Nomen omen, portano in dote il nome altamente evocativo di un luogo iconico della Sicilia nel mondo, le otto aziende del Consorzio di Tutela della Doc di Monreale. Alessandro di Camporeale, Case Alte, Feudo Disisa, Marchesi de Gregorio, Porta del Vento, Principe di Corleone, Sallier de La Tour e Terre di Gratia, hanno deciso di fare squadra per scommettere sul futuro investendo in radici, territorio e identità. Ambasciatori culturali di un unicum che rappresenta per l’articolata varietà di terroir, per le diversità di microclimi che caratterizzano questo lembo di terra della Sicilia occidentale ed anche per i differenti stili produttivi, un piccolo “continente” del vino nel più grande continente vitivinicolo che è la Sicilia. La Doc di Monreale è infatti la più estesa denominazione della provincia di Palermo, che da Monreale, Piana degli Albanesi, Camporeale, San Giuseppe Jato, San Cipirello, Santa Cristina Gela, Corleone e Roccamena, intreccia il quotidiano e secolare impegno nella coltivazione della vite, insieme a quella dell’ulivo e del grano con la “narrazione” suggestiva di luoghi che sono stati crocevia di popoli e civiltà che hanno segnato il destino dell’ Isola. Un angolo di Sicilia nel cuore della Conca d’Oro che trae origine dall’antica e potente Diocesi di Monreale che, in epoca normanna raggiunse il massimo del suo splendore con la maestosità dei mosaici del suo duomo.
Costituitosi con Decreto Ministeriale il 2 novembre del 2000 e guidato da Mario Di Lorenzo, il Consorzio ha l’obiettivo di proiettarsi nei mercati internazionali più esigenti e preparati. Duplice la sfida: custodire la cultura prettamente rurale ed agricola che si tramanda da generazioni da una parte e, dall’altra, proiettarsi in avanti, insieme, per promuovere vitigni, vini e territorio, con un occhio particolare all’esperienza dell’enoturismo e ai luoghi della cultura e dell’arte costituito dal patrimonio Arabo-Normanno, tutelato dall’UNESCO, dai musei e dalle aree archeologiche che ricadono nella provincia di Palermo.
La scommessa, ambiziosa, è stata presentata martedì 1 ottobre nella splendida cornice dell’Orto Botanico di Palermo. Con l’entrata in vigore del nuovo disciplinare le otto aziende hanno hanno voluto condividere i risultati ottenuti e presentare le iniziative di promozione che la Doc Monreale tra la fine del 2024 e il 2025 metterà in campo. Oltre ai vertici del Consorzio e ai produttori aderenti alla DOC, sono intervenuti i rappresentanti delle istituzioni culturali e delle istituzioni regionali e locali, tra cui il Prof. Michelangelo Gruttadauria, Presidente Sistema Museale Unipa, il Direttore del Parco Archeologico di Monte Iato, Himera e Solunto Arch. Domenico Targia, il Dirigente Dott. Vincenzo Pernice del Vivaio F. Paulsen dell’Assessorato Regionale all’Agricoltura e il Sindaco di Monreale Ing. Alberto Arcidiacono.
Un traguardo per un nuovo inizio. “Il primo ottobre è stata un’importante occasione per rivendicare il valore dei nostri vini all’interno di un territorio dalle enormi potenzialità, da sempre vocato alla viticoltura d’eccellenza – sottolinea Mario Di Lorenzo, Presidente della Doc di Monreale –. Abbiamo tutte le carte in regola per consolidarci come Consorzio di riferimento del palermitano, e non solo. Ripartiamo da noi, dalle comunità locali, accogliendo piccoli e grandi produttori, mettendo a frutto nuove sinergie con le istituzioni locali, la cultura, la ristorazione qualificata e i tanti luoghi dell’itinerario Arabo-Normanno. L’ aspetto turistico- ha sottolineato il presidente della Doc di Monreale- ha acquistato un valore sempre più importante. Siamo infatti a pochi chilometri da Palermo ed in più offriamo al viaggiatore la possibilità di far vivere al un’esperienza unica in un territorio che offre la bellezza di una natura incontaminata, di paesaggi da gustare con gli occhi nella diversità di sfumature in ogni stagione dell’anno. Ma è nei calici, la vera sorpresa”.
Le otto aziende del Consorzio hanno anche fatto, in modo tangibile, una proposta unitaria che rispecchia l’areale vitivinicolo della DOC di Monreale. E’ stata infatti realizzata La Carta dei Vini della Doc di Monreale per il mondo della ristorazione, della sommellerie e per i wine lovers. A presentarla, Andrea Amadei, testimonial d’eccezione, sommelier, gastronomo, autore radiofonico e profondo conoscitore del mondo del vino che ha raccontato e questa storia enoica condivisa e lo straordinario valore di autenticità, attraverso una masterclass dedicata propri alla nuova Carta dei Vini della DOC Monreale. Sedici etichette capaci di incarnare al meglio la pregiata denominazione, otto delle quali sono state esplorate e proposte in degustazione.
Un percorso lungo quello del disciplinare che , iniziato nel 2018 è stato approvato quest’anno.
“Obiettivo prioritario- ha spiegato Benedetto Alessandro, quarta generazione di una famiglia di viticultori- è stata la valorizzazione dell’identità. Trovare una strada comune per raccontare la nostra Storia, le nostre tradizioni ci ha portato poi di fatto a scegliere più che le varietà, le denominazioni restringendo il campo, rispetto al vecchio disciplinare da 12 a 5. Perricone e Syrah, per le uve a bacca rossa, Catarratto quelle a bacca bianca. A questa verticalità produttiva sui tre vitigni, possono essere utilizzati in blend il Nero D’Avola e l’Inzolia, con le percentuali rigorosamente definite dal disciplinare”.
Il Consorzio con una produzione complessiva di circa 50mila bottiglie con le otto aziende aderenti ad oggi, si espanderà “perchè- assicurano- sono tante le richieste che stanno arrivando”. Curiosità: ogni bottiglia DOC Monreale riporterà obbligatoriamente l’annata di produzione, per offrire ai consumatori una chiara tracciabilità ed un legame autentico con il territorio. Ergo: i Magnifici Otto, parafrasando Quentin Tarantino, fanno sul serio.
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