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Il Torrone di Caltanissetta di Davide Scancarello: ecco come la tradizione può diventare volano di prospettive economiche per la Sicilia

Il torrone di Caltanissetta è un’eccellenza tutta siciliana e richiesta in tutto il mondo, grazie anche a Davide Scancarello, ‘torronaro’ di vecchia esperienza e di nuovi, e ambiziosi, progetti.

Nelle regioni del nord Italia erano i fiocchi di neve che venivano giù dal cielo e il freddo ad annunciare l’arrivo del Natale. In Sicilia, invece, la natura si è sempre manifestata in maniera ben più docile, anzi decisamente in maniera dolce. Tra le strade di Caltanissetta, il Natale aveva, e ha tutt’ora, un odore preciso: quello del miele cotto e delle mandorle tostate…l’odore del torrone.
Il torrone di Caltanissetta, dal 2023 presidio slow food e membro del paniere della dieta mediterranea, ha una storia talmente antica che per riscoprirne i natali, si perdoni il gioco di parole, bisogna tornare a quando Caltanissetta aveva un altro nome e tra le sue strade si parlava una lingua diversa, eppure famigliare.
Sono stati gli arabi a istituire, a partire dall’antico agglomerato greco di Nissa, la città di Qalat-an-Nisa e a profumarne strade con un impasto cristallizzato di zucchero, arricchito di semi di sesamo, la cubaita. È incerto quando la cubaita divenne torrone, quando al sesamo furono sostituite le mandorle e i pistacchi, una qualche influenza greca doveva permanere forte, però una cosa è certa: già nel Seicento erano diffuse botteghe artigiane che ne effettuavano la sua preparazione. Croccante e friabile senza essere duro, dolce e goloso senza essere stucchevole: la bontà del torrone sopravvisse ai periodi di festa e divenne un prodotto iconico di Caltanissetta, volano di agricoltura, prospettive commerciali, modello di economia circolare.
Davide Scancarello è un artigiano che vanta un’esperienza talmente lunga, ha iniziato il mestiere a soli 17 anni, che sembra quasi cominciare nelle botteghe di Caltanissetta del 1870. Eppure, sebbene Davide sia un ‘torronaro’ d’altri tempi, fedele nell’utilizzo di materie prime di qualità, come il miele di api nere, mandorle e pistacchi di Sicilia, non rinuncia all’innovazione per portare la tradizione del torrone in giro per il mondo e nel futuro.
“Il torrone di Caltanissetta è il primo presidio slow food del 2023, un traguardo che rincorrevamo da 3 anni e che finalmente è arrivato – racconta un orgoglioso ed entusiasta Davide Scancarello – a convincere la commissione sicuramente è stata la semplice genuinità di un prodotto che ha solo 3 ingredienti: miele di ape nera sicula, mandorle e pistacchio”.
Tra i corridoi e i laboratori della sua bottega, Tentazioni e Sapori, sembra di essere ancora tra le strade di Caltanissetta durante il periodo di Natale. Eppure, grazie al maestro Scancarello, il Torrone di Caltanissetta, quasi 6 tonnellate di produzione annua, arriva davvero in tutto il mondo, o per lo meno in 36 dei suoi paesi, come il Canada, gli Usa e il Giappone.
Se c’è però un paese che è davvero colpito dal boom della richiesta del torrone è la stessa cittadina, che nelle ingenti richieste di export di questa specialità, ha trovato motivo di crescita economica e di una nuova forma di economia, fatta di cooperazione piuttosto che di opposizione. “Da luglio ho fondato l’associazione produttori del torrone di Caltanissetta per Ottenere il marchio ‘IGP’, per riuscire a ‘nobilitare’ ancora questo prodotto agli occhi degli estimatori mondiale – ammette il maestro torronaro – ma soprattutto per salvaguardarne la sua genuinità”.
Ai produttori dell’associazione è richiesto infatti di utilizzare materie prime locali, che vengono prodotte nella provincia di Caltanissetta. Come spiega ancora Davide Scancarello: “Le campagne di Caltanissetta sono tutt’oggi piene di mandorleti e c’è un piano di conversione della produzione. Da tempo hanno tolto le vigne per far posto ai mandorli e da 5 anni circa abbiamo piantato anche il pistacchio, sebbene ci voglia del tempo per ottenere una quantità sufficiente alla richiesta”. Una richiesta alta e che non accenna, fortunatamente!, a diminuire.
Tante sono le maestranze e le aziende coinvolte in questo business che mantiene ancora il gusto dell’artigianalità. E noi non possiamo fare a meno di ringraziarle, perché lavorare il Torrone di Caltanissetta e lavorare affinché venga riconosciuto e valorizzato al mondo, è il modo che preferiamo per salvaguardare la Sicilia: il suo passato, il suo presente, il suo futuro.

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