Se lo scopo di un festival gastronomico è innescare opportunità di crescita e di sviluppo centrate sulle produzioni di riferimento di un territorio, allora ciò che nel secondo fine settimana di settembre è successo a Canicattì con la prima edizione di Terre d’Uva, la kermesse ideata dallo chef Pietro La Torre con lo scopo di tornare a valorizzare l’Uva Italia Igp, oro agricolo di questo territorio dell’entroterra agrigentino vitato da millenni, supera nettamente l’obiettivo di coniugare sapori, colori e odori con l’aggiunta di incontri tematici e visite nei luoghi delle coltivazioni di riferimento; e ne inaugura un altro, più alto.
Il nuovo punto di partenza, è il caso di dire, di una sfida agricola e gastronomica dal sapore dolce: quella secondo cui l’uva da tavola non è solo un frutto da consumare alla fine di un pasto o a distanza dallo stesso, ma anche, anzi soprattutto, un perfetto ingrediente di plurime tipologie di piatto, dagli antipasti ai dessert, passando per primi e secondi che ne traggono una valorizzazione della gustosità, in non pochi casi davvero straordinaria. Merito delle proprietà organolettiche di questi grandi acini, dorati e croccanti, che, sapientemente dosati, equilibrano e nello stesso tempo esaltano la gustosità sia di cibi salati che dolci.
Tra i vigneti di Canicattì, patria dell’Uva Italia Igp e, durante la serata conclusiva dell’evento, tra i banchi di degustazione allestiti lungo uno dei corsi principali della cittadina dell’entroterra agrigentino, ha fissato un punto fermo in questo territorio denso di storia agricola: fare entrare l’Uva Italia, con le sue straordinarie qualità organolettiche, tra gli ingredienti di ogni tipo di piatto, sia primi che secondi, togliendola dall’angolino della categoria “frutta” per farla entrare a pieno titolo nel menù delle tavole, anche le più ricercate e qualificate. I piatti preparati, infatti, vanno tutti in questa direzione. L’uva non è solo un frutto ma un ottimo ingrediente.
“Una sfida da vincere, perché l’Uva Italia ha tutte le caratteristiche per imporsi nel mercato. Vogliamo far conoscere questo prodotto della nostra terra per come si merita e gli spetta”. Parola di Chef La Torre, origini pugliesi (di Manfredonia) ma approdato a Canicattì a 16 anni per amore di colei che sarebbe diventata sua moglie e, da allora, un po’ come certi vitigni internazionali diventato, da adottivo, anche lui autoctono di questa antica città vocata alla vite e arricchitasi molto negli scorsi decenni proprio grazie al business dell’Uva Italia. Qui da molti anni, La Torre è un punto di riferimento della ristorazione e del catering.
L’azienda che ha fondato un decennio fa, La Torre Catering, è all’avanguardia nella ricerca delle materie prime migliori e del loro utilizzo in cucina per piatti legati alla tradizione, ma anche decisamente innovativi. Un merito condiviso con la sua squadra di talentuosi collaboratori, per sviluppare un progetto imprenditoriale all’insegna dell’intraprendenza, della modernità e dell’innovazione che nel corso degli anni, ha consentito a Pietro La Torre di costruire una vasta rete di contatti nel mondo della gastronomia e dell’enologia.
Oltre che dell’inventiva di La Torre, la struttura organizzativa di Terre d’Uva si è avvalsa un composito team di esperti. Da una parte il Consorzio di Uva Italia IGP presieduto da Marsello Lo Sardo e il dott. Giovanni Giglia e, per l’ambito tecnico, lo Chef Patissier Santo Li Calzi, figura chiave per la realizzazione di questa iniziativa territoriale. Dall’altra, Emanuele Mangiapane, Sommelier del ristorante Acquanova, che ha selezionato le cantine protagoniste della grande festa dedicata alla regina delle uve bianche da tavola. La serata del 10 settembre ha segnato a Canicattì l’avvio di un luogo d’incontro per gli attori di un settore agricolo in crisi che desiderano far sentire la propria voce.
“Terre d’Uva vuole rappresenta il primo passo verso la creazione di un Project Work, e lo ha fatto con una tavola rotonda che ha riunito personalità diverse e competenze complementari, tutte unite dal desiderio di promuovere questa essenziale filiera agricola siciliana e condividere nuove idee per un futuro più prospero ed economicamente forte”, ha detto La Torre.
Con l’inaugurazione della prima edizione di Terre d’Uva, la via Monsignor Ficarra a Canicattì si è trasformata in un vero e proprio santuario dell’Uva Italia, nel quale, dalle sette di sera a mezzanotte, migliaia di persone si sono ritrovate tra gli stand di street food e delle aziende vitivinicole, soffermandosi davanti al palco nel quale si sono alternate tavole rotonde e spettacoli comici e musicali.
“Su un successo di queste proporzioni, non avremmo quasi scommesso – ha dichiarato il sindaco di Canicattì, Vincenzo Corbo – Invece in moltissimi sono arrivati anche dalle 3 province in cui si estende il grande areale dell’Uva Italia, che ha finalmente ottenuto il suo trionfo. Da adesso in avanti Terre d’Uva deve essere considerato una rampa di rilancio per il futuro economico di questo territorio, in cui la matrice greca, da intendersi come vocazione al mettersi in gioco e a intraprendere, ha tradizionalmente fatto la differenza rispetto a tante altre zone della Sicilia occidentale”. Dopo il saluto augurale rivolto via web da RosarioFiorello, la manifestazione ha offerto un fitto susseguirsi di show cooking con grandi chef (tra cui anche alcuni stellati) come Francesco Patti, Vincenzo Cinardo, Santo Li Calzi, Alfio Visalli, Pequini, Peppe Leotta, Filippo La Mantia, guidati sul palco dalla Dott.ssa Roberta Romano.
Pietanze proposte su dei meravigliosi piatti artistici realizzati dal maestro Alessandro Di Rosa (Talhass Glass), che ha realizzato anche le targhe ricordo donate ai protagonisti. Tra i piatti d’eccellenza preparati con arte, il “Risotto mantecato al mosto cotto di nero d’Avola con gelatina di uva e bottarga di tonno rosso” dello chef Patti, il “Birbantello” , risotto con salsa di uva Italia dello Chef Visalli, il “tagliolino 30 tuorli con gambero rosso, bisque e mosto d’uva” di Mario Peqini e, ancora, il dolce “Ambrato” con gel d’uva del Pastry chef Vincenzo Cinardo, “L’inno Alla Batua”, cin-cin cake all’ olio di oliva e mandorle, la zucchina dolce, e granita di uva dello chef Li Calzi. Tra gli chef presenti, Filippo La Mantia, che ha visitato Canicattì per la prima volta proprio in occasione di Terre d’Uva e il licatese Pino Cuttaia, due stelle Michelin, che ha simpaticamente dialogato nel “Salotto di Terre d’Uva” con Alberto Cicero e Paolo Li Rosi, responsabili del settore comunicazione dell’evento. Ad accompagnare la serata anche i sipari di ilarità dei comici Toti e Totino.
In questa sua prima edizione Terre d’Uva è anche andata oltre la celebrazione della gastronomia e dell’Uva Italia, trasforma in evento di solidarietà. Grazie alla collaborazione con il Lions Club di Canicattì, presieduto da Riccardo Martinez, parte del ricavato dalle confezioni regalo dell’Uva Italia di Canicattì è stato devoluto alla Lions Club International Foundation (Lcif) per la lotta contro il cancro infantile. Dal 2017, grazie al sostegno dei viticoltori aderenti, il Lions Club Canicattì Host raccoglie fondi con il progetto ‘Un chicco per la Vita’, offrendo Uva Italia del territorio in diversi hub italiani, da quello di Catania all’aeroporto di Milano.
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