La cucina è sacralità, il commensale va rispettato proponendo ciò che di meglio si riesce a fare: tutto deve essere perfetto. La mediocrità non va mai servita sia che si tratti di un grande evento sia che esso sia piccolo quanto un aperitivo da servire in un Lido estivo. Ne sono sempre stata convinta e lo sono di più dopo aver fatto la conoscenza di uno chef quale Carlo Sichel. Talento puro seppur racchiuso in un nome che ho visto girar poco fra la stampa di settore. Nessuna Stella Michelin (almeno per il momento…), raramente presente negli innumerevoli eventi gastronomici che si svolgono di continuo nell’isola, niente intermediari per poter parlare con lui. È uno di quelli che con fare tranquillo, gentile e molto schietto, ama sbrigarsi le cose in prima persona. C’è un’iniziativa alla quale prender parte? Bene!! Verifichiamo la cucina come’è, vediamo il posto, sediamoci al tavolino dinanzi ad un caffè e decidiamo cosa fare. Tutto questo senza intermediari. Non si delega! Perché la cucina è un affare serio. Sono queste le prime cose che mi hanno colpito di Sichel, incontrato in occasione dell’organizzazione di “Grillo&Gambero” a Marina di Ragusa, promosso da Tenuta Bastonaca. Un signore dalla barba bianca, cordiale, esigente ma molto pratico, con cui senza giri di parole riesci subito a concordare ciò che si deve fare. Dopo un giorno arriva il menù che dovrà realizzare prendendo come musa ispiratrice uno dei vitigni più antichi della Sicilia: il Grillo. Ed ecco una Zuppetta fredda di melone e insalata di polpo,un Cubo profumato di menta e zenzero con gambero rosso inside, una Perla di datterino rosso e crema di mozzarella di bufala e poi una pasta: le Mezzemaniche Minardo al pesto di finocchietto marino, ricci di mare e profumo di liquirizia. Estasi pura!
Un ricordo quegli assaggi che i tanti partecipanti all’evento (me inclusa) porteranno di certo con sé a ricordo della serata; un ricordo a cui aggiungerò quello della mattinata trascorsa in cucina al Nosco a Ragusa Ibla dove intravedevo l’entusiasmo puro negli occhi di quei tanti futuri chef che lo hanno coadiuvato, insieme al bravissimo Giovanni Galesi (nella foto a dx), e ai quali Sichel ha lasciato un insegnamento prezioso: il rispetto della materia prima, il valore di questo mestiere. Ma è stato bello anche catturare la gioia provata da uno chef importante quale Carlo nello stare accanto a dei giovanissimi talenti, respirando quell’effervescenza tipica della loro età.
Ad ogni modo, credo di poter con certezza affermare che, ancora una volta, Sichel sia riuscito ad andare dritto al cuore e alla memoria riproponendo dei sapori che sanno di Sicilia. Ciò che propone colpisce sì la vista e l’olfatto, ma sa andare oltre nella sua essenzialità. La semplicità abbinata alla qualità dei singoli ingredienti più l’ingegno sono come radicati nella cucina di Sichel e si esprimono nei piatti così come negli ambienti del suo ristorante, Il Carato di Catania: un luogo dall’atmosfera familiare, accogliente ..da visitare.
Gianna Bozzali