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In Sicilia, all’Isola di Catania, anteprima nazionale di “Donne Vino Innovazione” di Le Donne del Vino Sicilia. Il futuro del vino tra ricerca, formazione e nuove tecnologie per una innovazione nel segno dell’armonia.

Che ruolo può e deve svolgere l’innovazione nel mondo del vino ? A chiederselo e a dare delle risposte di futuro che, però è già presente, Le Donne del Vino Sicilia che sabato 1 marzo, in anteprima nazionale, a Catania hanno declinato il tema dell’anno dell’ Associazione Italiana Donne del Vino : “Donne, Vino, Innovazione”. Lo hanno fatto mettendo in sinergia, esperienze e testimonianze e dando voce a docenti dell’ateneo catanese, al presidente dell’Ordine degli Agronomi della città etnea, agli esperti che lavorano sul campo utilizzando l’intelligenza artificiale, perchè le sfide non possono che affrontarsi insieme.
” Il futuro del vino tra ricerca, formazione e nuove tecnologie” il leit motiv del talk che si è svolto all’interno di uno spazio davvero unico nel cuore del centro storico di Catania, “Isola”dove in un’ armoniosa convivenza tra antico, nel settecentesco Palazzo Biscari e moderno, dialogano arte e tecnologia, cultura e nuove opportunità, in un hub che è fucina di idee, talenti, creatività fondato nel 2020 dall’imprenditore Antonio Perdichizzi. Una scelta non casuale per la delegazione di Le Donne del Vino Sicilia, presieduta da Roberta Urso, che in sintonia con il tema del talk hanno sottolineato il profondo legame tra memoria e prospettive, in cui l’innovazione accompagna vignaioli e in questo caso le vignaiole, ad una maggiore consapevolezza del benessere dell’uomo e della terra, in un percorso di crescita che sia all’insegna dell’ armonia.

“Il tema dell’innovazione ha, come auspicavamo, incuriosito molto il seguito delle Donne del Vino di Sicilia, mettendo insieme appassionati, tecnici, ricercatori, studenti, che hanno partecipato all’evento numerosi e con grande interesse ed entusiasmo – ha spiegato Roberta Urso, delegata Donne del Vino Sicilia – Il talk ha permesso di comunicare in maniera dinamica e con parole semplici temi quali quello della tecnologia Blockchain applicata al settore enologico, dell’intelligenza artificiale e come potrà influenzare la comunicazione del vino, l’innovazione in agricoltura e le aspettative rispetto al cambiamento climatico. Una occasione quindi per portare avanti due dei valori fondanti della nostra associazione cui teniamo particolarmente: la divulgazione e la formazione, con l’intento di porre evidenza su come il mondo del vino sta cambiando e come affidare le sfide future”- ha detto Roberta Urso. Al centro del dibattito i temi del cambiamento climatico, la sostenibilità, la sicurezza alimentare, la formazione dei giovani ed ancora la nuova “narrazione” del vino tra linguaggio umano e virtuale.
Elisabetta Nicolosi, docente del Dipartimento Agricoltura, Alimentazione, Ambiente dell’Università di Catania, da diversi anni è impegnata in attività di ricerca nel settore del vino, avviando numerosi programmi di miglioramento genetico e attività di studio dei vitigni autoctoni , in particolare dei vitigni reliquia dell’Etna.
La docente, nel corso del convegno, ha annunciato che per il prossimo anno accademico sarà avviato il corso di Laurea triennale in Viticoltura, Enologia ed Enomarketing. “La scelta di avviare questo nuovo percorso di formazione scaturisce dalla richiesta di specifiche professionalità altamente qualificate che il territorio, nell’ultimo decennio, attraverso imprenditori, professionisti- ha commentato Elisabetta Nicolosi. Agata Matarazzo, docente del Dipartimento Economia e Impresa UniCT, in apertura del talk ha sottolineato come “la Blockchain è considerata una delle principali innovazioni tecnologiche dell’agricoltura 4.0 nel settore vitivinicolo, in quanto garantisce maggiore sicurezza, valorizzazione del singolo prodotto, trasparenza e tracciabilità dell’intera filiera produttiva.  Un metodo anticontraffazione convincente e uno degli strumenti chiave per garantire e promuovere l’originalità di tutte le filiere alimentari”. Il binomio vino e nuove tecnologie, è stato al centro del confronto con Francesco Reda, responsabile robotics Strano S.P.A, che ha ricordato come l’importanza della robotica, della meccanizzazione e dell’intelligenza artificiale in agricoltura è diventata sempre più evidente. “Queste tecnologie non solo aumentano l’efficienza e la produttività, ma contribuiscono anche a una gestione sostenibile delle risorse. L’adozione di soluzioni innovative consente agli agricoltori di affrontare le sfide globali, come il cambiamento climatico e la crescente domanda alimentare. Investire in queste tecnologie è fondamentale per garantire un futuro prospero per il settore agricolo”- ha aggiunto Francesco Reda.
Ancora innovazione in agricoltura come strumento per affrontare le sfide della sostenibilità e della sicurezza alimentare. Ne ha parlato Aurora Ursino, presidente dell’Ordine Agronomi di Catania.

“Tecnologie come l’agricoltura di precisione, la genetica avanzata e l’automazione sono strumenti essenziali per migliorare la produttività e ridurre l’impatto ambientale. Attraverso il PNRR e il Piano Strategico Nazionale, possiamo incentivare l’adozione di queste tecnologie, ma è cruciale investire anche nella formazione e nella cooperazione tra agricoltori, startup e istituzioni per garantire il successo di questa transizione” – ha commentato Aurora Ursino.
Ad innovarsi è anche la comunicazione del vino, oggi al centro del dibattito tra intelligenza umana e artificiale. Il contributo di Valeria Lopis, donna del vino e giornalista, ha messo in evidenza come “l’occasione sarà utile per focalizzarci su una nuova narrazione del vino in cui le donne sono sempre più protagoniste sia come imprenditrici che come consumatrici. Linguaggi accessibili e di autenticità ci impongono di cambiare registro, orientandoci ad una condivisione di valori e ideali con i consumatori, come quello imprescindibile della sostenibilità che la filiera del vino difende e promuove”.
Dopo il convegno, “Le donne del vino” hanno incontrato ospiti e partecipanti in un brindisi conviviale con i vini “innovativi” delle associate produttrici al Museo Biscari che ospita l’Atelier- Museo della stilista Marella Ferrera dove moda e artigianato si fondono in una bella dichiarazione d’amore per la Sicilia. Intrecci, frange, tessuti accattivanti ma anche materiali tipicamente siciliani usati per il mondo del fashion – come le ceramiche o ancora la pietra lavica – incastonati nelle creazioni quali abiti e corsetti super originali, fanno da cornice alla mostra “ A tavola con i Florio” che rimarrà aperta fino al 25 maggio. Un viaggio nel tempo con la collezione della ceramica dei Florio di Vincenzo Profetto e Antonino Lo Cascio che in giro per l’Italia hanno scovato le porcellane realizzate nella fabbrica dei Florio, aperta nel 1884 alla Zisa a Palermo. Non potevano che essere quelli che sono stati definiti “ regnanti senza corona”, imprenditori visionari nella Sicilia a cavallo tra l’800 e il ‘900, a concludere la giornata della Festa delle Donne del Vino Sicilia che, coniugando bellezza, cultura, ricerca, schiude prospettive nuove.

Foto di Brunella Bonaccorsi

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