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Il Francolino torna a volare in Sicilia dopo 150 anni  

Planeta e la Fondazione Internazionale Biodiversità del Mediterraneo collaborano per la tutela del Francolinus francolinus

Menfi, 8 aprile 2024 – Planeta e la Fondazione Internazionale Biodiversità del Mediterraneo (FIBM) hanno avviato l’innovativo progetto di reintroduzione del Francolino di mare estinto in Sicilia dal 1870, ma ancora oggi presente in alcune regioni del Mediterraneo, come la Turchia e Cipro.

La storia racconta che fu introdotto in Sicilia dai Franchi, da cui prende il nome, di ritorno dalle crociate ed è ampiamente descritto nel trattato sull’arte venatoria di Federico II di Svevia “De Arte Venandi Cum Avibus (l’arte di cacciare con gli uccelli). Il Francolino colora il paesaggio siciliano sino alla fine del 1800 quando, cessata la protezione per legge del periodo Borbonico, la caccia priva di controllo ne riduce la popolazione, sino alla scomparsa. Nel 1874 Pietro Doderlain, docente universitario a cui è Intitolato il Museo di Zoologia di Palermo, promette una ricompensa per averne un esemplare ma, non ricevendo alcuna risposta, ne decreta la scomparsa.

Grazie alla collaborazione con la Fondazione Internazionale Biodiversità del Mediterraneo, Planeta ha accettato con entusiasmo di mettere a disposizione un’area all’interno della sua proprietà a Capparrina, nel comune di Menfi, in provincia di Agrigento, identificata come un luogo ideale grazie alla densa presenza di palme nane e di macchia mediterranea, unitamente ai pochi predatori come i cinghiali e alla quasi assenza di disturbo antropico. Il progetto, avviato nell’inverno 2023-2024 con il supporto dell’Istituto Zootecnico della Regione Siciliana, prevede la selezione e messa in libertà di 40 esemplari di Francolini.

Planeta si è inoltre impegnata a fornire il proprio supporto logistico e operativo assicurando l’allestimento di habitat temporanei controllati per l’adattamento degli animali al nuovo ambiente. Durante questo periodo di transizione, gli uccelli avranno accesso continuo all’acqua e al cibo, monitorati attentamente da personale dedicato. È prevista inoltre un’analisi costante del comportamento e della capacità di adattamento della nuova popolazione di Francolini, per valutare l’efficacia delle liberazioni e identificare eventuali miglioramenti o aggiustamenti nel processo di reintroduzione.

Se i risultati delle prime fasi saranno positivi, il progetto si estenderà anche ad altre località, tra cui San Vito Lo Capo, in provincia di Trapani.

Nulla avviene per caso. Quando anni fa abbiamo iniziato a considerare l’Oasi Capparrina – il luogo dove coltiviamo le nostre olive seguendo i principi dell’agricoltura biologica – come un autentico santuario naturale, abbiamo coinvolto alcuni studiosi, tra i quali i professori Bruno Massa e Attilio Carapezza, illustri esponenti della prestigiosa scuola dei naturalisti siciliani” – ha dichiarato Alessio Planeta, amministratore delegato delle Aziende Agricole Planeta – “Per questo motivo siamo stati entusiasti nel sostenere questo progetto così appassionante per noi e abbiamo seguito attentamente ogni fase della reintroduzione, fino a vedere i primi risultati. Dapprima è stata realizzata una voliera di acclimatazione all’interno della rigogliosa macchia mediterranea di Capparrina, successivamente abbiamo assistito al passaggio dalla vita in voliera alla liberazione in volo e ora siamo gratificati nell’osservare i primi Francolini nella loro naturale dimora. Non possiamo nascondere la gioia nel vedere la nostra Oasi mantenere la sua integrità, un risultato che è stato possibile solo grazie all’impegno di generazioni passate. Questa storia straordinaria è un esempio tangibile delle azioni concrete che riflettono lo spirito di Planeta. Oggi vedere il Francolino, con i suoi colori e con la sua capacità di mimetizzarsi, sorvolare oliveti e macchia mediterranea è una gioia indescrivibile.

Francolinus francolinus volatile lungo dai 33 ai 36 cm, con un’apertura alare di 50–55 cm ed un peso di 320-550 g; presenta dimorfismo sessuale, come molti altri Galliformes. Il maschio ha ventre, gola e addome neri con macchie bianche. Il dorso e la corta coda presentano sottili striature trasversali bianche su fondo nero. Collare e sottocoda sono bruno-rossicci, i lati del capo sono neri, mentre la nuca e le ali hanno un disegno bruno-castano. La macchia auricolare bianca è caratteristica del maschio. La femminapresenta un piumaggio piuttosto uniforme, che garantisce il mimetismo con il terreno, bruno-giallastro con fitte macchie scure sul ventre a forma di Y, più chiaro ai lati della testa, sul sopracciglio e sulla gola. La nuca presenta una fascia ruggine, meno estesa rispetto a quella del maschio.Questa specie monogama si accoppia tra marzo e agosto e depone in un’unica covata circa 7-12 uova in un nido ricavato in una depressione del terreno. Le uova, sono incubate dalla femmina per 18-19 giorni e i piccoli sono accuditi tutto l’inverno da entrambi i genitori.

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