07/04/2023 alle 15:16Grazie a Sicilia da gustare e alla meravigliosa giornalista Cristina Cocuzza
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