La carbonara verace a la Valletta, a Malta, ha un solo indirizzo: Zero sei – Trattoria romana.
“Quando arrivai qui, non conoscevo una parola d’inglese e capii che, se volevo far conoscere il mio locale ai tanti turisti, non potevo che affidarmi al linguaggio universale dei numeri. E decisi di dare al locale il nome del prefisso telefonico di Roma”.
In soli due numeri, l’identità autentica di Fausto Soldini, 52 anni, ambasciatore della cucina tradizionale romana nel cuore della capitale maltese, di fronte al Manoel, il terzo teatro più antico d’Europa. Anche a Natale scorso, Fausto, come già fa da ben sei anni, ha contato i giorni, ben 2.225, della sua permanenza a Malta. L’occasione di un bilancio.
“Quando arrivai qui con mia moglie Luisa a dicembre 2013, non avrei mai immaginato che lavorare a Malta mi avrebbe cambiato totalmente la vita – racconta Fausto come un fiume in piena. – Abbiamo aperto altri tre locali e con noi lavorano 45 dipendenti, alcuni dei quali sono anche soci. Ma soprattutto sono riuscito a portare qui i miei figli, Martina ed Andrea che lavorano con noi”. È la soddisfazione di un padre, ma anche quella di un imprenditore che ha deciso di lasciare l’Italia, portandola nel cuore. Fu un caso. “Accompagnai un amico qui e rimasi colpito dalla bella atmosfera che si respirava. In pieno boom economico, a Malta c’erano ottimismo, positività. Un Paese in fermento. Ritornato a casa, ne parlai con mia moglie e, venduti i due ristoranti che avevamo a Roma, decidemmo di fare il passo”.
I coniugi Soldini, così, voltano pagina. “All’inizio non è stato facile, – racconta Fausto – La Valletta offre un’ampia scelta di ristoranti e dunque dovevamo capire il target che volevamo dare al nostro locale. Addirittura, quando dicevo che volevo aprire una trattoria, mi guardavano strano perché non sapevano neanche cosa fosse”. Ma Fausto, tenace, non si dà per vinto. Con la sua Luisa, “una macchina da guerra” la definisce, decidono che a La Valletta la carbonara della nonna, fatta con il guanciale, il pecorino romano, avrebbe segnato la Caporetto delle carbonare fittizie con prosciutto e panna. “Zero sei trattoria romana” diventa un brand d’eccellenza del mangiare bene italiano all’estero. Il segreto? Materie prime di qualità, direttamente da “casa nostra” che fanno la differenza, come il pecorino dell’azienda agricola Deroma, l’unico pecorino romano DOP della provincia di Roma. Scelte di gusto sì, ma anche etiche che danno plusvalore. Come quella di impiegare per la preparazione del piatto principe della cucina capitolina, il guanciale dell’azienda Sa.No. di Gianfranco Castelli, il top della produzione italiana di guanciali e prosciutti amatriciani IGP di Accumoli, a pochi chilometri da Amatrice, devastata dal terribile terremoto di quattro anni fa. “Padre e figlia hanno venduto tutto pur di rimettere in piedi la loro azienda. A schiena dritta queste persone – dice Fausto con un filo di emozione nella voce – stanno provando a ricominciare. È vero, io sono andato via dalla mia terra ma ci vuole più coraggio a rimanere”. Non solo carbonara ma anche, tra i primi, la cacio e pepe e tra i secondi quelli tipici della cultura gastronomica romana: dall’abbacchio scottadito alle polpettine al sugo alla fettina panata. Fausto e Luisa non dormono sugli allori del successo e a pochi metri dalla trattoria aprono la pizzeria “Sotto”. Conquista ben tre spicchi, il massimo del punteggio della prestigiosa guida del Gambero Rosso, che la annovera tra le 12 migliori pizzerie italiane nel mondo. “La nostra pinsa romana – precisa Fausto – tipica della tradizione laziale viene fatta con una miscela di quattro tipi di farina e la lievitazione di ben 72 ore del lievito madre”. Un consiglio: se volete provarla, conviene prenotare con almeno dieci giorni d’anticipo. Di recente, con l’apertura di Salvino’s, nel cuore di La Valletta, propongono una cucina di mare. A Gzira, a pochi chilometri dalla capitale dell’Isola, sul lungomare di Sliena, hanno aperto “La prosciutteria” per una ristorazione easy, un po’ vintage dell’antica salumeria dove è possibile mangiare un panino con salame e bere un bicchiere di vino… alla spina. Il leit motiv di Fausto Soldini e della sua impresa di famiglia è quello di trattare il cliente come un ospite di riguardo. “Ai miei dipendenti dico sempre che il nostro successo si conquista giorno per giorno e basta un nulla, uno sgarbo, una parola rivolta male perché si possa vanificare – ci spiega – tutto il lavoro costruito faticosamente in questi anni”. Di tanto in tanto Fausto ritorna a casa, a Roma, a riabbracciare i genitori, per poi ritornare ad immergersi in quella che ormai considera la sua seconda casa. “Tra qualche mese diventerò nonno della piccola Sofia – dice contento – che nascerà a Malta”. La storia continua e come disse Nelson Mandela: “Un vincitore è solo un sognatore che non si è mai arreso!”.
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