“Tre giorni dedicati al vino ed esperienze enogastronomiche”
Tre giorni fondamentali per SanLorenzo Mercato e gli appassionati del vino e degli abbinamenti gastronomici 100% siciliani che hanno visto svolgere un evento a Palermo, la seconda edizione del Wine Fest.
Il Wine Fest ha dato occasione di entrare in contatto con enologi, produttori e rappresentanti di una selezione di cantine siciliane accomunate da concetti di sostenibilità e ricerca. Il festival ha avuto inizio venerdì 17 novembre con Tasca d’Almerita, proseguendo sabato 18 novembre con cantine Florio e infine domenica 19 novembre la masterclass a cura di Pasta Vescera e cantine Colomba Bianca.
Venerdì 17 novembre la degustazione dedicata ai vini delle cantine Tasca d’Almerita è stata a cura di Ivo Basile che ne ha raccontato la storia. Tenuta Regaleari nasce nel centro della Sicilia, nella Contea di Sclafani, dai fratelli Tasca a metà dell’800 e da generazione dopo generazione, con passione, lavora la terra locale per produrre vini che vantano un successo in tutta l’Italia. La tenuta si trova immersa nel verde, tra vigneti e campi che fanno parte della natura tipica siciliana e che regala un aspetto rustico alla struttura che segue i colori dell’azzurro riferito in parte allo stemma dei Conti Tasca d’Almerita.
Tasca d’Almerita ha la conduzione di cinque tenute: Regaleari, Tascante, Capofaro, Sallier De La Tour e Whitaker. Cinque tenute che permettono di avere caratteristiche di terreni diversi e che di conseguenza portano alla produzione di uve diverse. Ciò che accomuna queste tenute è la biodiversità e il non utilizzo di agenti chimici che possano risultare dannosi. Tasca d’Almerita si fa carico della sostenibilità e dell’ambiente tanto da diventare una B Corp certificata che si impegna a rispettare alti standard di impatto sociale e ambientale.
I vini presentati sono stati: “C’eragià” Chardonnay Etna, Tenuta Tascante; “Vigna San
Francesco” Chardonnay, Tenuta Regaleali; “La Monaca” Syrah, Tenuta Sallier de La Tour; “Vigna san Francesco”, Cabernet Sauvignon, Tenuta Regaleali.
“C’eragià” Chardonnay Etna, Tenuta Tascante è stato creato in una piccola vigna di un ettaro in contrada Rampante, dove si vinifica alle pendici dell’Etna, il vitigno internazionale più celebrato. Il territorio in cui ricadono i vigneti di contrada Rampante è caratterizzato da formazioni di origine vulcanica.
“Vigna San Francesco” Chardonnay, Tenuta Regaleali nasce dalla fermentazione delle uve svolta in barrique di rovere francese da 350 litri. Parliamo di un terreno fertile a causa di uno strato attivo più profondo e di maggiore freschezza, dovuta a un minor drenaggio dell’acqua piovana. Il substrato di origine è costituito da sedimenti argilloso-sabbiosi, debolmente calcare, ricco in sali minerali, magnesio e potassio in particolare, con una buona dote in fosforo.
“La Monaca” Syrah, Tenuta Sallier de La Tour prende il nome dalla omonima collina, ricca di sorgenti di acqua naturali. Le risorse idriche, insieme alle brezze provenienti dal Golfo di Castellammare, consentono al Syrah una costante e completa maturazione che si riflette nelle profonde caratteristiche mediterranee del vino. La vigna ha una buona luminosità ma una minore influenza delle calde temperature estive; ciò fa sì che nelle annate più calde e siccitose la vite soffra meno, mantenendo costante la maturazione delle uve, più adatta a vini rossi di struttura e da lungo invecchiamento
“Vigna san Francesco”, Cabernet Sauvignon, Tenuta Regaleali. San Francesco è la vigna che rappresenta l’emblema della ricerca e l’innovazione incessanti per migliorare la qualità dei vini. Il suolo è formato da
sabbie, in parte argilloso e calcareo, ricco in sali minerali quali magnesio e potassio, mentre risulta invece povero in fosforo. Il Cabernet Sauvignon è una varietà tardiva, maturato in vasche di acciaio inox.
Sabato 18 novembre la degustazione è stata tenuta da Irene Taormina che ha presentato le cantine Florio con “La versatilità del Marsala”, e insieme al vino ha divertito i suoi spettatori con abbinamenti gastronomici, in particolare lo sfincione bagherese e una bruschetta di pane con gorgonzola erborinato.
Le cantine Florio sono state costruite da Vincenzo Florio che acquistò un terreno situato tra le fabbriche di Woodhouse e Ingham-Whitake. Le Cantine Florio di Marsala si affacciano sulla costa, con le loro alte navate e il loro pavimento in tufo, sono costituite da quattro navate lambite dal mare. Quattro ambienti climatici differenti, per temperatura e umidita, e una diversa complicità con il mare che alimentano i Marsala nel lungo percorso di affinamento, caratterizzandone la personalità organolettica. Chi entra all’interno delle Cantine Florio si trova a camminare in un giardino di querce dalle radici profonde che si nutrono di mare.
Florio, da sempre, sceglie di produrre i propri Marsala usando le uve Grillo che crescono lungo le coste di Marsala e proprio per la loro esposizione al mare le uve vengono avvolte da cristalli di sale dati dalla salsedine che ne riescono a dare un tratto peculiare.
I vini presentati da Irene Taormina sono stati il Vino Florio Grillo, Marsala Vergine Riserva e il Marsala Semisecco.
Il Vino Florio Grillo rappresenta il primo vino Florio imbottigliato. Si tratta di un vino giovane bianco, non filtrato, che matura attraverso una fermentazione naturale senza lieviti in vasche di cemento originali. L’imbottigliamento risale all’8 marzo del 2023, infatti la colorazione era molto chiara e il sapore delicato che rimanda a fiori, spezie, sapidità del mare. Da questo vino si ricava il Marsala Vergine.
Il Marsala Vergine Riserva 2010 è un Marsala oro prodotto da sole uve Grillo. Ricche di zuccheri, vestite di sensazioni marine, le uve, attraverso l’uso del torchio tradizionale, creano mosti carichi di colore, alti estratti secchi ed estrema sapidità. Affinato in un piccolo fusto di rovere per 13 anni, il mare gli regala la sua freschezza, arricchendolo di sentori salmastri accompagnati da note gentili di ginestra e fiori gialli mediterranei. Questo Marsala, degustato insieme allo sfincione bagherese, riusciva a pulire il palato e renderlo pronto per una prossima portata.
Il Marsala Semisecco Superiore Riserva 2015 è di colore ambrato con riflessi rossi nonostante sia un bianco e con un grado zuccherino maggiore. Anche qui abbiamo sentori fruttati, frutta secca, zucchero di canna e la china. Questo vino, di solito bevuto con alimenti dolci, accompagnato al gorgonzola erborinato della bruschetta, permetteva al palato non solo di pulirsi ma di concludere il pasto.
L’ultimo giorno del Wine Fest, domenica 19 novembre, ha avuto come protagonisti pasta Vescera in “Momenti di non trascurabile felicità” di Mattia Vescera, in una masterclass condotta dalla giornalista Giusy Messina, e Cantine Colomba Bianca, una delle più importanti realtà siciliane, leader in Italia per la produzione biologica, nell’agro di Salemi.
L’azienda Vescera nasce nel 1890 da artigiani di grano siciliano che coltivano nella piana di Catania da otto generazioni. L’azienda cerca di coniugare il passato, seguendo le tradizioni, con il futuro seguendo una linea organolettica e salutistica. Tumminia, Russello, Perciasacchi, sono soltanto alcune delle circa 50 varietà di grani born in Sicily che i Vescera seguono in diversi territori della Sicilia con particolare attenzione alle Isole.
Nel 2020 è nato il pastificio Vescera dove la pasta è prodotta con due soli ingredienti acqua e farina di semola di grani antichi siciliani bio. La pasta Vescera segue un processo slow e antico dove la lunga essiccazione mantiene intatte le proprietà nutrizionali ed organolettiche del grano. Oggi, Mattia Vescera rappresenta la settima generazione della sua famiglia, e con la moglie Emilia Disclafani, cerca di trasmettere
nel suo lavoro i valori che la sua famiglia gli ha tramandato: rispetto della terra, tutela della biodiversità e patto di fiducia con il consumatore per un’alimentazione sana.
Mattia Vescera ha deciso di mettere in atto una masterclass sulla pasta perché “oggi manca la cultura e l’informazione di un prodotto principe e non di nicchia” dice Mattia; un prodotto che ha bisogno di essere valorizzato e differenziato dalla pasta industriale in cui vengono caramellati gli zuccheri. L’artigianalità viene data dal modo di lavorazione a lenta essicazione, con trafilatura al bronzo di grani siciliani.
La masterclass ha visto la creazione di due piatti semplici: le caserecce al sugo siciliano e le linguine con aglio, olio e prezzemolo. Due modi diversi, se pur semplici, di valorizzare un prodotto di alta qualità. Questi due piatti di pasta sono stati degustati con due vini delle cantine Colomba Bianca: il Cara Terra Rosso IGP Salemi 2021, blend di Frappato e Nerello Mascalese e il Perricone Resilience in purezza 2021.
Cara Terra rosso è un vino biologico, non filtrato e sostenibile con un packaging 100% sostenibile. Questo vino rosso è un vino a denominazione IGP Salemi e proviene dalle campagne del bassopiano salemitano. Questo vino nasce da un progetto integralmente sostenibile è una dedica alla nostra amata terra e racconta l’impegno di Colomba Bianca nel produrre vini nel rispetto della terra.
Il vino Perricone in purezza rappresenta, per il territorio di produzione, espressione autentica di un vitigno storico, quasi dimenticato, che ritorna nel panorama enologico siciliano grazie al suo carattere forte e deciso. Il Perricone Resilience è caratterizzato da un bouquet elegante di sottobosco e pregevoli note speziate. La grande aromaticità e persistenza danno prova di un rosso importante e dalla spiccata versatilità. Nasce da un progetto che vede protagonista la valle del Belice che, dopo il terremoto del 1968, aveva bisogno di rinascere e da qui “resilienza” di cui nascono cinque linee di vini, due bianchi e tre rossi.
Colomba Bianca è una cooperativa che si rifà sull’etica, nasce a Salemi, omaggia la terra e rispetta il mondo con materiali riciclati e riciclabili come il vetro delle bottiglie, tappi compostabili, etichette riciclata dalle vinacce, il vino integrale con basso interventismo.
Un progetto che affonda le sue antiche radici in una viticoltura di tradizione che guarda al futuro e lo proietta sui mercati internazionali del vino di qualità. Colomba Bianca è un modello per la viticoltura e l’enologia siciliana, affianca i viticoltori in quel processo di riconversione dei propri vigneti in regime di agricoltura biologica certificata. L’azienda è una delle più grandi cooperative vitivinicole in Sicilia, nonché uno dei maggiori produttori di vino biologico in Europa.
Un’etica che si basa sul km0 e sulla sostenibilità che unisce pastificio Vescera e Colomba Bianca in una sintonia di odori e sapori che uniscono la pasta di grani antichi e vini bio e che chiudono i battenti del Wine Fest 2023 al SanLorenzo Mercato.
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