L’importanza del passare del tempo nei vini assume un valore fondamentale. Ovviamente non tutti i vini hanno una predisposizione all’invecchiamento, ma la gran maggioranza si. Per alcuni è necessario che passino almeno due anni ed anche di più, vedasi i Riesling affinché assumano gli aromi terziari (idrocarburo), altri è una scelta dettata dal disciplinare come Barolo, Barbaresco, Brunello, per citarne alcuni fra i più conosciuti. Il decorrere degli anni arricchisce i vini, affinandoli, rendendo i tannini (per i vini rossi) più morbidi e smorzando l’acidità (soprattutto per i vini bianchi), oltre a questo rendendoli maggiormente complessi. Una sorta di valore aggiunto, che in quanto tale ha un suo costo, sotto varie forme, di tempo, di denaro, di spazio. Di tempo, poiché bisogna avere la pazienza di potere e sapere aspettare il decorso temporale al fine di avere un vino “pronto” e che possa fornire buona parte delle sue potenzialità organolettiche. Di denaro, perché dovere aspettare un periodo di anni prima di mettere in commercio, significa per il produttore una mancanza di liquidità monetaria. Di spazio, per il fatto che sia affinamento in botti, o in bottiglia, significa avere ampi locali idonei per la conservazione affinché il prodotto non venga danneggiato. Questa è una sintesi di quello che richiede la fase di invecchiamento di un vino. A tal proposito durante il Taormina WinExpò è stato trattato l’argomento, in maniera solo ed esclusivamente inerente la fase evolutiva dei vini durante una masterclass. Danilo Trapanotto ha guidato la masterclass intitolata La Sicilia del vino, vigneti ed annate a confronto nella quale cinque vini (spumanti, bianchi e rossi), hanno dato la dimostrazione di come il tempo sia una componente fondamentale per poter degustare un vino con le dovute potenzialità, che in gioventù non riescono ad emergere. Iniziando con uno spumante, il Mont Pit Rosé V. S. Q. (Vino Spumante di Qualità) 2018 – Metodo Classico di Cantine Russo. Ottenuto da Nerello Mascalese (80%) e Nerello Cappuccio (20%), affina da 36 a 48 mesi sui lieviti. Il suo corredo aromatico è composto da sentori di rosa, frutta sultanina, accenni di prezzemolo. Sorso ricco e polposo con una buona freschezza. Bilanciato e con una buona persistenza. Cantine Russo ha i propri vigneti a Castiglione di Sicilia (CT), in contrada Crasà. Proprio in questo caso, l’invecchiamento diventa una cosa necessaria per avere un vino pronto e piacevole alla beva. Nel caso dello spumante è altrettanto importante la sboccatura, al fine di poter arricchire ulteriormente il corredo aromatico. Il secondo vino è un bianco, il Cuor di Marchesa Etna Bianco D. O. C. 2022 di Produttori Etna Nord. Ultimamente l’Etna Bianco D. O. C., viene prodotto con 100% uve Carricante ed è il caso del Cuor di Marchesa. Il bouquet è fruttato con predominanza di frutta tropicale (banana ed ananas), oltre a frutta a polpa bianca, arricchiti da accenni di pietra focaia. Al sorso è sapido ed allo stesso tempo questa sapidità riesce ad ingentilire la freschezza. Ha una buona corrispondenza gusto – olfattiva. Persistenza buona e progressione altrettanto buona. I vigneti si trovano nel territorio di Castiglione di Sicilia, in diverse frazioni, Passopisciaro, Solicchiata e Verzella. Il fatto che siano passati (appena) due anni, fa sì che il vino riesca a fornire i suoi aromi primari, ma con il passare del tempo riuscirà ad avere la giusta fase evolutiva e fornire complessità di bouquet ed un sorso più sinuoso ed elegante. Il terzo vino ci porta nell’agrigentino, a Naro. Baglio Bonsignore ha i sui dodici ettari di vigna a Naro, dove vengono coltivati in regime biologico Grillo, Nero d’Avola, Syrah. OI è l’unico vino bianco prodotto dall’azienda, ottenuto da uve Grillo. OI in agrigentino significa oggi, come a voler dire che sia un vino di oggi e per oggi, ma che allo stesso tempo anche con prospettive future. Viene degustato OI Grillo 2023 D. O. C. Sicilia. Il suo corredo aromatico è composto da sentori fruttati, con predominio di pesca a polpa bianca ed erba falciata, accenni di fieno. Fresco e verticale, con una buona lunghezza di sorso. Allo stesso tempo viene degustata l’annata 2017, sei anni di differenza rispetto alla precedente e sette anni di invecchiamento. OI Grillo 2017 D. O. C. Sicilia esprime il suo bouquet ricco e complesso, con profumi eleganti e fini, accenni di mandorla e nota fumé arricchiscono il tutto. Una verticalità cadenzata e di grande finezza. Lungo. Proprio con questo vino si può avere un quadro chiaro di cosa riesca a fare il tempo. Sul primo vino (2023) si hanno gli aromi primari, quelli fruttati, nel secondo (2017) emergono i profumi terziari, la nota fumé ed il sentore di mandorla, oltre ad avere una beva più sinuosa, elegante e complessa. Ultimo assaggio con un Etna Rosso. Alluè Etna Rosso 2021 D. O. C. di Tenuta Palmento San Basilio è ottenuto da Nerello Mascalese (80%) e Nerello Cappuccio (20%), si presenta con un timbro balsamico ed un corredo arricchito da humus e pietra focaia. Trama tannica fitta e con tanni lunghi e fini. Buona corrispondenza gusto – olfattiva. Uso del legno fatto in maniera sapiente, persistenza buona. La zona di produzione è nel territorio di Piedimonte Etneo (CT). In questo caso il passare del tempo è necessario affinché i tannini vengano smussati e che l’acidità tenda ad essere meno invadente. Un vino con tre anni di affinamento, ma che ancora può reggere tranquillamente per (almeno) altri tre anni e fornire il meglio che ha da dire.
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