Quando si nomina la Sicilia, troppo spesso, si fa riferimento alle coste marine che ci regalano prodotti incredibili, che alcune volte nemmeno sappiamo di avere, ma poco si parla delle bellezze naturali che crescono nelle montagne siciliane, nelle colline e nei boschi. E se vi dicessi che nei boschi siciliani, nei periodi giusti, cresce il tartufo, mi credereste? Ebbene si, la nostra Isola è infatti una delle regioni italiane più ricche di tartufi.

Ma cos’è il tartufo? Il Tartufo è un fungo spontaneo, che contrariamente ai propri simili cresce sottoterra anziché in superficie e principali piante coinvolte nella simbiosi con il tartufo sono lecci, pioppi, querce, roveri, carpini e tigli.
Sono in pochi a saperlo, ma questo prezioso fungo si trova in grandi quantità sui monti Iblei, Sicani, Nebrodi e nelle zone delle Madonie. La Sicilia è, inaspettatamente, una regione adatta per la ricerca e la coltivazione del tartufo. Il tartufo selvatico siciliano è raccolto nei boschi della Sicilia centrale da ottobre a dicembre e da studi effettuati, viene evidenziata la presenza di quasi nove specie di tartufo, la cui presenza è dovuta alle altre quote delle montagne e dei boschi e ad esposizioni a montagne con terreno calcareo. Tra le specie più diffuse vi sono il Tuber aestivum, il tartufo nero estivo comunemente chiamato Scorzone, il Tuber brumale, ovvero il tartufo nero invernale e quello ordinario, il Tuber mesentericum. Tra i tartufi bianchi spicca il Tuber borchii, noto volgarmente con il nome di Bianchetto.

La presenza di questo magnifico prodotto, inaspettato e naturale, ha dato avvio alla tartuficultura, mandata avanti da personale competente, per la salvaguardia delle tartufaie naturali esistenti e ad impiantare nuove tartufaie, in terreni adatti, utilizzando materiale forestale e tartufo autoctono. Oggi grazie alla nascita di un Centro di ricerca per la valorizzazione del tartufo siciliano, è stata avviata una politica di promozione e di tutela non soltanto della raccolta in Sicilia, ma anche della sua coltivazione e commercializzazione.
Burgio, Capizzi, Castelbuono, Lucca Sicula, Palazzo Adriano e Palazzolo Acreide sono le città siciliane che fanno parte de “Le città del Tartufo”, un’associazione nazionale nata ad Alba nel 1990, dove queste città si impegnano nella produzione, commercializzazione e promozione del tartufo unendolo al settore turistico, venendo incontro alle esigenze dei consumatori.

La passione verso questo prodotto della terra da parte dei coltivatori e le loro azioni di tutela del patrimonio tartufigeno ha dato vita all’Associazione Regionale Tartufai Siciliani con la denominazione Associazione Nazionale Tartufai Italiani – Regione Sicilia che di recente ha cominciato a lavorare ad una mappatura dei siti tartufigeni in Sicilia che ricoprono quasi tutto il territorio regionale.
L’oro nero e bianco delle montagne siciliane ha dato avvio ad eventi e sagre che permettono di conoscere il prodotto, nel mese di Ottobre, ad esempio, a Capizzi si svolge la sagra dedicata al Tartufo dei Nebrodi, con attività che riguardano la conoscenza del tartufo, ma anche escursioni e attività mirate al rispetto del prodotto e della terra in cui questo nasce e si sviluppa. A Ferla si svolge la festa del tartufo nero, una occasione per celebrare le eccellenze iblee tra cui la varietà di tartufo “Scorzone”, a Castelbuono il “Dolcemente festival Castelbuono”, festival del tartufo, dei dolci e cioccolateria della tradizione popolare siciliana e nazionale. Attività di trekking si svolgono durante l’anno per gli appassionati che vanno alla ricerca del tartufo.
Ultima, ma non meno importante, la gastronomia siciliana, ricca di prodotti di mare e di terra si innova, migliora e incuriosisce con la nascita di piatti tradizionali che incontrano un prodotto così speciale come il tartufo. Negli ultimi anni sono sempre di più gli chef siciliani che, rimanendo impressionati dalle caratteristiche organolettiche e gustose del tartufo, decidono di inserirlo nei loro menù con delle proposte eccellenti che valorizzano sempre più il nostro territorio.
Aggiungi un commento