Le voci di alcuni protagonisti della cultura enogastronomica della città di Pirandello e provincia. “Sinergia”, la strategia di successo.
“È il giusto riconoscimento per chi in questi anni ha lavorato con l’obiettivo di valorizzare non solo il patrimonio artistico, archeologico e culturale ma anche quello sociale ed enogastronomico. Un risultato, che va riconosciuto al comitato promotore, al sindaco di Agrigento Francesco Miccichè e a quanti in questo ultimo periodo si sono spesi per dare ad Agrigento città e alla sua provincia, questa opportunità”.
È soddisfatto Luigi Bonsignore Presidente della Strada del Vino e dei Sapori della Valle dei Templi e proprietario dell’azienda agricola ” Baglio Bonsignore” che sottolinea l’importanza di “questo traguardo nel solco di un obiettivo che come Strada del Vino abbiamo sempre avuto, cioè quello di provare a far divenire un luogo, la Valle dei Templi, un territorio”.
Anche Massimo Carlino, proprietario dell’azienda agricola Val Paradiso e fondatore del progetto “Accademia”, l’officina delle idee, è orgoglioso. “Che possa finalmente essere il punto di partenza, perché fino a oggi Agrigento ha goduto solo delle bellezze che ha ereditato ed è tempo di un risveglio culturale e turistico. Per noi che, come attività agricola, facciamo anche olioturismo e per tutte le attività che forniscono esperienze, può essere volano per un sviluppo economico importante”. Dalla locomotiva del turismo enogastronomico, driver del turismo, all’hospitality, l’atteso riconoscimento di Agrigento capitale della Cultura Italin 2025, è un risvolto importante sotto il profilo economico e di appeal attrattivo.
Enzo Agrò, architetto e proprietario di “Doric Hotel”, ecoboutique affacciato sulla Storia, con vista sul Tempio di Giunone, non ha dubbi “Abbiamo lottato con fatica e oggi mi auguro che Agrigento possa vivere lo stesso cambiamento che ha avuto Palermo, affinché il turismo possa ripartire” Un’opportunità che non esita a definire “un virus positivo” in grado di contagiare la gente del luogo ed i turisti. “Ma, ed è questa la vera sfida – ammonisce Enzo Agrò- dobbiamo essere preparati a mostrare quello che loro cercano”. Ma c’era chi, all’inizio della candidatura, ha nutrito qualche diffidenza.
“È stata una bella sorpresa, non me lo aspettavo, ma oso dire che Agrigento lo merita, in base a ciò che esprime sotto il punto di vista della cultura e della storia che vanta come città – dice Francesco Baldacchino, delegato AIS Sicilia– Per noi, come Delegazione Associazione Italiana Sommelier, il “Vino è cultura”, siamo pronti a metterci a lavoro. A breve organizzeremo un consiglio regionale per avanzare proposte ed iniziative”. Il delegato AIS Sicilia guarda con attenzione a Menfi, Città Italiana del Vino 2023 “che può fare da collante- dice Baldacchino – con la Capitale della Cultura”. E adesso la sfida più ardua: costruire un percorso sinergico tra i diversi protagonisti del territorio.
“É una grande occasione- dice Luigi Bonsignore – sono convinto che come aziende, come associazione e come cittadini abbiamo meno di un anno e mezzo per fare squadra e mettere a punto una serie di azioni e attività, finalizzate ad accogliere le centinaia di migliaia di visitatori, con un obiettivo: far godere loro di tutto ciò che è il patrimonio artistico, culturale ma anche vitivinicolo, oleario e dei sapori.
Bisogna fare rete, creare sinergie, imparare da chi prima di noi, grazie al fare squadra ha creato opportunità per i singoli”.
Le aziende hanno un ruolo chiave. “È fondamentale, elevare gli standard di qualità- dice- sia nei prodotti che nell’accoglienza e l’enoturismo sarà capace dentro la Strada del Vino, di fare la propria parte”. Il countdown è già iniziato.
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