Storie di cucina, che sono storie di vita, quelle curiose e gustose da ascoltare magari proprio attorno a un tavolo, tra un calice di vino e una tartare di pesce locale…l’importante è concedersi del tempo di perfetta convivialità.
A Milazzo c’è un locale che è un racconto tutto da apprezzare nei piatti dello chef Salvuccio Salmeri, che sintetizzano la sua esperienza personale e la conoscenza delle materie di quel territorio ricco e complesso che è il Mediterraneo.
Mettetevi comodi e godetevi l’intervista, perché è arrivato il momento di riscoprire il piacere di andare Adagio Adagio.
Mettersi dietro i fornelli a 40 anni? Cosa l’ha spinta a cambiare?
Fino ai 40 anni ero un assicuratore con la passione per la cucina, che si ‘esibiva’ per gli amici più stretti. E poi per la legge del contrappasso, l’assicuratore si è preso un rischio: mi sono preso un anno sabatico per girare e imparare per poi poter aprire un posto tutto mio.
– La sua compagna si è buttata subito con lei in questa avventura?
Noi ci siamo incontrati 2 anni fa e come si suol dire è stato un incontro di persone e progetti. Lei veniva da un’esperienza nella ristorazione e anche lei aveva il desiderio di aprire un locale che sentisse come suo.
– Qual è il piatto che più si diverte a cucinare? C’è qualche aneddoto particolare legato?
La pasta al pomodoro. Perché è nella semplicità che si capisce la stoffa di un cuoco.
– Osteria Adagio Adagio, perché questo nome?
Prima di essere il nome del nostro locale, è stata la nostra filosofia di vita, quella che ci ha indirizzato in questa avventura. Quando abbiamo capito di voler aprire un nome tutto nostro ci siamo detti che le cose andavano fatte con calma, prendendoci del tempo per affinare la nostra idea di cucina e capire cosa volessimo proporre. E poi ‘Adagio Adagio’ credo sia la prima regola da seguire anche a tavola, che deve essere un luogo conviviale, in cui si indugia nelle degustazioni senza fretta, senza corsa, senza smania.
– Cosa serve per rimanere nel cuore dei clienti?
Per far tornare un cliente sicuramente ci vuole passione e quella la si gusta nel piatto. Ad ogni boccone il cliente deve capire che hai messo tutto l’amore e le competenze che hai per servire un piatto che gli possa soddisfare. Ma prima del gusto, a convincere il cliente è il servizio a partire dall’accoglienza: dargli il benvenuto in un luogo autentico e sincero in cui anche loro possono sentirsi liberi di provare un’esperienza per me è fondamentale.
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